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L’Onu chiede aiuto alla Svizzera

La barriera israeliana su suolo palestinese ritenuta illegale da 150 paesi dell'ONU Keystone

L’assemblea generale dell’Onu ha adottato una risoluzione che chiede ad Israele di smantellare parzialmente il suo muro di sicurezza.

La Svizzera, depositaria delle Convenzioni di Ginevra, è stata invitata a consultare i paesi firmatari per valutare l’opportunità di convocare una riunione sul tema.

Unitamente a 149 altri paesi, la Svizzera ha votato martedì in favore di una risoluzione delle Nazioni unite indirizzata ad Israele. Lo stato ebraico viene invitato ad abbattere il muro di protezione che sta costruendo in Cisgiordania.

La risoluzione, che non è vincolante contrariamente a quelle del Consiglio di Sicurezza, chiede ad Israele di fare proprio il parere, anch’esso non vincolante, espresso il 9 luglio dalla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, secondo la quale la construzione di una barriera di separazione all’interno e intorno alla Cisgiordania è illegale.

Anche se non vincolante, la risoluzione aumenta la pressione internazionale nei confronti di Israele. L’Unione europea ha votato compatta in favore della risoluzione. Tra i contrari Israele, gli Stati Uniti e quattro altri stati minori. Dieci le astensioni.

La Svizzera invitata ad agire

Conformemente al suo ruolo di depositaria delle Convenzioni di Ginevra, la Svizzera si è detta pronta a fare un giro di consultazioni in vista di una possibile riunione. Berna aveva già reagito positivamente domenica ad un appello della Lega araba contenuto nel progetto di risoluzione.

«La Svizzera farà del suo meglio per svolgere il difficile compito che le è stato affidato. Agirà con umiltà, realismo e impegno», ha dichiarato Jenö Staehlin, l’ambasciatore svizzero uscente alle Nazioni unite.

«Ciò non significa ancora che Israele smantellerà la sua barriera di sicurezza», puntualizza dal canto suo un altro diplomatico elvetico all’ONU. Del resto Berna è stata «solo invitata» ad intraprendere dei passi supplementari. Il testo della risoluzione non le impone nessun limite di tempo.

Una maratona per raggiungere l’accordo sul testo

Il varo del documento è stato possibile dopo che sono stati accolti alcuni emendamenti proposti dall’Unione europea. Tra l’altro, il testo chiede ai paesi dell’Onu «di non riconoscere la situazione illegale scaturita dalla costruzione del muro nel territorio palestinese occupato, compreso all’interno e intorno a Gerusalemme», e di non accettare né prestare assistenza «per mantenere la situazione creata da tale costruzione».

Il documento, presentato dalla Giordania, chiede inoltre al segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, di aprire un registro con tutti i danni causati dalla barriera di sicurezza.

Infine, israeliani e palestinesi vengono esortati a dare immediatamente seguito ai rispettivi obblighi definiti dalla Road Map (tra cui arginare il terrorismo da parte dell’Autorità Nazionale Palestinese), in vista della nascita di uno stato palestinese accanto a quello israeliano.

La reazione indignata d’Israele

L’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite ha denunciato il «vergognoso sostegno» dell’Unione europea e in particolare della Francia alla risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu contro il «muro» costruito da Israele in Cisgiordania.

I 25 Paesi dell’Ue hanno «dato un sostegno vergognoso a questa risoluzione terribilmente unilaterale», ha detto l’ambasciatore Dan Gillerman alla radio pubblica israeliana. «La Francia si è comportata in maniera particolarmente indegna, operando a favore dei suoi amici palestinesi e convincendo gli altri paesi europei a adottare una risoluzione».

Per il diplomatico israeliano questa è l’ennesima prova dell’incapacità europea d’intervenire sullo scacchiere mediorientale.

swissinfo e agenzie

150 paesi, tra cui la Svizzera, hanno votato in favore della risoluzione
6 contrari, tra cui Stati uniti e Israele
10 astenuti

Il muro che Israele sta costruendo in Cisgiordania, quindi fuori dal suo territorio, per proteggersi dagli attacchi terroristici palestinesi ha suscitato innumerevoli polemiche.

L’otto dicembre 2003, l’Assemblea generale delle Nazioni unite ha incaricato la Corte internazionale di giustizia di valutare la situazione.

Secondo il parere della Corte, emesso il 9 luglio 2004, il muro è illegale. Il 20 luglio, l’Assemblea generale dell’ONU ha approvato una risoluzione non vincolante nei confronti d’Israele.

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