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L’ora della verità per la nazionale elvetica

C'è molto interesse per l'esordio della nazionale rossocrociata: Patrick Müller (a destra) è pronto a fare la sua parte. Keystone

La Svizzera inaugura i suoi Campionati europei affrontando sabato a Basilea la Cechia. Un incontro che potrebbe già rivelarsi decisivo per il seguito del torneo.

L’avversario della Svizzera per questa partita d’apertura è noto dallo scorso mese di dicembre, quando fu effettuato il sorteggio al Centro dei congressi di Lucerna.

Da allora, tutti gli analisti si perdono in congetture sugli insegnamenti da trarre dalle amichevoli, sulla selezione dei 23 giocatori, sulla gestione della pressione per una partita d’apertura, sull’obbligo di evitare una sconfitta, di vincere, sui ferimenti, sul reale valore degli avversari degli elvetici e addirittura sull’impatto che avrà sulla squadra il ricovero in ospedale della moglie dell’allenatore Köbi Kuhn…

Formicolio nelle gambe

“Prepararsi va bene per un po’… adesso però bisogna veramente iniziare”, s’impazientisce Gelson Fernandes nei corridoi dell’albergo di Feusisberg che ospita la squadra rossocrociata.

E la pressione di questo incontro inaugurale? Il centrocampista del Manchester City e della nazionale elvetica nega: “La squadra è pronta. Tutti i giocatori sono abituati a giocare partite di alto livello davanti a grandi folle. La pressione la lasciamo ai tifosi e ai giornalisti. Sabato dovremo solo giocare bene a calcio”.

“È vero che per molti giocatori, me compreso, si tratta di qualcosa di sconosciuto”, ammette Stéphane Lichsteiner, difensore del Lilla finito recentemente nel mirino del grande Real Madrid.

“Tuttavia siamo molto contenti di iniziare veramente a giocare – prosegue il laterale destro della nazionale. E il piacere prende il sopravvento sulla pressione. In ogni caso, se sei troppo teso, fallisci la partita”.

Un incontro “eccezionale”

A dispetto di questi discorsi rassicuranti, la pressione legata all’appuntamento rimane enorme.

“Giocare la partita inaugurale è un onore, poiché è raro che la Svizzera organizzi un simile avvenimento. Non si può però fallire questo incontro e ciò mette una grandissima pressione sulle spalle dei giocatori”, sottolinea l’ex giocatore ed allenatore Umberto Barberis.

Secondo il consulente di swissinfo per questi Europei, “la partita di apertura è una vetrina per mettersi in mostra. È l’incontro più seguito assieme alla finale. Tutti vogliono farsi un’opinione sul paese ospite – che non ha dovuto passare dalla fase di qualificazione – e sapere se l’organizzazione sarà all’altezza delle aspettative. Inoltre, il paese organizzatore deve rimanere in lizza il più a lungo possibile”.

Per raggiungere questo obiettivo è necessario iniziare con un buon risultato, anche se una vittoria non è una garanzia di successo per il resto del torneo. Nel 1996, ad esempio, la Svizzera era riuscita a tener testa all’Inghilterra (1-1) nel match d’apertura giocato a Wembley. In seguito, però, i rossocrociati non erano riusciti a qualificarsi per i quarti. Quattro anni fa in Portogallo, la squadra di casa aveva invece iniziato con una sconfitta, ma era poi approdata in finale.

Cech, Baros, Koller e… Brückner

Sabato contro la Cechia, quindi, la Svizzera cercherà di “lanciare” al meglio il suo torneo, facendo suoi i tre punti in palio. L’avversario, però, non è un attore alle prime armi.

Certo, molti pilastri della squadra, come Nedved, Smicer o Poborsky, hanno abbandonato la nave e il capitano Tomas Rosicky (compagno di squadra degli svizzeri Philippe Senderos e Johan Djourou nell’Arsenal) è ferito. La squadra allenata da Karel Brückner annovera comunque tra le sue file individualità di tutto rispetto.

A cominciare dal portiere Petr Cech, inamovibile titolare nel Chelsea, dal ‘gigante’ Jan Koller, attaccante nel Norimberga, e dal capocannoniere degli ultimi Europei Milan Baros (Portsmouth).

Sfortunata finalista dell’Euro 1996 e eliminata in semifinale quattro anni fa in Portogallo, la Cechia si è classificata al primo posto nel suo gruppo qualificativo, davanti alla Germania.

“Questa squadra è molto compatta e può appoggiarsi su una difesa solida, che incassa pochissime reti. Inoltre dispone di Jan Koller, un attaccante di grande talento, capace di fare la differenza in ogni momento della partita”, conclude Umberto Barberis.

Rimane il centrocampo, il reparto forse meno forte della nazionale ceca… anche se ciò resta ancora da provare. Per la risposta bisognerà attendere sabato alle 18.

swissinfo, Mathias Froidevaux
(traduzione di Daniele Mariani)

La Cechia ha una popolazione di oltre 10 milioni abitanti. È ufficialmente indipendente dal 28 gennaio 1993, dopo la suddivisione della Cecoslovacchia in due paesi distinti, la Cechia, che comprende la Boemia e la Moravia, e la Slovacchia.

Dal primo maggio 2004 la Repubblica Ceca fa parte dell’Unione Europea.

In ambito calcistico, la nazionale ceca è stata finalista dell’edizione degli Europei del 1996 disputatisi in Inghilterra (sconfitta 2-1 dalla Germania). Quattro anni fa in Portogallo è stata eliminata in semifinale dai greci.

La nazionale cecoslovacca, dal canto suo, aveva conquistato l’Euro del 1976, battendo in finale la Germania ai calci di rigore, grazie in particolare al famoso tiro dal dischetto di Antonin Panenka.

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