La Svizzera di domani nasce dalle urne
Il 26 settembre i cittadini svizzeri devono pronunciarsi su quattro temi. Tre di essi possono contribuire a modellare la società svizzera del futuro.
Il popolo è chiamato a votare su due decreti relativi alla naturalizzazione degli stranieri e su un progetto di assicurazione maternità. Il quarto tema riguarda il futuro della Posta.
Con circa il 20%, la Svizzera è uno dei paesi d’Europa con la più alta percentuale di popolazione straniera. Un fenomeno che dipende anche dalla difficoltà ad ottenere la cittadinanza svizzera.
Il governo e il parlamento propongono perciò di rendere meno ardua la naturalizzazione dei giovani stranieri della seconda e della terza generazione.
Ciò avverrebbe attraverso una semplificazione delle procedure, un’armonizzazione delle tariffe o ancora una riduzione degli anni di soggiorno richiesti.
Per i giovani della terza generazione, la naturalizzazione sarebbe persino automatica. In questo modo, la Svizzera aprirebbe le porte allo “jus soli”, il diritto alla cittadinanza per chi nasce nel paese.
Quasi tutti i partiti sono favorevoli alla riforma. Solo la destra, e in particolare l’Unione democratica di centro (UDC), vi si oppone con decisione, ritenendo che la cittadinanza svizzera vada meritata e non possa essere accordata automaticamente.
I due testi in votazione saranno di certo oggetto di una disputa accesa. I cittadini svizzeri hanno già respinto per ben due volte, nel 1983 e nel 1994, una naturalizzazione facilitata dei giovani stranieri.
In difesa del servizio pubblico
Costretta fin dal 1998 a lasciare la sua posizione di monopolio e ad aprirsi al mercato, la Posta svizzera ha subito negli ultimi anni una profonda ristrutturazione. Molti uffici postali sono stati soppressi.
Una misura che ha suscitato un ampio malcontento nella popolazione, abituata alla diffusione capillare degli sportelli postali. I sindacati e le associazioni di difesa dei consumatori hanno perciò lanciato un’iniziativa per fermarne lo smantellamento.
L’iniziativa “Servizi postali per tutti” chiede che la Confederazione contribuisca a mantenere un servizio postale universale di qualità in tutto il paese. Lo Stato dovrebbe assumersi il finanziamento di quei servizi che la Posta non riesce a garantire con le sue risorse.
La proposta, sostenuta dalla sinistra, è respinta dai partiti borghesi. Questi ritengono che la nuova legge sulla posta, entrata in vigore il 1° gennaio, già basti ad assicurare un servizio postale di qualità. E non ne vogliono sapere di quella che chiamano “tassa postale”.
Fine di una lunga attesa?
Nel 1945 il popolo aveva approvato il principio della creazione di un’assicurazione maternità. Il principio è però rimasto sulla carta, relegato in un articolo della Costituzione federale.
A più riprese i cittadini o il parlamento hanno respinto proposte volte a tradurre in misure legislative concrete il dettato costituzionale. L’ultimo progetto è stato respinto dal popolo nel 1999.
L’attuale proposta riprende il progetto del 1999, che ricorreva al fondo d’indennità per perdita di guadagno – destinato finora solo ai militari e a chi presta servizio civile. Le madri lavoratrici avrebbero diritto ad un’indennità pari all’80% del loro salario durante 14 settimane.
Per evitare una nuova sconfitta alle urne, il progetto è stato però ridimensionato. Le donne non lavoratrici e le donne che adottano un figlio ne sono escluse.
La proposta beneficia di un ampio sostegno, sia da parte della sinistra, sia da parte del centro-destra. Come per i decreti sulla naturalizzazione, il ruolo dell’opposizione è assunto dall’UDC.
Il partito considera che la creazione di una nuova assicurazione sociale costi troppo e che penalizzi l’economia.
swissinfo, Olivier Pauchard (traduzione: Andrea Tognina)
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.