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La pillola prima della maratona

Pausa... volante alla maratona della Jungfrau Keystone Archive

Stando a recenti studi condotti in Germania, molti maratoneti mettono a repentaglio la salute assumendo antidolorifici prima di correre gli storici 42,195 km. Quale è la situazione in Svizzera, dove queste manifestazioni sono sempre più popolari?

Poche persone esitano a prendere una pastiglia per calmare un fastidioso mal di testa: questa abitudine, ormai consolidata, rischia però di diventare pericolosa quando i medicamenti sono utilizzati prima di uno sforzo fisico importante, e senza la necessaria conoscenza di causa.

Molti farmaci simili all’aspirina vengono infatti utilizzati per prevenire le infiammazioni di cui soffrono frequentemente i corridori che si cimentano con le lunghe distanze.

Secondo uno studio dell’università di Norimberga, il 61% dei partecipanti alla maratona di Bonn del 2009 ha assunto antidolorifici prima della corsa. Il rischio è costituito dai problemi di fegato che possono risultare dall’assunzione delle sostanze e la disidratazione durante lo sforzo.

A questo proposito, Matthias Kamber – direttore dell’Agenzia svizzera contro il doping – conferma che, sulla base di uno studio eseguito tre anni or sono, le conoscenze degli svizzeri in merito agli antidolorifici sono piuttosto limitate.

Urge sensibilizzare

Proprio per questo motivo, «abbiamo lanciato un progetto in collaborazione con l’assicuratore malattia Visana», spiega Kamber. Scopo dell’operazione: aumentare il grado di consapevolezza presso la popolazione.

In quest’ottica, saranno dunque organizzati degli stand in occasione delle principali manifestazioni podistiche, per informare i partecipanti in merito ai rischi correlati con l’utilizzo improprio dei farmaci, il ricorso al doping e una dieta inadeguata.

Anti-Doping Svizzera e Visana presenzieranno anche alla Jungfrau Marathon, un’impegnativa corsa in montagna che attira ogni anno moltissimi appassionati (oltre 4’000 lo scorso anno). Si tratta inoltre di una delle poche corse in cui anche gli atleti non professionisti sono stati sottoposti a verifica (nel 1998).

«Abbiamo potuto constatare che circa un terzo aveva assunto antidolorifici, e una persona è risultata positiva al doping», spiega il responsabile della manifestazione Christoph Seiler.

Kamber esprime tuttavia perplessità in merito a questo dato: stando a uno studio più scientifico, realizzato due anni più tardi in occasione della Swiss alpine marathon di Davos, il numero di corridori che avevano fatto ricorso a farmaci si situava attorno al 10%.

Una pastiglia come sponsor

Quest’ultimo dato è confermato anche dal dottor Walter O. Frey, responsabile di un centro di medicina sportiva a Zurigo: «Le persone che corrono una maratona e devono contemporaneamente assumere medicamenti ne discutono generalmente con il dottore, ragion per cui siamo informati in merito».

In particolare, Frey fa notare che un altro studio evidenzia lo scarso utilizzo di spray per l’asma da parte dei podisti. «Questo tipo farmaco per facilitare la respirazione viene in media usato meno dai maratoneti rispetto alla popolazione; molti corridori – anche quelli che soffrono di asma e ne avrebbero bisogno – non assumono alcuna medicina».

Frey, Kamber e Seiler concordano comunque nel sottolineare che gli antidolorifici non devono essere affatto considerati come parte della preparazione di una corsa di lunga distanza.

La situazione è però diversa altrove. Nel 2008, la ditta farmaceutica Tylenol ha sponsorizzato la maratona di New York (37’000 partecipanti, oltre 300 milioni di spettatori televisivi in tutto il mondo). L’azienda dedica persino una sezione del suo sito ufficiale all’uso di antidolorifici in occasione delle maratone.

Bisogna sudare!

«Sappiamo che in Sudafrica o a New York è piuttosto normale assumere medicamenti per correre una maratona, ma noi cerchiamo di spiegare ai nostri partecipanti l’importanza di saper accettare il dolore», afferma Markus Roth, responsabile dell’agenzia di viaggi Albis Reisen, specializzata nell’organizzazione di trasferte per maratone internazionali. «Chi si allena adeguatamente, può correre senza ricorrere ai farmaci», aggiunge.

Philippe Tschannen, un uomo d’affari che parteciperà alla maratona di New York attraverso l’agenzia in questione, afferma: «Non intendo assumere nessun medicamento, né prima né durante la corsa. In caso di dolori, smetterò di correre».

Dale Bechtel, swissinfo.ch
(traduzione e adattamento: Andrea Clementi)

In proporzione alla popolazione nazionale, gli svizzeri figurano tra i cittadini europei più presenti alle grandi maratone internazionali.

Nel 2009, per esempio, 750 elvetici hanno terminato quella di New York (lo stesso numero di corridori tedeschi).

Dati analoghi si riscontrano nelle maratone di Berlino, Londra, Boston e Chicago.

Nel 2010 la Svizzera sarà teatro di una decina di maratone, sia su strada, sia su percorsi montagnosi, quali la Jungfrau Marathon e la Swiss alpine marathon.

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