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La battaglia finale di Köbi Kuhn

Köbi Kuhn sogna la finale di Vienna Reuters

Il campionato europeo di calcio costituisce l'ultima grande sfida di Köbi Kuhn, che ha trascorso sette anni sulla panchina della nazionale svizzera. Swissinfo e Teletext l'hanno intervistato.

swissinfo/Teletext: Quale è il suo stato d’animo a poche settimane dalla partita inaugurale del torneo?

Köbi Kuhn: Avverto la pressione, ma questa non è assolutamente legata al fatto che Euro 2008 sarà la mia ultima competizione in veste di allenatore della nazionale.

Si tratta semplicemente della normale tensione presente alla vigilia di un appuntamento di tale importanza. Durante le scorse settimane siamo stati pesantemente criticati, ma ciò fa parte del gioco e non mi turba eccessivamente, perlomeno fintanto che gli attacchi non sono personali.

Prima delle coppe del mondo organizzate nei rispettivi paesi, anche Francia e Inghilterra hanno avuto delle difficoltà, ma poi si sono riprese in occasione della competizione ufficiale. Questi esempi dovrebbero stimolarci! Attualmente, sono concentrato esclusivamente sull’Euro.

swissinfo/Teletext: Il fatto di disputare Euro 2008 in Svizzera cambia realmente le carte in tavola?

K.K.: La squadra elvetica è giovane, ma la maggior parte dei giocatori è attiva nei principali campionati europei. Pertanto, essi sapranno gestire la pressione relativa a questo appuntamento. Come ho già avuto modo di ripetere, siamo in grado di vivere il nostro sogno fino alla fine, ma c’è anche la possibilità di terminare l’avventura già alla fine del primo turno, magari pur avendo giocato bene.

Una cosa è comunque certa: a partire dal 19 maggio, data d’inizio del campo d’allenamento di Lugano, tutti i giocatori focalizzeranno la loro attenzione esclusivamente sull’Euro. Disporremo quindi di tre settimane consecutive per prepararci in vista dell’esordio contro la Repubblica Ceca. Questo ci permetterà di migliorare il nostro stato di forma rispetto agli ultimi mesi.

swissinfo/Teletext: Lei ha appena sottolineato che la maggior parte dei giocatori della nazionale è impiegata all’estero. Durante la sua carriera di calciatore, lei è rimasto fedele al FC Zurigo, senza mai cercare di emigrare oltre le frontiere della Confederazione. Ha dei rimpianti?

K.K.: Era un’epoca differente. Ho avuto alcune possibilità per trasferirmi in Germania, ma – per vari motivi – ho deciso di rimanere in patria. In quel periodo, erano soprattutto i giocatori tedeschi a venire in Svizzera. In ogni caso, non ho rimpianti: ho vissuto una bella carriera nel nostro campionato. Va inoltre ricordato che, durante gli anni Sessanta, i grandi paesi dal profilo calcistico erano l’Inghilterra e l’Italia, due destinazioni inaccessibili.

swissinfo/Teletext: Immaginiamo che, alla vigilia della partita inaugurale, Barnetta e Frei lascino l’albergo durante la notte per andare a bere qualche birra come fece lei quarant’anni fa, quando era giocatore. Come reagirebbe?

K.K.: Se venissi a conoscenza di un fatto simile, penso che disporrei di un eccellente mezzo di pressione per obbligarli a correre moltissimo durante tutta la partita…

swissinfo/Teletext: Tornando a Euro 2008, quale è la sua opinione in merito ai tre avversari della Svizzera nel gruppo A (Cechia, Turchia, Portogallo)?

K.K.: La Repubblica Ceca è una squadra prevalentemente atletica, astuta, che ha un grande carattere. La partita iniziale contro di loro sarà importantissima, poiché una vittoria ci permetterebbe di lanciare nel migliore dei modi la competizione. Un’eventuale sconfitta complicherebbe invece seriamente il nostro compito.

La Turchia è un avversario che conosciamo bene e di cui ci è nota la pericolosità. L’incontro sarà inevitabilmente influenzato dal ricordo di quanto successo due anni or sono, ma faremo ovviamente del nostro meglio per dimenticare tutto al momento di scendere in campo.

Per quanto concerne il Portogallo, infine, spero soltanto che Cristiano Ronaldo continui a segnare molte reti con il Manchester United… e diminuisca il ritmo quando indosserà la maglia della nazionale.

swissinfo/Teletext: Köbi Kuhn, dove sarà il 29 giugno?

K.K: Guarderò la finale in televisione… oppure dalla panchina dello stadio Ernst-Happel di Vienna. È il mio sogno più grande.

swissinfo/Teletext, Mathias Froidevaux e Miguel Bao
(traduzione e adattamento, Andrea Clementi)

Jakob Kuhn, detto Köbi, è nato il 12 ottobre 1943 a Zurigo. Nella medesima città ha svolto tutta la sua carriera di calciatore, iniziata a 17 anni (FC Wiedikon dal 1954 al 1959; FC Zurigo dal 1960 al 1977).

Con la maglia zurighese, Köbi Kuhn ha vinto sei campionati e cinque coppe svizzere. Egli ha inoltre disputato due semifinali di Coppa Europa contro Real Madrid e Liverpool.

Selezionato 63 volte per la nazionale rossocrociata, Kuhn ha disputato la Coppa del mondo del 1966 in Inghilterra.

Direttore sportivo e allenatore a interim dello Zurigo (1983-1984), quindi – a partire dal 1996 – delle squadre nazionali giovanili (Under 18 et Under 21), Kuhn è subentrato nel 2001 a Enzo Trossero alla guida della Svizzera.

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