Influenza dei polli: nessun rischio in Svizzera
La propagazione della malattia è finora limitata ad alcuni paesi asiatici, da cui non viene importato né pollame vivo né carne di volatile nella Confederazione.
L’OMS è comunque sul chi vive, perché una mutazione genetica del virus potrebbe avere gravi conseguenze per l’uomo.
Le autorità sanitarie svizzere sono tranquille: nella confederazione e nei paesi dai quali si importa pollame, non sono segnalati casi di influenza aviaria.
La Confederazione, per lo meno in questo momento, sembra dunque al riparo dall’epidemia che ha colpito alcuni paesi asiatici, dove milioni di polli sono morti in seguito alla malattia o hanno dovuto essere soppressi per evitare la diffusione del virus.
E anche i casi di contagio sull’uomo, segnalati in Vietnam, non sembrano destare preoccupazione in Svizzera. Il contagio avviene soltanto in presenza di animali vivi o durante la macellazione, e inoltre non si è mai constatata la trasmissione del virus da persona a persona.
Carne senza problemi
È anche noto che, nel caso dell’influenza aviaria, il virus non è presente nella carne. «Per cui», ci assicura il veterinario cantonale ticinese, Tullio Vanzetti, «nemmeno il consumo di volatili infetti comporterebbe dei rischi, tanto più che i virus non resistono alla cottura della carne».
Dal canto loro, le competenti autorità federali, vale a dire L’Ufficio federale di veterinaria e quello della sanità pubblica, assicurano che dai paesi attualmente colpiti dall’epidemia non vengono importati in Svizzera né anatre, né oche, né polli vivi, e nemmeno carne di volatili.
Ciò non toglie però che il virus dell’influenza A, tipico della peste aviaria classica, costituisce tuttora un grosso potenziale pericolo per l’umanità.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) lo ritiene addirittura potenzialmente più pericoloso di quello della Sars, la polmonite atipica acuta che la scorsa primavera ha causato la morte di circa 800 persone, in maggioranza in Cina.
Mutazioni genetiche
«Il problema», ci spiega il dottor Vanzetti «è che i virus tipici di certi animali, come appunto quello dell’influenza aviaria, possono subire mutazioni genetiche e diventare pericolosi anche per l’uomo».
È il caso dell’H5N1, l’agente patogeno che ha provocato la morte di almeno tre persone in Vietnam, che è una variante del virus dell’influenza dei polli.
Una variante che, finora, non risulta trasmissibile direttamente tra gli umani. «Ma non è detto che, con il tempo, il virus non possa modificarsi ulteriormente, con scambi genetici tra i suoi vari ceppi», sostiene il veterinario ticinese. «E a dipendenza dal grado di virulenza, potrebbe anche causare parecchi danni».
Gli esperti ricordano infatti che in passato altri virus dell’influenza, specifici di animali domestici, avevano causato vere e proprie pandemie.
Lo spettro della «spagnola»
Il caso più noto è quello della famigerata «influenza spagnola». Partita dalla penisola iberica al termine della prima guerra mondiale, l’influenza aveva fatto dai venti ai trenta milioni di morti. E a causarla sarebbe stato un virus di origine suina.
Altra pandemia, che grazie ai progressi della medicina fece meno danni, fu l’influenza «asiatica», partita dalla Cina nel 1956.
E in seguito ci fu pure la cosiddetta «influenza di Hong Kong», che nel 1968 provocò in Europa decine di migliaia di morti, soprattutto fra le persone anziane o debilitate.
Per quanto concerne l’H5N1, il virus all’origine dell’attuale strage di polli in Asia, non si può ancora sapere come evolverà. Per il momento, il pericolo di una nuova pandemia non sembra sussistere, visto che non si è ancora constatato alcun caso di contagio diretto tra esseri umani.
Tuttavia, l’OMS rimane sul chi vive e segue da vicino l’evoluzione della malattia nei paesi asiatici. Anche perché, probabilmente, l’attuale vaccino contro l’influenza non protegge dall’H5N1 e la produzione di un vaccino contro il virus richiederebbe dei mesi. Troppi, per evitare un’eventuale pandemia.
swissinfo, Fabio Mariani
L’influenza ha sterminato milioni di polli in Asia.
Il virus ha provocato anche la morte di alcune persone.
Non c’è contagio diretto tra esseri umani.
Finora non sussistono rischi di pandemia.
L’epidemia di influenza aviaria, o influenza dei polli, che ha colpito alcuni paesi asiatici (Vietnam, Corea del Sud, Giappone e Taiwan), ha portato allo sterminio di milioni di volatili.
Nessun caso è invece segnalato in Svizzera o nei paesi dai quali si importano pollame o carne di volatile, per cui le autorità federali non vedono alcun pericolo per la popolazione svizzera.
Tuttavia, l’Ufficio federale della sanità ha aperto una linea telefonica per le persone che intendono recarsi nei paesi colpiti dall’epidemia. Il numero è:
031 322 21 00
Dal canto suo, l’OMS segue da vicino l’evoluzione della malattia, perché attraverso mutazioni genetiche l’H5N1 (il virus responsabile dell’influenza aviaria) potrebbe diventare direttamente trasmissibile da persona a persona.
In tal caso, a seconda del grado di virulenza, ci sarebbe il pericolo di una nuova pandemia d’influenza.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.