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L’altra faccia del calcio

Fabio Celestini, i bonsai per bilanciare il calcio. swissinfo.ch

Essere sotto i riflettori fa parte del loro lavoro, ma a volte i calciatori vorrebbero essere presi per quello che sono: uomini prima che sportivi.

Nei giorni della polemica intorno a Frei, Fabio Celestini e Jörg Stiel parlano con un sorriso della loro passione per i bonsai e per la letteratura.

Sono invidiati da mezzo mondo, eppure a volte vorrebbero spegnere le luci della ribalta. Avrebbe voluto farlo Alexander Frei che si è presentato in conferenza stampa domenica con lo sguardo rivolto verso il basso e gli occhi spenti, senza più nemmeno una traccia del lampo di monelleria che li caratterizza di solito.

Una brutta storia la sua, prima assolto per insufficienza di prove dalla commissione disciplinare dell’Uefa che si era basata sulle immagini della televisione tedesca ZDF, e poi inchiodato dalle riprese della televisione svizzera.

Frei ha sputato sul collo del suo avversario inglese Gerrard, un gesto esecrabile, come esecrabile è la voglia di sensazionalismo sviluppatasi intorno al caso. I media si sono lanciati sul presunto scandalo come le mosche sul miele. Certo è che proclamando la sua innocenza, l’attaccante svizzero non si è mostrato migliore di quanti hanno voluto metterlo in croce.

Atmosfera tesa

La sospensione di Frei per la partita decisiva contro la Francia e il tamtam mediatico intorno alla faccenda, rischiano di pesare ulteriormente sull’atmosfera già abbastanza tesa che si era respirata domenica durante la conferenza stampa concessa dalla squadra.

I giocatori si erano seduti per l’ennesima volta ai tavolini dell’hôtel Marriott. Ognuno ad un tavolo, aspettando che sulle sedie accanto alle loro prendessero posto i giornalisti.

Un rituale che stanca

Le interviste sono una specie di rituale che per qualcuno – come Rama o Zwyssig snobbati dai media – finisce troppo presto, mentre per altri – come Stiel che fatica a liberarsi dai microfoni – sembra non finire mai.

Anche se cercano di nasconderlo i giocatori sono stanchi di essere confrontati al loro rendimento e alle scarse possibilità di vittoria contro la Francia. “Che domanda”, sbotta Jörg Stiel, “è chiaro che voglio vincere e che scendo in campo convinto di poterlo fare. O vi aspettate da me che vi dica che non batteremo mai i francesi? Sarebbe come dirvi che non credo in quello che faccio!”

Il pane quotidiano

Sembra stanco anche Köbi Kuhn. L’allenatore, che ha l’appoggio dei tifosi, non è molto amato dai giornalisti. Parla poco e non si sforza di mascherare da trovate intelligenti le banalità.

La Svizzera non ha ancora finito una partita in undici e sui suoi giocatori è piovuta una sfilza di cartellini gialli? “È il nostro pane quotidiano”, commenta laconico Kuhn. “Dobbiamo imparare a vivere con gli incidenti, i cartellini e le squalifiche”.

Letteratura

I giocatori sembrano rilassarsi solo quando possono finalmente lasciare da parte l’argomento calcio. “Per noi giocare a calcio è la cosa più bella della vita”, spiega Stiel.

“Ma l’aspetto negativo è che a volte la gente dà troppa importanza ad avvenimenti come gli Europei. È solo un gioco, 11 contro 11, un pallone e un arbitro. Nel mondo accadono cose più importanti e per me è difficile accettare che il calcio sia sempre in prima pagina”.

Insomma, è l’altra faccia della medaglia. Sarà per questo che prima di partire per il Portogallo, Stiel ha letto un libro di Martin Suter dal titolo “Die dunkle Seite des Mondes” (La faccia buia della luna)? Il portiere col pallino della letteratura sorride e risponde: “Forse”.

Bonsai

Per far illuminare il viso di Fabio Celestini non bisogna parlare di letteratura ma di bonsai. È infatti prendendosi cura dei suoi alberelli che Celestini ricarica le batterie.

“Ho avuto l’occasione di viaggiare in Asia, un continente che mi piace molto e da lì è nata la passione per i bonsai”, racconta il centrocampista dell’Olympique Marsiglia.

E non è il caso di voler fare parallelismi tra la tenacia del giocatore e la tenacia della pianta: “Sono due mondi diversi, ma è proprio questo a piacermi. Quando sono davanti al mio alberello e lo devo curare, non penso al calcio”.

“Ce ne sono che hanno più di cento anni: sono più vecchi di me!”, conclude Celestini quasi a voler sottolineare una volta di più che ci sono cose che vanno oltre il calcio, anche per chi lo ha scelto come mestiere.

swissinfo, Doris Lucini, Praia d’El Rey

Jörg Stiel, portiere, è nato nel 1968 e gioca nella squadra tedesca del Bayern Mönchengladbach.
Fabio Celestini, centrocampista, è nato nel 1975. Gioca nell’Olympique Marsiglia.
Alexander Frei, attaccante, è nato nel 1979. Gioca nel Rennes.

Dopo aver inflitto tre giorni di squalifica all’italiano Totti, reo di aver sputato su un avversario, la commissione disciplinare dell’Uefa ha condannato lo svizzero Alexander Frei per lo stesso gesto.

Assolto in un primo tempo per insufficienza di prove, Frei è stato poi inchiodato dalle immagini della televisione della svizzera tedesca.

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