La Svizzera opera per la pace nel Sudan
La Commissione internazionale di supervisione del cessate il fuoco nei monti sudanesi di Nuba, nata grazie alla mediazione svizzera, è stata sciolta lunedì.
Al suo posto, per proseguire il processo di pacificazione tra sud e nord del paese, è intervenuta la Missione delle Nazioni Unite MINUS, sostenuta anche dalla Svizzera.
Lo scioglimento della commissione (Joint Military Commission – JMC) corrisponde allo scadere del trattato firmato nel 2002 al Bürgenstock (canton Nidvaldo) dal governo della Repubblica del Sudan e dal Movimento di liberazione del popolo sudanese (SPLM), con la mediazione congiunta della Svizzera e degli Stati Uniti.
Secondo gli esperti elvetici, la tappa dei negoziati sotto l’egida della Confederazione ha permesso di stabilire un minimo di fiducia tra le parti in conflitto che fa ben sperare per il futuro.
Missione riuscita
«La ragione del successo di questo cessate il fuoco è che entrambe le parti avevano ragioni politiche per rispettarlo», ha detto a swissinfo l’ambasciatore Josef Bucher, incaricato speciale della Confederazione per la mediazione di conflitti.
«Entrambe le parti erano impegnate in negoziati relativi all’intero Sudan e non volevano creare problemi nei monti Nuba».
«Nei tre anni e mezzo di attività della JMC non ci sono stati conflitti armati nella regione», ha ricordato ancora Bucher. «Questo ha permesso alla JMC di monitorare il numero di armi e soldati e di organizzare conferenze di pace locali tra comunità divise. Grazie all’assenza di tensione, la JMC ha potuto ricostruire una certa fiducia reciproca».
I 200 collaboratori della JMC – tra cui 15 svizzeri – hanno contribuito alla formazione di personale locale, all’informazione della popolazione sui negoziati in Kenya e hanno raccolto informazioni per la missione ONU. La Svizzera ha sostenuto il lavoro della commissione con 2,5 milioni di franchi.
Nuovo accordo di pace
L’avvio della missione MINUS segna l’entrata in vigore del nuovo accordo di pace firmato in Kenya lo scorso 9 gennaio tra il governo di Khartum e i ribelli del SPLM di John Garang, che dovrebbe mettere fine a 21 anni di guerra civile. Berna ha partecipato ai negoziati con 15 esperti in promozione civile della pace.
Il rispetto della tregua nei monti Nuba ha contribuito in maniera determinante alla riuscita dell’accordo di pace, ha affermato l’esperto di mediazione Julian Hottinger, che ha accompagnato per due anni i negoziati in Kenya.
Lisa Ibscher, uno dei quindici esperti, ha evocato i segnali positivi registrati sul posto. Anche se si constatano ancora talune violazioni dei diritti dei civili, gli scontri sono pressoché conclusi e 300’000 rifugiati (su un totale di un milione) hanno già fatto ritorno alle regioni d’origine.
La Svizzera continuerà a svolgere un ruolo attivo anche in futuro all’interno di MINUS, sia con compiti di comando, sia con la formazione della polizia locale. Dal 2006 destinerà alla promozione della pace 10 milioni di franchi all’anno. Berna ha pure preventivato 75 milioni di franchi per tre anni nell’aiuto umanitario.
swissinfo e agenzie
La Svizzera sostiene con 10 milioni di franchi le attività della Missione delle Nazioni unite per il Sudan nel 2006.
Il governo ha inoltre deciso di concedere 75 milioni di dollari (90 milioni di franchi) destinati ad aiuti umanitari nei prossimi tre anni.
La Commissione internazionale di supervisione del cessate il fuoco nei monti sudanesi di Nuba era stata creata in seguito agli accordi conclusi nel 2002 al Bürgenstock, nel canton Nidvaldo.
La Svizzera, mediatrice dell’accordo, aveva messo a disposizione 15 specialisti al servizio del gruppo di esperti incaricati di promuovere la pace.
La sorveglianza del cessate il fuoco tra il governo di Kharthoum e il Movimento di liberazione del popolo sudanese (SPLM) prosegue ora sotto l’egida della Missione delle Nazioni unite per il Sudan.
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