In vista misure più severe per gli asilanti
Una commissione parlamentare propone la restrizione della libertà di movimento per ridurre il tasso di delinquenza tra i richiedenti l'asilo.
Ad alcune settimane da un importante dibattito politico sul tema, la commissione propone anche il divieto di lasciare il centro di raccolta nei primi mesi dopo l’arrivo in Svizzera.
La commissione della gestione del Consiglio nazionale ha voluto gettare uno sguardo sulla revisione del diritto d’asilo e degli stranieri.
Per esempio, si tratta di vietare ai richiedenti l’asilo di accedere a certi settori urbani, ossia di abbandonare il centro di raccolta che li ospita, nei primi 3-6 mesi successivi dal momento in cui hanno inoltrato la loro domanda.
Lo ha dichiarato martedì alla stampa Lucrezia Meier – Schatz del partito Popolare Democratico(PPD). La consigliera nazionale ha presentato le conclusioni della commissione su un rapporto, pubblicato in aprile, che stila un bilancio delle misure coercitive nei confronti degli stranieri, a dieci anni dall’entrata in vigore.
Più partecipazione ai programmi d’occupazione
Oltre ai perimetri d’assegnazione, la commissione del Nazionale desidera inoltre che i richiedenti siano maggiormente obbligati a partecipare a programmi d’occupazione. Queste misure mirano a dissuadere le persone che abusano della procedura d’asilo per ottenere un diritto di soggiorno in Svizzera e compiono un reato.
Questi provvedimenti, viene sottolineato dalla commissione, non rappresenterebbero «ostacoli insormontabili per coloro che cercano veramente aiuto e protezione».
Rispetto alla popolazione residente, il tasso di delinquenza è più elevato tra i richiedenti, e in particolare proprio nei primi 12 mesi successivi al loro arrivo in Svizzera.
La commissione tuttavia non è competente per il lavoro legislativo: il suo compito è di controllare l’applicazione delle leggi. In questo caso si limita dunque a comunicare le proprie idee al Consiglio federale e alle istituzioni politiche.
Insubordinazione
La commissione della gestione esprime il proprio scetticismo in merito al previsto raddoppio della durata di detenzione dei richiedenti in vista d’espulsione (da 9 a 18 mesi). Nella maggior parte dei casi, è nei primi tre mesi che una persona detenuta si decide a cooperare o no per l’ottenimento dei suoi documenti d’identità e l’organizzazione del rimpatrio.
A suo modo di vedere, se le autorità raccomandano una proroga della detenzione, è per indurre lo straniero a cooperare in vista del suo rimpatrio, e non perché la durata di 9 mesi è insufficiente per l’ottenimento dei suoi documenti. Sarebbe dunque più appropriato parlare di detenzione per «insubordinazione».
Convinta di ciò, la commissione raccomanda dunque al parlamento di riesaminare le differenti forme di incarcerazione alla luce del fine che si vuole raggiungere e della loro compatibilità con la Convenzione europea dei diritti umani.
Armonizzazione
In modo generale, i commissari puntano il dito contro le differenze cantonali nell’applicazione del diritto degli stranieri. «È inaccettabile che un richiedente sia trattato in modo diverso a Ginevra, San Gallo o Zurigo», ha dichiarato un membro della commissione, parlando di «roulette russa».
Per esempio, la principale misura coercitiva – la detenzione in vista dell’espulsione – è raramente applicata a Ginevra, mentre lo è nella maggior parte dei casi a Zurigo. Eppure, la proporzione delle persone del settore dell’asilo rinviate è praticamente identica nei due cantoni (GE: 11%; ZH: 13%).
Secondo i commissari, dopo una fase di sperimentazione di dieci anni, è giunto il momento di passare a una fase di armonizzazione in materia di rinvio di richiedenti l’asilo e di stranieri in situazione irregolare.
Paragone difficile
Per poter misurare l’efficacia degli strumenti messi in vigore, si dovrebbe anche disporre di dati paragonabili, ciò che non è attualmente il caso. Anche per questo aspetto, i commissari chiedono un’armonizzazione dei metodi di raccolta dei dati tra cantoni.
Il Consiglio federale è pure invitato ad esaminare il problema del volume dei dossier in sospeso in certi cantoni. Secondo il rapporto, Ginevra è particolarmente interessata dal fenomeno.
swissinfo e agenzie
Domande d’asilo nel 2004: 14’248
Casi trattati: 19’157
Decisioni positive: 1555
Ammissioni provvisorie: 4198
Rimpatri: 19’730
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