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La battaglia dei cantoni per la medicina di punta

La ripartizione della medicina di punta tra gli ospedali universitari è già al centro da una decina di anni di discussioni Keystone

La medicina altamente specializzata deve essere ripartita tra i cinque ospedali universitari cantonali. È questa la conclusione di una perizia internazionale, commissionata dai cantoni di Berna e Basilea.

Il canton Zurigo, che si batte per due soli centri, uno nel proprio ospedale universitario e l’altro nella Svizzera francese, sta aspettando entro la fine dell’anno i risultati di una propria perizia.

“Non ha senso” limitare la medicina di punta a uno o due centri specializzati in Svizzera, come vorrebbe il canton Zurigo. Lo afferma una perizia elaborata su incarico dei cantoni di Basilea città e Berna.

Stando al rapporto indipendente, presentato martedì a Basilea e redatto da tre professori – un canadese, un tedesco e un inglese – sarebbe più sensato ripartire le diverse specialità tra i cinque ospedali universitari esistenti in Svizzera.

La nuova perizia contraddice quella intermedia pubblicata in maggio da Zurigo, la quale giudicava “necessaria” una concentrazione della medicina specializzata. Forte di quel parere, il governo zurighese ha chiesto la costituzione di due centri, uno ai bordi della Limmat e l’altro nella Svizzera romanda.

Complessità svizzera

Una tale soluzione non terrebbe conto della diversità e della complessità elvetica, ritengono invece gli autori della controperizia. “Una concentrazione della medicina di punta in due centri provocherebbe un indebolimento delle altre regioni”, ha dichiarato il professore canadese Pierre Collerette, coautore della ricerca.

I tre esperti riconoscono nondimeno che lasciare ad ogni ospedale universitario la possibilità di offrire tutto il ventaglio della medicina di punta non sarebbe la buona soluzione, poiché il numero di interventi in ciascun settore è troppo esiguo. È il caso ad esempio dei trapianti, che figurano tra l’altro all’origine della disputa.

Per rispettare e approfittare al massimo dei cinque ospedali – Ginevra, Losanna, Berna, Basilea e Zurigo – è dunque opportuno costituire una rete coordinata che ripartirebbe fra di essi le specialità.

Una simile rete avrebbe parecchi vantaggi, ritengono gli esperti: eviterebbe un “monopolio”, favorirebbe la ricerca e le prospettive di ciascun ospedale, migliorerebbe la qualità delle prestazioni e contribuirebbe alla crescita economica dei cinque cantoni interessati. Questa soluzione fornirebbe inoltre l’occasione per creare una base di dati nazionale.

Via bilaterale possibile

Nel caso di un rifiuto di tale opzione, il rapporto è favorevole alla via bilaterale, sull’esempio di quella scelta da Basilea Città e Berna, che potrebbe servire da modello sul piano svizzero. I due cantoni gestiranno insieme dall’autunno 2007 il settore della chirurgia cardiaca.

Il dibattito dura da dieci anni. Nel 2004, la Conferenza dei direttori cantonali della sanità (CDS) aveva adottato una Convenzione intercantonale sul coordinamento e la concentrazione della medicina altamente specializzata, che mirava a ripartire le specialità. Ma Zurigo ha rifiutato di ratificarla, volendo in particolare conservare la chirurgia cardiaca.

Il governo zurighese doveva presentare questo autunno il suo rapporto finale, ma non lo ha ancora fatto. La CDS, che contava di discutere questo giovedì tutte le perizie per proporre una nuova convenzione intercantonale, ha quindi dovuto rimandare ogni decisione alla prossima seduta plenaria, in programma nel maggio 2007.

Reazioni contrastanti

I governi dei cantoni di Berna e Basilea città hanno preso atto con soddisfazione del rapporto, che conforta la loro posizione. Il direttore della sanità pubblica di Basilea città, Carlo Conti, ha invitato l’esecutivo zurighese a “ritornare a bordo della barca comune”.

Per il responsabile della sanità del canton Vaud, Pierre-Yves Maillard, la concentrazione richiesta da Zurigo “equivarrebbe a rinunciare ad una serie di infrastrutture e competenze esistenti”. Dello stesso parere anche il collega ginevrino Pierre-François Unger, secondo il quale la concentrazione nuoce alla concorrenza e quindi alla ricerca.

Da parte sua, il segretario generale della sanità di Zurigo Martin Brunnschweiler si è detto pronto a riprendere il dialogo. A suo avviso, il rapporto commissionato da Berna e Basilea città non prende in considerazione gli aspetti più importanti, ossia la questione di costi e della qualità delle prestazioni mediche.

swissinfo e agenzie

2004: la Conferenza dei direttori cantonali della sanità trova un accordo sulla ripartizione della medicina di punta tra gli ospedali universitari. La Convenzione intercantonale sul coordinamento e la concentrazione della medicina altamente specializzata, che dovrebbe entrare in vigore nel 2008, permetterebbe tra l’altro di conseguire dei risparmi.

2005: il canton Zurigo decide di non aderire a questa Convenzione e propone di concentrare le attività in due centri (Zurigo e Svizzera francese)

Maggio 2006: i cantoni di Berna e Basilea città decidono di sviluppare in comune, dal 2007, la chirurgia dei trapianti del cuore.

Novembre 2006: Berna e Basilea città presentano una perizia favorevole ad una ripartizione della medicina specializzata tra i 5 cantoni.

Dicembre 2006: il canton Zurigo dovrebbe presentare i risultati di una propria perizia.

Maggio 2007: la Conferenza dei direttori cantonali della sanità dovrebbe esaminare i rapporti e giungere ad una decisione.

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