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La Svizzera mantiene la pressione umanitaria

L'aiuto umanitario in Iraq manca ancora attualmente di un coordinamento internazionale Keystone

Su iniziativa svizzera, una nuova conferenza umanitaria sulla guerra in Iraq si svolge mercoledì a Ginevra.

Vi partecipano i rappresentanti delle principali organizzazioni umanitarie e di una trentina di paesi, tra cui, questa volta, anche degli Stati uniti.

“Lo scopo di questa riunione di esperti è di scambiare informazioni, agevolare la coordinazione dell’aiuto umanitario e identificare i problemi che si pongono sul terreno” spiega a swissinfo Toni Frisch, capo della divisione umanitaria presso la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC).

Frisch, che dirige i lavori della conferenza, spera in particolare di ottenere da parte dei belligeranti l’apertura di corridoi umanitari per permettere alle organizzazioni indipendenti di raggiungere le vittime.

La riunione di oggi, alla quale la Confederazione ha invitato 21 organizzazioni internazionali e 30 Stati, fa seguito a quella organizzata, sempre a Ginevra, il 15-16 febbraio scorsi.

Timori americani

Annunciata a sorpresa dalla responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri, Micheline Calmy-Rey, questa prima riunione aveva suscitato inizialmente reazioni contrastanti in Svizzera. Si temeva in particolare un insuccesso totale, in seguito ad un eventuale disinteresse da parte delle delegazioni invitate.

La conferenza si era però conclusa con un bilancio piuttosto positivo, come sottolineato dalla maggior parte dei partecipanti. In tal senso, la decisione dell’amministrazione americana di prendere parte a questa seconda riunione sembra confermare l’interesse sollevato dall’iniziativa lanciata dalla responsabile della diplomazia svizzera.

In occasione del primo appuntamento, gli Stati uniti sembravano voler evitare in particolare una possibile strumentalizzazione dei dibattiti. Washington aveva preferito rinunciare ad inviare una propria delegazione, temendo di dover far fronte ai probabili attacchi da parte dei partecipanti contrari alla guerra.

Come in febbraio, le autorità irachene non sono state invece invitate a questa seconda conferenza.

Nessun dibattito politico

Secondo Toni Frisch, anche questa volta si vuole evitare di scadere in un dibattito politico e di riaprire le diatribe che hanno diviso negli ultimi mesi i membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU.

Grazie alla presenza degli Stati uniti si spera invece di poter compiere importanti progressi per soddisfare bisogni urgenti in campo umanitario.

In particolare, la Svizzera vuole puntare sull’apertura dei corridoi umanitari che dovrebbero permettere alle organizzazioni attive in Iraq di svolgere liberamente il proprio lavoro.

“L’aiuto umanitario deve essere diretto dai civili. In quest’ambito, le strutture militari possono venir impiegate soltanto come ultima risorsa” sottolinea il responsabile della divisione umanitaria della DSC.

CICR in prima fila

Finora, soltanto il Comitato internazionale della croce rossa (CICR) sembra riconosciuto e accettato da tutti i belligeranti. La sua partecipazione alla riunione di Ginevra riveste in tal senso una grande importanza.

Gli organismi delle Nazioni unite non hanno invece ottenuto l’autorizzazione da parte di Bagdad per operare all’interno del territorio ancora controllato dalle truppe irachene.

swissinfo

La seconda conferenza sull’aiuto umanitario in Iraq si svolge mercoledì a Ginevra.

Vi partecipano le delegazioni di una trentina di paesi e di una ventina di organizzazioni non governative.

La prima conferenza, pure promossa dalla Svizzera, si era tenuta a metà febbraio a Ginevra.

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