La Svizzera difende i diritti dell’uomo
La Giornata internazionale dei diritti dell'uomo è stata celebrata sabato un po' ovunque in Svizzera.
La consigliera federale Micheline Calmy-Rey si è espressa in favore del divieto assoluto della tortura anche nella lotta contro il terrorismo.
Le azioni più importanti si sono svolte a Berna – dove sono scesi in piazza gli omosessuali – e a Ginevra con la presenza di numerosi «sans papiers».
La consigliera federale Micheline Calmy-Rey ha lanciato un appello al divieto assoluto della tortura, anche nel quadro della lotta contro il terrorismo.
La Svizzera è impegnata per l’abolizione della pena di morte e per il divieto della tortura, si legge sulla pagina internet del Dipartimento degli affari esteri (DFAE). Quest’ultimo sostiene inoltre le autorità e le organizzazioni non governative impegnate a lottare contro la tratta di esseri umani. La ministra auspica anche un Consiglio per i diritti umani in seno all’ONU che sia credibile.
Sulle rive del Lemano, circa 50 «illegali» provenienti da diversi cantoni, ma anche dalla Spagna, si sono radunati davanti al «Palazzo Wilson», dove ha sede l’Alto commissariato dell’ONU per i diritti umani. I manifestanti hanno protestato «contro il vento glaciale e xenofobo che soffia sulla Svizzera e sull’Europa».
Proteste contro la Polonia
A Berna invece due organizzazioni di gay e lesbiche, la Pink Cross e la OLS, hanno radunato circa 40 persone davanti all’ambasciata polacca per protestare contro il divieto imposto dal governo di Varsavia ad una manifestazione «per la tolleranza» in programma a Poznan.
Il 19 novembre scorso la polizia era intervenuta per disperdere con la violenza circa 500 dimostranti che scandivano slogan contro la discriminazione sessuale.
«È con grande indignazione che prendiamo atto che in Polonia le violazioni contro i diritti degli omosessuali sono in aumento», ha dichiarato la consigliera nazionale socialista Margret Nellen Kiener, presente alla manifestazione. L’ambasciatore polacco si è intrattenuto con i dimostranti, ciò che è stato valutato come un «vero successo» da parte della presidente dell’OLS Brigitte Röösli.
Lettere di sostegno
Amnesty International ha organizzato diverse azioni in tutto il paese per incitare migliaia di persone a scrivere lettere di sostegno in difesa di persone i cui diritti fondamentali sono minacciati. L’organizzazione spera che la «maratona» possa concludersi con l’invio di almeno 15’000 lettere dalla sola Svizzera. L’anno scorso – precisa Amnesty – 30 paesi avevano aderito all’iniziativa e le migliaia di lettere spedite hanno prodotto effetti positivi nella metà dei casi (liberazione di prigionieri, commutazione della pena capitale in ergastolo, accesso all’assistenza medica e legale per i prigionieri, ecc.).
In diverse località elvetiche la Dichiarazione di Berna e la Società per l’amicizia svizzero-tibetana hanno sensibilizzato la popolazione alle condizioni di lavoro nelle fabbriche di giocattoli cinesi.
Le tre chiese nazionali hanno invece lanciato un appello ai propri fedeli affinché si impegnino maggiormente a favore di un trattamento dignitoso degli stranieri che giungono in Svizzera. Su 219 campanili è stata appesa anche una bandiera bianca per ricordare la povertà nel mondo.
swissinfo e agenzie
Nel 1950, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha invitato tutti gli Stati e le organizzazioni internazionali a celebrare il 10 dicembre di ogni anno la Giornata internazionale dei diritti dell’uomo.
Questa giornata ricorre il giorno dell’anniversario dell’adozione, nel 1948, della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo da parte dell’Assemblea.
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