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L’America vuole carte in regola

Negli aeroporti americani le regole vengono applicate alla lettera Keystone

Entrare negli Stati Uniti è sempre più difficile. Dopo l'11 di settembre i controlli doganali sono diventati più severi.

Chi non soddisfa i criteri fissati dalle autorità è costretto a tornare subito indietro, come è successo a decine e decine di svizzeri.

Sempre meno turisti elvetici scelgono di andare in vacanza negli Stati uniti e la compagnia aerea Swiss ha già tagliato cinque voli per l’America. Chi parte per gli USA deve saper dire esattamente al doganiere dove è diretto e quanto dura il soggiorno. Altrimenti può rischiare di fare una brutta esperienza.

Controlli doganali molto severi

Un ragazzo lucernese è stato minacciato di espulsione perché non aveva le idee molto chiare sulla durata del suo soggiorno. Una signora basilese che aveva dimenticato l’agenda degli indirizzi in valigia è stata scortata da un funzionario sino alla valigia per poter dimostrare dove avrebbe alloggiato.

Sono storie finite bene, ma altre hanno avuto un epilogo ben diverso. “Conosciamo il caso di un ragazzo che è stato mandato indietro perché dal passaporto risultava che in precedenza era venuto negli Stati Uniti con un visto turistico, ma era rimasto un mese più di quanto permesso per legge”, precisa a Swissinfo Walter Deplazes dell’ambasciata Svizzera a Washington.

Chi non è in regola torni al suo paese

Se un tempo casi come questo non avrebbe destato sospetti, adesso tutto viene esaminato attentamente. L’ambasciata elvetica è a conoscenza di decine e decine di casi di persone che hanno cercato di venire negli Stati Uniti e per un motivo o un altro sono state costrette a fare subito il volo di ritorno.

“Recentemente abbiamo avuto il caso di una ragazza. Ha cercato per la terza volta di entrare in America con un permesso turistico di tre mesi. I doganieri si sono insospettiti. Sono così venuti a sapere che la ragazza veniva in America per poter stare con il suo ragazzo. L’hanno mandata indietro”. Una persona nella sua situazione deve chiedere un visto.

Come evitare noie

“Bisogna stare attenti” rileva Deplazes invitando la gente ad informarsi prima di intraprendere un viaggio per non rischiare di perdere tempo e denaro. Anche la richiesta di un visto è diventata una procedura un po’ più laboriosa e burocratica. Basti pensare che il visto va sempre ritirato personalmente.

Non portare nel bagaglio a mano oggetti taglienti per non farseli sequestrare al momento della partenza. I depositi degli aereoporti sono pieni di forbici, taglia unghie e coltellini svizzeri, che finiscono venduti all’asta.

Bisogna chiedere speciali autorizzazioni anche se si viene a lavorare per pochi giorni, magari per sostituire un collega che si è ammalato o è andato in vacanza. Lo ha constatato recentemente un giornalista che ha dovuto tornare indietro perché non aveva i documenti necessari. Anche chi vuole seguire un corso di lingua deve avere un visto. In caso contrario rischia l’espulsione perché le scuole informano le autorità sull’identià degli stranieri che frequentano i corsi.

Duro colpo per il turismo

Dopo l’11 di settembre molti svizzeri hanno deciso di non andare in vacanza negli Stati Uniti. “Questo mercato è praticamente crollato” precisa a swissinfo Walter Kunz, dirigente della Federazione svizzera delle agenzie di viaggi, secondo il quale il calo è superiore al 50 %.

I turisti non disertano solo New York, ma tutto il paese. La gente va meno in America perché ha paura di nuovi attentati, ma adesso anche in seguito al clima anti-USA che si è creato in Europa negli ultimi mesi. Cambiare questa tendenza non sarà facile. Secondo Weber il processo di recupero avverrà a tappe a mano a mano che la situazione si normalizzerà.

Il calo dei viaggiatori si fa sentire sull’offerta. Le compagnie aeree offrono meno voli. La Swiss ha soppresso cinque voli per gli Stati Uniti. Il provvedimento ha interessato Boston, New York, Atlanta e San Francisco. Un segnale in più che le misure adottate da George Bush hanno reso questo paese meno attraente.

swissinfo, Anna Luisa Ferro Mäder, Washington

Chi dimentica il visto o l’autorizzazione richiesta deve tornarsene a casa.
I turisti svizzeri sono diminuiti del 50%.
La compagnia aerea Swiss ha soppresso 5 voli a destinazione degli USA.

Asa Hutchinson, sostituto capo del Ministero per la sicurezza interna degli USA, ha dichiarato che a partire dal primo gennaio 2004 chi entrerà nel paese con un visto sarà controllato ancora più minuziosamente.

I viaggiatori saranno fotografati e dovranno fornire le loro impronte digitali. I documenti saranno poi comparati con i dati riportati su un lista di terroristi.

Dalla misura saranno interessati il 60% dei visitatori stranieri, vale a dire 23 milioni di persone. Per il governo USA una tale misura avrebbe evitato gli attentati dell’undici settembre. Il programma è conforme agli obiettivi degli otto paesi più industrializzati e della Russia.

I loro ministri degli esteri si erano accordati, all’inizio di maggio, sull’opportunità di inserire dati biometrici nei passaporti, al fine di renderne difficile la falsificazione e lottare così contro il terrorismo.

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