La legge sugli stranieri rischia di cadere
La sessione straordinaria del Consiglio nazionale, che prende il via il 3 maggio, è caratterizzata dal dibattito politico sugli stranieri.
Sia la legge sull’asilo che quella sugli stranieri sono molto combattute. Per quest’ultima non si arriverà probabilmente nemmeno alla decisione di entrata in materia.
In Svizzera vivono un milione e mezzo di stranieri, una cifra che equivale al 20% della popolazione. Il 46% di questi stranieri proviene da paesi che non fanno parte dell’Unione europea (UE) o dell’Associazione europea di libero scambio (AELS).
La legge attuale, che risale al 1931, non risponde più in modo adeguato alle necessità della politica svizzera in materia di stranieri. Questa almeno è l’opinione del Consiglio federale. Campi come quello della politica d’integrazione, ad esempio, oggi non sono regolamentati dalla legge. Anche la lotta ai passatori non ha all’ora attuale basi giuridiche sufficienti.
Ammissione, integrazione e lotta agli abusi
Un nuovo sistema d’ammissione dovrebbe regolamentare l’entrata e il soggiorno in Svizzera di persone che non provengono dall’UE o dai paesi dell’AELS.
Accanto ai cittadini dell’UE e dei paesi dell’AELS, per i quali valgono gli accordi bilaterali sulla libera circolazione delle persone, dovrebbero avere accesso alla Svizzera solo lavoratori altamente qualificati o specializzati. E questo solo nel caso non fosse possibile trovare delle persone con profili equivalenti nei paesi dell’UE o dell’AELS. Il sistema è attivo dal 1998, ma fa capo ad un’ordinanza e non ad una legge vera e propria.
Nel campo dell’integrazione si vorrebbe migliorare la situazione delle persone presenti in modo stabile sul territorio svizzero. Per esempio facilitando il cambiamento di lavoro e di domicilio, così come il ricongiungimento famigliare.
Infine, la nuova legge dovrebbe contrastare meglio gli abusi e punirli più severamente. Si pensi in particolare ai passatori, al lavoro in nero e ai matrimoni fittizi.
Critiche da destra a sinistra
Il progetto di legge non avrà però vita facile in Consiglio nazionale. Tre dei quattro grandi partiti svizzeri non sono soddisfatti della proposta del Consiglio federale e della commissione competente.
«Il lavoro della commissione non ci piace, soprattutto per quanto riguarda il ricongiungimento famigliare», spiega Hermann Weyeneth, portavoce della frazione parlamentare dell’Unione democratica di centro (UDC) e presidente della commissione per la politica di sicurezza.
«È una pessima legge», afferma la socialista Ruth-Gaby Vermot. Il partito socialista (PS) respinge soprattutto il sistema d’ammissione duale. «Non è generoso, non è sistematico e discrimina gli stranieri extraeuropei».
Anche lo specialista dei liberali, Philip Müller, è tutt’altro che entusiasta del progetto di legge. Per Müller, nella sua forma attuale la legge non sarebbe accettata dal popolo. Per questo ha inoltrato 50 proposte di emendamento.
Molti ostacoli per la legge
Il partito liberale cercherà di rendere la legge di suo gradimento durante il dibattito, quando saranno discusse le proposte di emendamento di Müller. L’ufficio del parlamento ha però reagito al loro numero, 50, decidendo di introdurre la procedura scritta.
In un primo tempo Müller si è irritato, ma ora vede nella decisione dell’Ufficio un’opportunità in più. «Se ogni singola proposta di emendamento viene trattata per iscritto, allora posso partire dal presupposto che almeno venti persone in sala leggano le motivazioni di queste proposte».
Prima di poter decidere bisognerà però arrivare al dibattito. Non è un’ovvietà, perché, seppur per motivi diversi, socialisti, verdi e UDC minacciano di rifiutare l’entrata in materia. «Una buona parte del PS non vuole entrare in materia», ammette Ruth-Gaby Vermot, «o perlomeno vuole rispedire il progetto di legge al Consiglio federale».
L’UDC vorrebbe che del progetto di legge si rioccupasse la commissione competente. «Abbiamo delle serie riserve di natura pratica», spiega Weyeneth. Si dovrebbe ad esempio aspettare che si concludano gli accordi bilaterali bis con l’Unione europea, accordi che potrebbero comportare delle modifiche al progetto di legge. «In questo modo ci sarebbe un chiarimento essenziale della situazione effettiva».
Un atteggiamento che non piace al Partito popolare democratico, soddisfatto della proposta governativa. «Con questi rapporti di forza in parlamento, rispedire il testo di legge alla commissione non porterebbe a nessun miglioramento. Anzi, ci troverebbe piuttosto confrontati con una linea ancora più dura», afferma Doris Leuthard, presidente ad interim del PPD.
Poco tempo
Che la sessione straordinaria del Consiglio nazionale tratti o meno la questione della legge sugli stranieri, dipende anche dalla legge sull’asilo che la precede all’ordine del giorno. La socialista Vermot ritiene che la discussione della legge sull’asilo potrebbe prendere quasi tutta la settimana. Ciò significa che la legge sugli stranieri slitterebbe a giugno.
Swissinfo, Christian Raaflaub
(traduzione dal tedesco: Doris Lucini)
830’486 cittadini dell’UE o di paesi dell’AELS vivevano in Svizzera alla fine del 2003 (211’652 nati in Svizzera)
640’547 cittadini di altri paesi (134’568 nati in Svizzera)
64’652 richiedenti l’asilo, di cui 24’467 ammessi in via provvisoria
Il Consiglio nazionale si riunisce in sessione straordinaria dal 3 al 7 maggio. La legge sull’asilo e la legge sugli stranieri sono i due principali temi in programma. La nuova legge sugli stranieri dovrebbe sostituire quella attuale, entrata in vigore nel 1931.
La legge dovrebbe regolamentare l’entrata e il soggiorno in Svizzera degli stranieri che non provengono dagli stati dell’UE o dell’AELS.
Il testo di legge prevede un sistema d’ammissione con restrizioni per gli stranieri che non provengono dall’UE/AELS, regola l’integrazione degli stranieri che vivono stabilmente in Svizzera e pone le basi per combattere meglio la criminalità e gli abusi.
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