La norma penale contro il razzismo non sarà riveduta
Nel corso dell'ultima seduta governativa di Christoph Blocher, il Consiglio federale ha respinto le proposte di revisione della norma penale contro il razzismo, avanzate dal ministro di giustizia e polizia uscente.
Secondo la presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey, il governo ha voluto tener conto della volontà del popolo svizzero, che aveva approvato questa norma nel 1994.
Il Consiglio federale non intende rivedere la norma penale contro il razzismo, come richiesto nel maggio scorso dal ministro di giustizia e polizia Christoph Blocher, che ha partecipato venerdì alla sua ultima seduta in seno all’esecutivo.
Il governo ha preso atto di un documento di lavoro preparato dall’Ufficio federale di giustizia (UFG) e “non ravvisa la necessità d’intervenire”, precisa un comunicato, di sole quattro righe, pubblicato dal dipartimento di giustizia e polizia (DFGP).
Il 23 maggio scorso l’UFG aveva presentato diverse varianti per una modifica o addirittura per l’abrogazione pura e semplice della norma antirazzismo.
Rispetto della volontà popolare
Il governo non ha voluto modificare la norma antirazzismo perché era stata votata dal popolo, ha spiegato la presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey ai microfoni della radio della Svizzera tedesca DRS.
Nella sua decisione, il Consiglio federale ha tenuto conto del parere degli esperti espresso questa primavera, ha aggiunto Livio Zanolari, portavoce del DFGP.
Il governo non ritiene la norma “cattiva”, ha dichiarato da parte sua Christoph Blocher. Nel mirino del ministro di giustizia e polizia, non riconfermato in carica lo scorso 12 dicembre dal parlamento, era soprattutto la norma penale che sanziona la negazione o la minimizzazione del genocidio.
Tra le varianti presentate in maggio dall’UFG vi era la proposta di abrogare parzialmente il passaggio dell’articolo 261 bis del codice penale, che punisce negazionisti e revisionisti. Secondo il capoverso in questione, la detenzione o una multa vengono inflitte a chiunque “disconosce, minimizza grossolanamente o cerca di giustificare il genocidio o altri crimini contro l’umanità”.
Quale alternativa alla soppressione, l’UFG suggeriva di precisare meglio il reato, limitandolo a genocidi e altri crimini contro l’umanità costatati dal governo svizzero o da un tribunale internazionale riconosciuto dalla Svizzera oppure ancora da una commissione internazionale o nazionale di storici.
Relazioni con la Turchia offuscate
Christoph Blocher aveva suscitato un certo scalpore e numerose reazioni negative nell’ottobre dello scorso anno: durante una visita in Turchia aveva dichiarato pubblicamente che la norma antirazzismo gli faceva venire il “mal di pancia”. Tornato in patria, Blocher aveva manifestato l’intenzione di proporre modifiche alla norma legale, approvata dal popolo elvetico nel 1994.
Da notare che, proprio le relazioni con la Turchia, erano state offuscate negli ultimi anni, in seguito al riconoscimento del genocidio armeno da parte dei cantoni di Ginevra e Vaud, come pure al dibattito tenuto dal parlamento svizzero sullo stesso tema.
Sulle relazioni tra i due paesi ha pesato anche negli ultimi tempi il processo tenuto a carico del nazionalista turco Dogu Perincek, il quale aveva pubblicamente negato il genocidio armeno in Svizzera.
swissinfo e agenzie
La norma penale contro il razzismo (articolo 261bis del Codice penale) è stata approvata nel 1994 in votazione federale con una maggioranza del 54,7%.
Le disposizioni legali, entrate in vigore nel 1995, vietano ogni forma di incitazione all’odio o alla discriminazione di persone che appartengono ad altre razze, etnie o religioni. È pure punibile la negazione di un genocidio.
Nella sua seduta di venerdì, l’ultima di questa legislatura, il governo si è accomiatato dalla cancelliera della Confederazione Annemarie Huber-Hotz e dal consigliere federale Christoph Blocher.
Diverse decine di persone, con vestiti tradizionali e campanacci, hanno accompagnato in seguito il ministro di giustizia e polizia fino alla stazione ferroviaria di Berna.
Christoph Blocher non è stato riconfermato in carica dal parlamento il 12 dicembre scorso. L’Assemblea federale ha infatti eletto la grigionese Eveline Widmer-Schlumpf, pure appartenente all’Unione democratica di centro. In seguito a questa decisione, il partito di destra ha deciso di passare all’opposizione.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.