La casetta in Svizzera? Il sogno è più vicino
Gli stranieri non residenti in Svizzera potranno ben presto acquistare terreni evitando la complicata procedura di autorizzazione prevista dalla Lex Koller.
Pur chiedendo l’abrogazione della legge, il Consiglio federale non vuole un aumento incontrollato di abitazioni secondarie e propone in questo senso delle misure specifiche da inserire nel diritto sulla pianificazione del territorio.
Il governo ha trasmesso mercoledì al parlamento il messaggio relativo all’abrogazione della Lex Koller, del 1997, che limita l’acquisto di case da parte di stranieri non domiciliati in Svizzera. La costruzione delle abitazioni secondarie sarà così regolata dai cantoni nell’ambito della pianificazione del territorio.
“Il Consiglio federale non ravvisa più il pericolo che il suolo nazionale cada in mani straniere”, si legge in una nota congiunta del Dipartimento dell’ambiente e di quello di giustizia e polizia. Ostacolando il commercio di fondi e immobili, la Lex Koller intralcia inoltre il libero mercato e va perciò abrogata, sostiene il governo.
Evitare il boom edilizio
Siccome la decisione potrebbe comportare un boom edilizio indesiderato in alcune regioni turistiche, il Consiglio federale ha proposto misure accompagnatorie di pianificazione del territorio. I cantoni dovranno definire nei loro piani direttori i comuni e le regioni che necessitano di provvedimenti per garantire un rapporto equilibrato tra abitazioni primarie e secondarie.
Lasciando un ampio margine di manovra ai cantoni, il governo intende “adottare soluzioni consoni alle specificità delle singole circostanze” e creare le basi per il coordinamento delle misure all’interno e tra i singoli stati confederati.
Prima dell’abrogazione della Lex Koller – dal nome dell’ex consigliere federale Arnold Koller che ne era stato all’origine – i cantoni avranno tre anni di tempo per definire le loro strategie. Una volta abrogata la legge, le persone all’estero potranno acquistare immobili e terreni edificabili senza restrizioni, anche al solo scopo di investire capitali.
Secondo il Consiglio federale ciò potrebbe dare “importanti impulsi politico-economici”: investimenti diretti nella costruzione di abitazioni possono creare o mantenere posti di lavoro e ampliare l’offerta di abitazioni di alloggio, insufficiente in molte località.
Un’abrogazione voluta
In occasione della procedura di consultazione, l’abrogazione della Lex Koller era stata sostenuta all’unanimità, tranne dagli ecologisti. Le misure di accompagnamento in materia di pianificazione del territorio avevano invece sollevato proteste.
I governi di Uri, Vallese e Grigioni avevano fatto notare che queste disposizioni avrebbero potuto intaccare la loro sovranità, mentre l’Unione svizzera dei professionisti immobiliari le aveva definite “inutili”. I partiti borghesi avevano invece sostenuto che la pianificazione del territorio deve prima di tutto restare di competenza di cantoni e comuni.
Con l’abolizione della Lex Koller, si sta quindi per chiudere un lungo processo legislativo durato quasi mezzo secolo, dal primo decreto federale di Ludwig von Moos nel 1961, che riguardava soprattutto l’acquisto di case di vacanza nelle regioni turistiche, attraverso la trasformazione operata da Arnold Koller nel 1997, fino all’odierna decisione del Consiglio federale.
Nel corso degli anni il campo di applicazione della legge è stato considerevolmente limitato. Già da alcuni anni gli stranieri non devono più essere in possesso di un’autorizzazione per acquisire uno stabile destinato a scopi aziendali.
Oggi, in sostanza, soltanto l’acquisto di case di vacanza e di abitazioni in proprietà non utilizzate dall’acquirente stesso sottostà all’obbligo d’autorizzazione.
Aria di referendum
I Democratici svizzeri (DS) hanno già annunciato che lanceranno il referendum se il parlamento darà seguito al progetto del Consiglio federale di abrogare la Lex Koller.
I DS ricevono sostegno anche dall’ambientalista Franz Weber e dalla sua fondazione Helvetia. Weber ha detto che abrogare la normativa attuale sginificherebbe spalancare la porta alle speculazioni in grande stile.
Di altro avviso invece la reazione del Gruppo svizzero per le regioni di montagna (SAB). In un comunicato diffuso mercoledì spiega che a suo avviso la Lex Koller non era più al passo con i tempi: ben più importante è migliorare i tassi di occupazione delle residenze secondarie con misure mirate.
swissinfo e agenzie
La Lex Koller (Legge federale sull’acquisto di fondi da parte di persone all’estero) incide sulla costruzione e l’acquisizione di case e abitazioni secondarie.
Il diritto vigente in materia di pianificazione del territorio non contiene paragrafi dedicati a questo aspetto che è regolato liberamente dai comuni e dalle regioni.
Il Consiglio federale ha chiesto di abrogare la Lex Koller già nel gennaio del 2005. In cambio, propone di apportare delle modifiche alla Legge sulla pianificazione del territorio.
Attualmente, gli stranieri non residenti in Svizzera, così come le ditte straniere con sede all’estero, non posso acquistare terreni nella Confederazione se l’acquisto ha come obiettivo l’investimento di capitali.
L’abrogazione della Lex Koller avrebbe come principale conseguenza il venir meno di questo divieto. Altre limitazioni – come la richiesta di un’autorizzazione per l’acquisto di uno stabile destinato a scopi aziendali – sono già state abolite.
Già oggi, i cittadini europei residenti nella Confederazione godono degli stessi diritti degli svizzeri. I cittadini extraeuropei residenti, ma non domiciliati in Svizzera possono acquistare una casa o un appartamento in cui abitare, ma necessitano di un permesso per un’abitazione secondaria.
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