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La Svizzera concorda col bilancio di Annan

Annan ha aperto il più grande vertice nella storie delle Nazioni Unite Keystone

La Svizzera condivide le critiche espresse dal segretario generale dell'ONU sulla mancanza di progressi significativi su alcune questioni cruciali.

Aprendo mercoledì lo storico vertice di tre giorni dell’ONU, Kofi Annan ha deplorato i pochi passi avanti fatti dai paesi membri per lottare contro la povertà e per riformare le Nazioni Unite.

Esprimendosi davanti ai circa 150 leader mondiali riuniti a New York, Kofi Annan non ha nascosto i problemi sorti durante i negoziati per stilare un documento finale. In particolare, Annan ha deplorato il fatto che non si sia riusciti a trovare un’intesa sul disarmo e sulla non proliferazione nucleare.

“Ci congratuliamo per l’analisi realistica fatta dal segretario generale”, ha dichiarato il presidente della Confederazione Samuel Schmid. “Annan non ha nascosto il suo disappunto per il fatto che gli Stati membri non siano riusciti a trovare delle soluzioni in alcuni ambiti”.

“Concordiamo però con Annan quando dice che su alcune questioni cruciali sono stati compiuti dei progressi”.

Un documento annacquato

In un appassionato discorso pronunciato mercoledì al Palazzo di vetro, Annan ha sollevato un certo numero di temi contenziosi che hanno turbato il vertice.

Martedì, i rappresentanti dei 191 paesi membri hanno raggiunto un accordo su un documento finale che dovrà essere adottato venerdì.

Tuttavia, il documento di 35 pagine – frutto di intense settimane di negoziati – è ben lontano dai progetti sostenuti da Annan per ridurre la povertà e riformare l’organizzazione.

“Siamo franchi, non siamo ancora riusciti a realizzare l’ampia e fondamentale riforma che io e molte altre persone chiedono”, ha detto il segretario generale.

Il documento consiste in una dichiarazione annacquata sullo sviluppo, i diritti umani, il terrorismo e la sicurezza.

Nessun progresso sulla lotta alla povertà

I negoziatori non sono riusciti a mettersi d’accordo su una definizione del terrorismo e su come lottare contro la profilerazione nucleare. Inoltre, non ci sono stati progressi significativi per quanto concerne un aumento dell’aiuto e la rimozione delle barriere commerciali, una priorità per i paesi in via di sviluppo.

«La vita di milioni di persone, le speranze di miliardi sono nelle vostre mani», ha detto Kofi Annan, lanciando un appello ai leader del pianeta a prendere misure immediate per ridurre la povertà e portare la speranza a miliardi di persone nel mondo.

“È per salvare le loro vite, per proteggere i loro diritti, per assicurare la loro libertà e la loro sicurezza – ha sottolineato Annan – che dobbiamo trovare efficaci risposte collettive alle sfide del nostro tempo»

Bush un po’ più conciliante

Dopo Annan ha preso la parola George Bush. Il presidente statunitense ha soprattutto parlato di terrorismo, proponendo di battere i terroristi con le armi delle idee e dello sviluppo per fare avanzare, com’è missione delle Nazioni Unite, la democrazia e la libertà.

Dopo le accuse di corruzione legate al programma “Petrolio in cambio di cibo”, Bush non ha inoltre risparmiato le critiche all’organizzazione: “L’ONU deve applicare a se stessa gli stessi standard che chiede agli altri”.

Con le ossa rotte dopo l’uragano Katrina, l’inquilino della Casa Bianca ha però anche cercato una riconciliazione con le Nazioni Unite, dando prova di un certo multilateralismo: «Il mondo è più misericordioso quando agiamo insieme» – ha detto – una constatazione che «deve essere d’ispirazione all’ONU».

Schmid parlerà giovedì

Dal canto suo, Samuel Schmid, che guida la delegazione svizzera a New York, si è unito ad altri capi di stato per siglare la convenzione internazionale per la soppressione degli atti di terrorismo nucleare.

Il presidente elvetico, che giovedì parlerà dalla tribuna dell’ONU ed incontrerà il premier italiano Silvio Berlusconi, ha partecipato ad una tavola rotonda sulle riforme dell’ONU.

Inoltre, Schmid ha avuto dei colloqui bilaterali con i presidenti del Burundi, del Mozambico e del Portogallo.

swissinfo, Adam Beaumont da New York
Traduzione ed adattamento Daniele Mariani

Al più grande vertice mai organizzato nella storia dell’ONU prendono parte circa 150 capi di Stato e di governo.

Il summit, che si è aperto mercoledì a New York e che coincide con il 60esimo anniversario dell’ONU, durerà tre giorni ed è incentrato soprattutto sulle riforme dell’organizzazione.

Prima dell’inizio del vertice, i rappresentanti dei 191 Stati membri hanno raggiunto un accordo su una dichiarazione finale, che sarà adottata venerdì, prima della chiusura.

I punti più importanti concernono la conferma degli obiettivi del Millennio per ridurre di metà la povertà, una convenzione contro il terrorismo, la creazione di un Consiglio dei diritti umani e la riforma dell’ONU.

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