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La guerriglia libera due ostaggi in Colombia

Uno degli elicotteri con l'emblema del CICR serviti per la liberazione dei due ostaggi Keystone

I ribelli delle FARC hanno liberato due ostaggi detenuti da più di cinque anni. L'azione è stata resa possibile grazie all'iniziativa del presidente venezuelano Hugo Chavez.

La Svizzera saluta la liberazione delle due donne. La Confederazione lavora da cinque anni per la liberazione degli ostaggi detenuti dai guerriglieri colombiani.

Le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC) hanno liberato giovedì due dei loro ostaggi, Clara Rojas e Consuelo Gonzales.

“Ho detto ad entrambe: benvenute nella vostra nuova vita!”, ha dichiarato il presidente venezuelano Hugo Chavez dopo avere parlato alle due donne. Chavez vede così coronati i suoi sforzi di mediazione.

Un’equipe del Comitato internazionale della Croce rossa (CICR) ha recuperato i due ostaggi in elicottero nella giungla colombiana, vicino alla città di San José del Guaviare, a 300 chilometri a sud-est di Bogotà.

La colombiana Clara Rojas era stata rapita dalle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC) il 23 febbraio del 2002, insieme alla franco-colombiana Ingrid Betancourt, di cui all’epoca era la direttrice della campagna per l’elezione presidenziale. La sua compatriota Consuelo Gonzalez, una parlamentare del paese, era dal canto suo stata rapita il 10 settembre del 2001.

La loro liberazione riaccende le speranze per il rilascio di Betancourt e degli altri 50 ostaggi detenuti dai guerriglieri, ma le posizioni fra il governo di Bogotà e i guerriglieri delle FARC restano per il momento molto lontane.

Azione del CICR

L’operazione per il rilascio era cominciata giovedì mattina. Due elicotteri bianchi con le insegne del CICR giunti dal Venezuela sono atterrati all’aeroporto di San José de Guaviare, hanno fatto il pieno di carburante e sono ripartiti con i delegati della missione di salvataggio alla volta della giungla.

“A bordo dell’apparecchio dove sono saliti i due ostaggi si trovavano quattro delegati del CICR. Fra loro anche il capo della delegazione del comitato in Venezuela, Guy Mellet”, ha specificato a swissinfo Irma Àlvarez, che lavora per il CICR di Caracas.

Per facilitare il passaggio degli elicotteri, il traffico aereo nella regione è stato bloccato. Anche le operazioni militari contro la guerriglia sono state interrotte per la stessa ragione, su ordine del governo del presidente colombiano Alvaro Uribe. Le operazioni di salvataggio dall’aeroporto di San José de Guaviare sono state coordinate dall’alto commissario colombiano per la pace, Luis Carlos Restrepo.

Hugo Chavez aveva annunciato mercoledì di avere ricevuto dalla guerriglia le coordinate del luogo in cui Clara Rojas e Consuelo Gonzalez erano state detenute. La liberazione delle due donne era stata annunciata dalle FARC lo scorso 18 dicembre. Un primo tentativo di liberarle, coordinato da Chavez fra Natale e Capodanno, era tuttavia fallito. Una delegazione formata da rappresentanti di sette paesi, di cui faceva parte anche l’ambasciatore svizzero in Venezuela, era stata creata per partecipare a questo primo tentativo. Per l’intervento di giovedì invece, il loro intervento non è stato richiesto.

Reazione elvetica

La Svizzera ha accolto con “gioia e sollievo” la notizia. “La riconoscenza va a tutti coloro che hanno reso possibile il rilascio dei due ostaggi”, rileva in una nota il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

La Confederazione ringrazia in modo particolare i presidenti colombiano Alvaro Uribe e venezuelano Hugo Chavez per la collaborazione che ha reso possibile questo esito felice, ha precisato il DFAE. Nel contempo la Confederazione saluta il gesto delle FARC: “Si tratta di un primo passo indispensabile, ma la liberazione di tutti gli ostaggi rimane una priorità”.

La Svizzera, assieme alla Francia e alla Spagna, lavora da cinque anni per il rilascio degli ostaggi delle FARC, ricorda ancora il DFAE. “Abbiamo dato il nostro contribuito in una prima fase. Il presidente Chavez è in seguito intervenuto come mediatore”.

La Svizzera continuerà ad impegnarsi per una soluzione umanitaria della questione degli ostaggi ed è convinta che tale soluzione debba portare alla ripresa di un processo di pace in Colombia, conclude la nota.

swissinfo e agenzie

La Svizzera è impegnata dal dicembre del 2005 insieme alla Francia e alla Spagna nella mediazione volta alla risoluzione del conflitto interno colombiano. I tre paesi hanno proposto la creazione di una zona smilitarizzata di 280 km2 per facilitare i negoziati tra governo e guerriglia, in particolare in vista di un accordo umanitario sugli ostaggi.

Le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC) combattono da ormai quattro decenni contro il governo colombiano. Si tratta del principale gruppo guerrigliero attivo nel paese e dispone di 17’000 combattenti. È stato creato negli anni Sessanta e oggi controlla oltre il 40% del territorio colombiano.

Riconosciute come organizzazione terrorista da Stati Uniti e Unione europea, le FARC sostengono di rappresentare i poveri del mondo rurale contro le classi più ricche. Si finanziano attraverso una serie di attività, fra cui l’estorsione, i rapimenti e la partecipazione – diretta o indiretta – al mercato della droga.

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