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“La Russia vuole dare una lezione alla Georgia”

Migliaia di persone hanno tentato negli ultimi giorni di sfuggire al conflitto scoppiato nell'Ossezia del Sud Keystone

Dopo aver tentato di prendere il controllo della regione separatista dell'Ossezia del Sud, le autorità della Georgia sono state costrette a ritirare le loro truppe. Secondo l'esperto svizzero Jeronim Perovic, la Russia intende ora dimostrare chiaramente la sua supremazia nella regione.

È durato solo pochi giorni il nuovo tentativo del governo georgiano di prendere in mano la situazione nel territorio secessionista filorusso dell’Ossezia del Sud, che mira a ricongiungersi con l’Ossezia del Nord, appartenente alla Russia.

Le autorità di Mosca hanno risposto all’offensiva lanciata venerdì dalla Georgia, mobilitando le loro truppe e bombardando la capitale georgiana Tbilisi. Il governo russo ha inoltre imposto immediatamente un blocco terrestre e marittimo sul Mar Nero per isolare completamente il territorio georgiano.

Dopo intensi combattimenti, le forze georgiane sono state così costrette a cedere la capitale dell’Ossezia del Sud, Tskhinvali, e a ripiegarsi nel giro di poche ore dalle zone occupate. Domenica, le autorità di Tbilisi hanno proposto un cessate il fuoco a Mosca per porre fine al conflitto, costato la vita a diverse centinaia di persone.

L’intervento delle forze russe è stato condannato dalla Nato: secondo il segretario generale dell’Alleanza atlantica Jaap de Hoop, la Russia ha violato l’integrità territoriale della Georgia, facendo uso di una forza sproporzionata. Anche gli Stati uniti hanno reagito, chiedendo a Mosca di rispettare l’integrità territoriale georgiana.

Tentativo di riunificazione fallito

Le autorità russe sembrano però intenzionate a ristabilire la loro supremazia nella regione caucasica. “I russi vogliono dare ora una buona lezione ai georgiani, dimostrando che sono loro i padroni di questa regione”, ritiene Jeronim Perovic, docente presso l’Università di Basilea e specialista dei territori dell’ex Unione sovietica.

Secondo l’esperto svizzero, “facendo ricorso alla forza, il presidente georgiano Mikhaïl Saakaschvili rischia ora di perdere definitivamente sia l’Ossezia del Sud che l’Abkhazia”. Dalla sua elezione nel 2004, Saakaschvili aveva fatto della riunificazione del proprio paese una priorità.

“Già dal crollo dell’Unione sovietica nel 1991, la Georgia aveva tentato a più riprese di reintegrare nel proprio territorio l’Osssezia del Sud e l’Abkhazia”, ricorda Jeronim Perovic.

Secondo l’esperto elvetico, la Svizzera potrebbe svolgere un ruolo importante di mediazione tra le due parti, non appena saranno cessate le ostilità. “La Svizzera gode di una buona reputazione in Georgia, ma anche in Russia, in ragione tra l’altro della sua politica di neutralità”, dichiara Jeronim Perovic.

Appello ad una soluzione pacifica

Venerdì il governo svizzero aveva lanciato un appello per un immediato cessate il fuoco tra le forze georgiane e quelle della repubblica indipendentista dell’Ossezia del Sud, invitando le due parti a cercare una soluzione pacifica al conflitto.

“La Svizzera è molto preoccupata” per quanto accade in Ossezia del Sud, in particolare per le vittime civili del conflitto, ha dichiarato il portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Jean-Philippe Jeannerat in una conferenza stampa.

Il DFAE ha inoltre sconsigliato i cittadini svizzeri dal recarsi nella regione, dove risiedono attualmente 29 espatriati, di cui 26 vivono nella capitale Tbilisi, ma nessuno si trova in Ossezia del Sud.

Da parte sua, il centro di competenza Swissint ha comunicato che resteranno sul posto i due osservatori militari svizzeri stanziati in Georgia, a ridosso della frontiera con l’Abkhazia, come pure i due osservatori civili di polizia che si trovano nella capitale Tbilisi.

swissinfo e agenzie

Situata nella regione del Caucaso e del Mar Nero, l’ex repubblica sovietica della Georgia è ridiventata indipendente nel 1991, in seguito al crollo dell’Unione sovietica.

La rinascita della Georgia è stata però accompagnata dall’acuirsi di tensioni interne, legate alle aspirazioni di autonomia e di secessione dei territori dell’Ossezia del Sud e dell’Abkhazia.

La capacità militare della Georgia è limitata ad un esercito di 11mila uomini. Il bilancio della difesa di Tbilisi è di 29 milioni di euro all’anno. La Russia dispone di un effettivo militare di 1 milione di soldati. Le spese per le forze armate ammontano a 12,5 miliardi di euro.

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