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La Svizzera irrita Israele

Le operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza danno adito a molte critiche Keystone

In un comunicato diramato lunedì, la Svizzera sostiene che l'offensiva israeliana nella Striscia di Gaza viola il diritto internazionale umanitario. Una presa di posizione che ha fatto arrabbiare Israele.

L’ambasciatore israeliano a Berna ha dichiarato a swissinfo che la posizione svizzera non è equilibrata.

«Rispettiamo la posizione del governo svizzero, ma non la condividiamo. Questo modo di vedere le cose non è assolutamente equilibrato», ha dichiarato Aviv Shir-On, ambasciatore d’Israele in Svizzera.

Le sue parole sono una reazione alla convocazione da parte del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) dei rappresentanti di Israele e Palestina. La Svizzera ha chiesto il rispetto del diritto internazionale umanitario e interceduto per la liberazione del soldato israeliano catturato dai palestinesi. Il rapimento del soldato è all’origine del recente inasprimento dell’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza.

Già il Comitato internazionale della Croce rossa aveva chiesto ad Israele un maggior rispetto del diritto internazionale umanitario, ma il comunicato diramato il 3 luglio dal DFAE non ha mancato di riscaldare gli animi.

Stando al quotidiano di Losanna Le Temps, il giornale israeliano Haaretez – che ha pubblicato il comunicato del DFAE – ha ricevuto diverse mail di protesta che tacciano la Svizzera di antisemitismo e che invitano a boicottare le merci elvetiche.

Dal canto suo, l’ambasciatore Aviv Shir-On, ha detto a swissinfo che nonostante le divergenze d’opinione tra i due governi, «le relazioni tra la Svizzera e Israele sono sufficientemente buone e forti e non dovrebbero risentire di questo affare».

Hitler

Nel comunicato in questione, la Svizzera dà voce alla sua preoccupazione per la piega presa dagli eventi nella Striscia di Gaza e deplora il ricorso alla forza – culminato con la distruzione degli uffici del Primo ministro palestinese – quando questa mette in pericolo i civili.

Per il DFAE «Israele non ha preso i provvedimenti precauzionali necessari imposti dal diritto internazionale per tutelare la popolazione civile e le infrastrutture civili. La distruzione di una centrale elettrica, l’attacco agli uffici del primo ministro palestinese, l’arresto arbitrario di un grande numero di rappresentanti del popolo e ministri eletti democraticamente e il ritiro del diritto di residenza a Gerusalemme Est a tre parlamentari e a un ministro non sono giustificabili».

Per l’ambasciatore Aviv Shir-On, è soprattutto il riferimento all’arresto dei ministri di Hamas a fare acqua. «Sono stati eletti democraticamente, è vero, ma Hamas è un movimento terrorista, riconosciuto tale non solo da Israele, ma anche dagli Stati uniti e dall’Unione europea. E questo il comunicato del DFAE non lo dice. Anche se sono state elette democraticamente, queste persone restano dei terroristi. Vorrei ricordare che anche Adolf Hitler ha cominciato con l’essere eletto democraticamente».

Terribile

Intervenendo martedì sera in una trasmissione della Radio della Svizzera tedesca (Echo der Zeit), Micheline Calmy-Rey, ministra degli esteri elvetica, ha definito «terribile» la situazione dei civili palestinesi nella Striscia di Gaza. La sicurezza della popolazione è sempre meno garantita e con la distruzione da parte d’Israele di un’importante centrale elettrica, il grado d’approvvigionamento energetico è drasticamente sceso.

Per Micheline Calmy-Rey, Israele ha tutto il diritto di cercare di liberare i suoi prigionieri facendo ricorso a mezzi militari. Andrebbe però rispettato il principio della proporzionalità. Attualmente, l’offensiva israeliana ha le caratteristiche di una punizione collettiva e per questo va contro i principi del diritto umanitario internazionale.

swissinfo

Il diritto umanitario internazionale contempla alcune regole volte a contenere, per ragioni umanitarie, le conseguenze dei conflitti armati.

Si basa principalmente sulle Convenzioni di Ginevra del 1949 – che regolano la protezione dei feriti, dei malati e dei prigionieri (militari e civili) – e le Convenzioni dell’Aja sulle leggi e gli usi della guerra terrestre.

Il Comitato internazionale della Croce rossa (CICR), che ha la sua sede in Svizzera, è depositario e promotore del diritto umanitario internazionale.

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