Influenza aviaria: niente panico!
Il giorno dopo l'annuncio del primo caso di influenza aviaria in Svizzera, i giornali elvetici le dedicano ampio spazio.
Il loro messaggio principale: evitare il panico e rispettare le necessarie misure di precauzione.
La Svizzera non è stata risparmiata dall’influenza aviaria. La notizia non giunge certo inaspettata, dopo che nelle scorse settimane il virus aveva colpito volatili un po’ in tutti i Paesi limitrofi.
Il primo caso di virus del tipo H5 è stato segnalato domenica a Ginevra sulle rive del lago Lemano. Ulteriori esami, che saranno effettuati a Londra, dovrebbero permettere di determinare se si tratta del morbo H5N1. Le autorità partono comunque dal principio che si tratti proprio della temibile epidemia.
Nel suo editoriale, il quotidiano bernese «Der Bund» definisce la situazione come seria e sottolinea la difficoltà di stabilire delle zone di protezione precise. Il virus, infatti, non concerne solo anatre e cigni, ma potrebbe rapidamente divenire un problema a livello nazionale. Per questo le autorità devono continuare ad informare la popolazione sull’evoluzione dell’epidemia.
Informare senza terrorizzare
Le informazioni sul propagandarsi del virus vanno però ben ponderate in modo da non creare inutili angosce. «È arrivata l’influenza aviaria. Niente panico però», titola il giornale svizzero tedesco «Tages Anzeiger», che ricorda come finora la trasmissione all’uomo è ancora molto rara. «Solo persone entrate in stretto contatto con i volatili malati hanno contratto la malattia», precisa.
L’editoriale del quotidiano losannese «24heures» raccomanda alle autorità di evitare annunci apocalittici e di proseguire sulla via del pragmatismo e della trasparenza come fatto fino ad oggi. Anche perché, sottolinea dal canto suo il giornale ginevrino «Le temps», il caso non sarà isolato: «Siamo solo agli inizi dell’epizoozia che potrebbe durare alcune settimane, se non addirittura mesi. Da qui l’importanza di non cedere alla psicosi. Sarebbe controproducente», scrive.
Anche la «Tribune de Genève» pone l’accento sul flusso di informazioni legate al temibile virus: «L’influenza aviaria si espande come un’epidemia nei media. Ma non durerà, perché “l’effetto novità” passa e il virus tornerà presto in un relativo anonimato», si afferma in un commento.
Precauzioni
Dopo gli appelli alla calma, numerosi quotidiani dispensano i consigli forniti dall’Ufficio federale della sanità e da quello di veterinaria, per evitare il contagio. Ora che il virus è una realtà sempre più vicina, la gente deve modificare il proprio comportamento, non solo in Asia ma anche in Europa, fa notare il «Tages Anzeiger».
«Il virus cambia la nostra vita. Dopo l’obbligo di tenere al chiuso il pollame ora anche l’uomo deve abituarsi a seguire quotidianamente determinate regole», ricorda il quotidiano zurighese «Blick». «Fa parte della responsabilità dei cittadini rispettare queste norme», rileva dal canto suo l’argoviese «Aargauer Zeitung».
«Non toccare gli uccelli morti». Ma nemmeno dare da mangiare ai volatili per evitare la loro concentrazione in un solo luogo, raccomanda ad esempio «Le temps». «Lavarsi spesso le mani», ma anche «munire i propri gatti domestici di un campanellino per far fuggire gli uccelli», sono invece i consigli dispensati dalla «Neue zürcher Zeitung», così come, in maniera ancor più ampia, dal «Blick», che al problema consacra quattro pagine.
Mentre la «Tribune de Genève» rassicura la popolazione ricordando che nuotare nel lago, passeggiare sulle sue rive o mangiare uova o del pollo (cotto a 70°), non sono gesti pericolosi.
Preoccupazioni economiche
L’influenza aviaria rischia di provocare gravi conseguenze economiche agli allevatori di polli ed altri volatili. Come rende noto il «Corriere del Ticino», in alcune tenute le vendite hanno infatti registrato un calo superiore all’80%.
Per «La Regione Ticino», i danni per i singoli dovrebbero risultare comunque limitati. «Molti avicoltori hanno infatti stipulato un’assicurazione privata. In singole organizzazioni di produttori, inoltre, esistono fondi di solidarietà in caso di incidenti e malattie. Infine, per ogni animale che dovesse essere ucciso nell’ambito della lotta contro l’epidemia, la Confederazione verserà un risarcimento».
Per i professionisti che non hanno tenuto conto di questo rischio professionale, tuttavia, la situazione potrebbe rivelarsi particolarmente difficile. Dallo scorso autunno infatti, gli assicuratori si rifiutano di stipulare polizze per i casi di epidemia, ricorda in un articolo il quotidiano ticinese.
swissinfo, Anna Passera
Dal 2003, il virus H5N1 ha fatto strage di polli in tutto il mondo, contagiando anche 170 persone e uccidendone oltre 90, principalmente in Asia.
Il rischio di trasmissione della malattia dai volatili all’uomo è per il momento molto debole.
Gli esperti temono tuttavia che il virus possa mutare, divenendo trasmissibile all’uomo e scatenando così una pandemia.
Le autorità federali hanno messo a disposizione due linee telefoniche d’informazione: 0041 (0)31 322 21 00 e 0041 (0)31 322 21 99.
Diffuso già da tempo presso i volatili, il virus H5N1 è stato rilevato per la prima volta su esseri umani nel 1997 a Hong Kong. Si è poi esteso in una decina di paesi dell’Asia.
Nel 2005 ha raggiunto la Turchia, la Romania e la Croazia, mentre a inizio febbraio del 2006 il virus è stato identificato per la prima volta in Africa.
In seguito, ha toccato anche 6 paesi dell’Unione europea, tra cui Italia, Francia, Germania e Austria.
Il 20 febbraio è entrato nuovamente in vigore in tutta la Svizzera l’obbligo di rinchiudere il pollame; contrariamente a Francia e Olanda, non sono per ora previste vaccinazioni sui volatili.
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