L’impatto limitato delle nuove regole sulla trasparenza
Dal mese di luglio i cittadini possono accedere più facilmente ai documenti dell'amministrazione federale: un cambiamento volto a rafforzare la fiducia nelle istituzioni.
Le nuove regole non dovrebbero avere un impatto particolarmente rilevante a corto termine, ma l’incaricato alla protezione dei dati deplora un aumento della mole di lavoro per il suo ufficio.
Per il dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), la legge federale sulla trasparenza, che disciplina l’accesso alle informazioni ufficiali, non è né particolarmente restrittiva né troppo liberale rispetto a quella in vigore negli altri paesi europei.
«Le nuove regole danno un’immagine più trasparente dell’amministrazione, migliorano l’informazione dei cittadini e promuovono la cooperazione fra i differenti uffici federali», afferma Simone Füzesséry del DFGP.
Il cambiamento fondamentale introdotto a partire dal mese di luglio riguarda la politica d’informazione delle istituzioni: i documenti ufficiali non rimarranno più chiusi a chiave nei cassetti dell’amministrazione, ma potranno essere di principio accessibili ai cittadini che ne fanno espressa domanda.
Tuttavia, la divulgazione di tali testi potrà essere limitata, rinviata e pure rifiutata se minaccia interessi pubblici (ad esempio la sicurezza nazionale) o privati preponderanti.
La nuova legge sulla trasparenza si applicherà anche alle organizzazioni che adempiono un mandato pubblico come le Ferrovie federali svizzere o la Posta. Non concernerà per contro né i documenti della Banca nazionale svizzera né quelli del governo o del parlamento.
Legge edulcorata
Durante i dibatti in parlamento sono state mosse delle critiche sul fatto che le eccezioni previste dalla legge permettono troppo spesso di aggirare il principio della trasparenza.
L’esperto giuridico Beat Leuthardt non cela il proprio scetticismo riguardo la reale efficacia di queste regole, che hanno visto la luce dopo ben due decenni di discussioni.
«Si tratta di una versione diluita rispetto al progetto iniziale», afferma Leuthardt, secondo cui le nuove regole non garantiscono necessariamente una maggiore trasparenza: «Se non vorrà divulgare un’informazione, l’autorità potrà trovare abbastanza facilmente nella legge una giustificazione che le permetterà di mantenere il segreto».
Per l’esperto inoltre, il principio della protezione dei dati non è stato tenuto in debita considerazione: «L’incaricato federale alla protezione dei dati si è visto affidare più lavoro ma gli è stata negata la possibilità di potenziare per questo la cerchia dei propri collaboratori o la propria facoltà d’intervento», sottolinea l’esperto.
Una critica che trova conferma anche da parte dello stesso incaricato federale alla protezione dei dati, Hanspeter Thür, il quale nutre qualche dubbio sul fatto di potere sbrigare tutto il lavoro supplementare che gli sarà affidato con l’entrata in vigore della nuova legge.
Impatto limitato
Né i giuristi né i media credono che la legge sulla trasparenza avrà un impatto rilevante sul loro modo di lavorare.
«Di principio salutiamo la nuova normativa, che permette un migliore controllo dell’operato dell’amministrazione», afferma Michael Hüppi, dell’Associazione svizzera degli avvocati.
Hüppi ricorda che gli esperti legali potevano già anche prima accedere ai documenti ufficiali nell’ambito delle procedure giudiziarie di cui si occupavano. Per i cittadini invece, i vantaggi della nuova legge sono più concreti. Essi potranno ad esempio avere accesso più facilmente alle informazioni riguardanti la loro imposizione fiscale o alle registrazioni concernenti le infrazioni stradali commesse. «Credo che ciò contribuirà a migliorare i rapporti fra il cittadino e le pubbliche istituzioni», sostiene.
Riferendosi a una legge simile introdotta a livello cantonale, anche Martin Künzi, del Consiglio svizzero della stampa, non si aspetta cambiamenti immediati. «Potrebbe però cambiare a medio termine l’attitudine dell’amministrazione nei confronti della stampa», ammette.
Dal canto suo, Hans Stutz, della rivista Klartext, ha una visione più pragmatica della situazione: «Tocca ora ai giornalisti e agli editori lottare per potere accedere ai documenti giudiziari», dice a swissinfo.
Stutz dubita tuttavia che il giornalismo investigativo sarà rafforzato grazie alla nuova legge: «I giornalisti che effettuano ricerche approfondite non sono più molto richiesti in Svizzera. Molte case editrici hanno ridotto il proprio budget e non possono permettersi scoop troppo cari».
swissinfo, Urs Geiser
(traduzione, Anna Passera)
La nuova legge, che è entrata in vigore a inizio luglio, è stata adottata dal parlamento nel 2004.
Dal 2001, nell’Unione europea esistono regole sulla trasparenza riguardanti il consiglio d’Europa, la commissione europea e il parlamento.
Normative simili sono in vigore in numerosi Stati. Ad esempio in Francia, Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda o Sudafrica.
Lo scettro di pioniere nel settore spetta alla Svezia, dove sono in vigore regole sulla trasparenza da ormai due secoli.
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