La lobby della canapa rinasce dalle ceneri

Con un iniziativa popolare, depositata venerdì a Berna, viene lanciato un nuovo tentativo per giungere ad una depenalizzazione del consumo di canapa in Svizzera.
Sostenuta da 105’000 persone, l’iniziativa è promossa da un comitato di politici ed esperti di droga. Nel 2004 una proposta analoga era stata respinta dal parlamento.
Sostenuta da 105’000 firme, l’iniziativa “Per una politica della canapa che sia ragionevole e che protegga efficacemente i giovani” è stata depositata venerdì presso la Cancelleria federale da un comitato che raggruppa esperti e politici di vari partiti, dal centro alla sinistra.
“Il nostro obbiettivo è di giungere ad una depenalizzazione del consumo di canapa, in base a regole ben precise, incoraggiando il parlamento ad elaborare una propria soluzione di compromesso”, dichiara a swissinfo la consigliera nazionale Ursula Wyss.
Secondo la parlamentare socialista, non ha nessun senso trattare come dei criminali 500’000 persone che consumano regolarmente o occasionamente droghe leggere in Svizzera.
Il testo propone di fissare un limite di età minima per il consumo e un sistema di permessi per i negozi che vendono sostanze psicoattive.
L’iniziativa, sottolinea Ursula Wyss, non chiede la liberalizzazione totale del commercio di canapa, una disposizione vietata dal diritto internazionale.
Per combattere il traffico illegale è necessario predisporre misure di controllo del commercio, ritiene la consigliera nazionale bernese.
Giovani consumatori
Per Ursula Wyss non è possibile prevedere se la depenalizzazione avrà un impatto sul numero dei consumatori di canapa.
La parlamentare socialista si dice comunque preoccupata per i dati che emergono dalle statistiche pubblicate recentemente.
In base a tali dati in Svizzera vi è una delle più alte percentuali di giovani consumatori di canapa a livello europeo e le droghe leggere sono sempre più diffuse dal 1980.
“Regole molto restrittive devono essere applicate per proteggere i giovani e i bambini. Bisogna far capire che queste misure vengono rafforzate, per la canapa come per l’alcol”, afferma Ursula Wyss.
La consigliera nazionale spera di poter raccogliere questa volta un largo consenso anche da parte dei parlamentari del Partito liberale radicale e del Partito popolare democratico.
Nel giugno del 2004, la Camera del popolo aveva rifiutato di prendere in esame una serie di proposte per alleggerire la legge su consumo di droghe leggere, già discusse dal Consiglio degli Stati.
Destra contraria
Contro ogni tentativo di liberalizzazione in materia di droghe leggere si battono con vigore gli schieramenti di destra.
“Siamo contrari ad una liberalizzazione della canapa. Esistono prove scientifiche, raccolte negli ultimi 40 anni, che dimostrano i danni alla salute provocati dagli stupefacenti”, dichiara Roman Jäggi.
A detta del portavoce dell’Unione democratica di centro, l’atteggiamento della società nei confronti della droga è cambiato negli ultimi anni e la maggior parte della gente è favorevole ad un maggior rigore.
“La politica della droga è diventata troppo liberale in Svizzera. Da parte nostra sosteniamo gli sforzi intrapresi negli ultimi tempi dalla polizia per far chiudere i negozi di canapa. Ma è chiaro che bisogna fare ancora di più per impedire che dei giovani di 12 anni comincino a consumare stupefacenti”, aggiunge Jäggi.
Ruolo di pioniere?
Bisognerà aspettare oltre due anni prima che l’iniziativa venga sottomessa al verdetto del popolo.
Se le proposte fossero accettate in votazione federale, la Svizzera diventerebbe il primo paese nel mondo a depenalizzare l’acquisto, il possesso e il consumo di canapa.
A detta dei promotori dell’iniziativa, la Svizzera potrebbe diventare un modello per gli altri paesi europei.
Già negli anni ’80 e ’90, la Confederazione aveva attirato l’attenzione da tutto il mondo per aver tollerato una “scena aperta” della droga in alcune città, a cominciare da Zurigo.
Per combattere la diffusione della droga, il governo svizzero ha adottato una strategia che si basa su quattro pilastri: repressione, prevenzione, terapia e riduzione dei danni.
swissinfo, Urs Geiser
(traduzione di Armando Mombelli)
Con un’iniziativa firmata da almeno 100’000 persone, il popolo svizzero può chiedere una votazione federale su un emendamento costituzionale.
Dopo il controllo delle firme possono trascorrere fino a 4 anni finché l’iniziativa venga sottomessa al verdetto popolare.
Negli anni ’90, il popolo svizzero ha respinto due iniziative sul tema della droga: una chiedeva un alleggerimento delle disposizioni legali e l’altra una politica più severa.
Nel 2004, il Consiglio nazionale ha bocciato una proposta di depenalizzazione del consumo di canapa.
Secondo una statistica pubblicata dall’Ufficio federale della sanità pubblica, il 46% delle persone tra i 13 e i 29 anni hanno consumato almeno una volta la canapa. Una persona su 10 consuma regolarmene questi stupefacenti.
La Svizzera figura così tra i paesi europei con il maggior consumo di droghe leggere.
Nel 1991, il governo svizzero ha introdotto una nuova strategia contro la droga che si basa su quattro pilastri: repressione, prevenzione, terapia e riduzione dei danni.

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