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In materia di sanità la Svizzera può far meglio

Da sinistra: John Martin, direttore dell'OCSE, Thomas Zeltner, direttore dell'UFSP, e Marc Danzon, direttore dell'OMS Europa Keystone

«Abbiamo un buon sistema sanitario, ma forse non così buono come pensavamo»: così il direttore dell'Ufficio federale della sanità pubblica ha commentato giovedì i risultati di uno studio dell'OMS e dell'OCSE.

Secondo le due organizzazioni internazionali, in Svizzera vi sono carenze in materia di prevenzione e manca una visione a livello nazionale.

Le raccomandazioni degli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) per migliorare il sistema sanitario svizzero sono per la maggior parte già allo studio. Lo ha affermato giovedì in una conferenza stampa a Berna il direttore dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) Thomas Zeltner.

La revisione in corso della legge sull’assicurazione malattie (LAMal), centrata sui meccanismi di finanziamento, dà una risposta a numerosi problemi evidenziati dagli esperti internazionali nel rapporto pubblicato martedì scorso, ha detto Zeltner.

È il caso in particolare del finanziamento degli ospedali, con un sistema forfettario, e della compensazione dei rischi, con un ampliamento dei criteri.

Costi della sanità troppo elevati

Nel loro rapporto, commissionato nel maggio 2004 dallo stesso UFSP, gli esperti dell’OMS e dell’OCSE criticavano i costi troppo elevati del sistema sanitario elvetico.

A loro avviso, la Svizzera non investe inoltre abbastanza nella prevenzione, che soffre anche della frammentazione – 26 politiche cantonali – dovuta al sistema federalistico.

Secondo Marc Danzon, direttore generale dell’OMS per l’Europa, si dovrebbe porre l’accento sulla prevenzione contro il tabacco, l’alcol, l’obesità e i problemi psichici. In questi settori, manca a suo avviso «una visione e una iniziativa a livello nazionale». «Il fatto che ci siano in Svizzera 26 politiche di prevenzione rende i programmi meno efficaci».

Un gruppo di esperti istituito dal Dipartimento federale dell’interno è in contatto con i cantoni e gli ambienti interessati, ha rammentato Zeltner. Si tratta in particolare di determinare quali siano i settori prioritari e quali siano gli obiettivi da raggiungere.

Pochi soldi per la prevenzione

Il direttore dell’UFSP riconosce che il federalismo può essere d’intralcio, ma esso ha pure i suoi vantaggi. «Abbiamo registrato dei successi in fatto di prevenzione grazie al federalismo», ha sottolineato l’alto funzionario, citando quali esempi droga e tabacco. «Con i suoi progetti-pilota cantonali, la Svizzera è una sorta di laboratorio» per la scienza internazionale, ha sostenuto.

Secondo Zeltner, il problema principale della prevenzione è la mancanza di mezzi finanziari. «La Svizzera dedica soltanto il 2,2% delle sue spese sanitarie a questo ambito», mentre la media OCSE è del 2,7%. ha deplorato.

A suo avviso, l’analisi dell’OMS e dell’OCSE deve servire «da riferimento» per le discussioni in corso e per i prossimi anni. «Essa ci ha confermato che abbiamo un buon sistema sanitario, ma forse non così buono come pensavamo».

swissinfo e agenzie

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La Svizzera destina l’11,5% del prodotto interno lordo alla sanità. Nel 2003, i costi hanno superato i 49 miliardi di franchi.
Nei paesi dell’OCSE la media è dell’8,8%.
Tra il 1990 e il 2004, in Svizzera i costi sono aumentati in media del 2,4%.
Negli altri paesi dell’OCSE dell’1,5%.

Più che di un sistema sanitario elvetico, bisogna parlare di 26 sistemi cantonali, con ampie differenze dal profilo della spesa, dell’offerta e del modello di organizzazione dell’attività sanitaria.

Ad esempio, ogni cantone ha la facoltà di decidere in modo indipendente la pianificazione dei servizi sanitari (ospedali, case per anziani…) o le competenze da delegare ai comuni. Ciò si traduce in una grande disparità a livello di spesa pubblica consacrata alla sanità.

Per quanto concerne il sistema assicurativo, la Svizzera non ha scelto, come Italia e Inghilterra, di istituire un sistema sanitario nazionale e neppure un sistema di assicurazione pubblica, come Francia e Germania.

Il modello elvetico si basa sì su un’assicurazione obbligatoria, retta però dalla concorrenza di mercato. L’assicurazione malattia, che copre lo stesso catalogo di prestazioni per tutti, è offerta da una pluralità di casse malati in concorrenza fra loro.

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