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La Svizzera più naturale che mai

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Il turismo svizzero è in affanno e punta sul suo patrimonio naturale per contrastare la crisi e riconquistare una fetta di pubblico. Per una settimana, oltre 160 giornalisti internazionali saranno guidati alla scoperta del fascino delle Alpi e delle pianure svizzere.

Dopo un 2008 da incorniciare, con un saldo attivo di 3,8 miliardi di franchi, nubi minacciose si addensano sul turismo svizzero. Da gennaio a giugno i pernottamenti sono diminuiti di oltre il 7% rispetto all’anno precedente e il peggio deve ancora venire. Il presidente di Hotelleriesuisse Guglielmo Brentel parla di 10’000 impieghi a rischio nel settore, mentre l’istituto di studi congiunturali BAK (Basilea) prevede una lenta ripresa soltanto a partire dal 2011.

Confrontati con la crisi economica, i paesi occidentali riscoprono la tendenza al risparmio, ai consumi prudenti e alla caccia alle promozioni. «I primi segnali si erano manifestati già lo scorso autunno», spiega il vicedirettore di Svizzera Turismo Michel Ferla, «ma grazie al contributo della Confederazione e delle regioni siamo riusciti ad evitare il peggio». Nel quadro del secondo pacchetto congiunturale, l’ente nazionale ha infatti beneficiato di un sostegno di 15 milioni di franchi per una campagna di promozione rivolta soprattutto a Italia, Francia, Germania, e al mercato interno. E non poteva essere altrimenti, dato che in Svizzera il turismo rappresenta il quarto settore economico d’esportazione e genera il 10% degli impieghi.

E con l’estate in dirittura d’arrivo, per Michel Ferla è già tempo di bilanci: «La nostra offerta promozionale, con sconti fino al 30% su alcuni prodotti, è stata accolta molto bene sia in Svizzera che nei paesi vicini e ha permesso di triplicare la richiesta rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sopperendo così al calo di turisti provenienti da Stati Uniti, Giappone e Inghilterra. Costretti al risparmio, i vacanzieri rinunciano alle ferie oltreoceano e riscoprono le bellezze più vicine a casa».

Ciliegina sulla torta, a inizio settembre Svizzera Turismo ha invitato 160 giornalisti provenienti dai quattro angoli del mondo alla scoperta di ciò che questo paese alpino può offrire. Un’offensiva che non si vuole puramente turistica, ma anche di immagine, per dare nuovo slancio al settore e far conoscere anche le mete meno ambite, come il Monte San Giorgio (Ticino) o la riserva della Biosfera Unesco dell’Entlebuch (Lucerna).

Isola dai costi elevati

Complici gli sforzi intrapresi dagli operatori del settore, la Svizzera turistica gode da anni di un’ottima reputazione all’estero. Tanto che il Forum economico mondiale l’ha collocata in testa alla classifica dei paesi più attrattivi. «La nostra carta vincente sono il fascino e la diversità delle destinazioni, l’eccellenza delle infrastrutture e uno standard elevato di sicurezza, nel rispetto dei principi di uno sviluppo sostenibile». Ed è grazie a questa immagine positiva costruita nel tempo, prosegue il presidente di Hotelleriesuisse Guglielmo Brentel, che la Confederazione continua ad essere una destinazione interessante anche in questi periodi bui.

Isola dai costi elevati, la Svizzera sembra tuttavia faticare a ritagliarsi uno spazio competitivo nel settore alberghiero di media qualità. «Rispetto ad altri paesi europei, dobbiamo far fronte a costi più elevati del personale e delle merci», spiega Brentel. «Per questo bisogna continuare a scommettere sulla varietà e la qualità dell’offerta, perché i vacanzieri sono disposti a pagare di più se si garantisce loro un buon rapporto qualità-prezzo. Senza contare che negli ultimi anni il fenomeno dei “backpackers” sta prendendo piede anche alle nostre latitudini». A lungo considerato come un paese per vecchi, la Svizzera sta quindi diventando una meta sempre più stuzzicante anche per i più giovani, al di là degli appuntamenti classici come la Street Parade.

Non è un paese per vecchi

Se in passato la Svizzera era conosciuta quasi esclusivamente per le sue Alpi, le escursioni e la natura, l’offerta culturale urbana si sta ritagliando negli ultimi anni una fetta importante di mercato. «La vicinanza tra città e montagna rende ancora più attrattiva la Svizzera perché – a differenza di altri paesi – permette in poco tempo di spaziare da un’offerta all’altra. Così in una sola giornata, i più curiosi possono visitare il centro storico di Berna e salire sulla Jungfrau», due tra i nove siti svizzeri iscritti nel Patrimonio dell’Unesco.

Ma qual è l’arma di seduzione delle città elvetiche? «I turisti europei amano le grandi esposizioni, come quella proposta a Basilea su Van Gogh, ma apprezzano anche i festival musicali, dal Paléo di Nyon all’appuntamento con la musica classica di Verbier», spiega il vicedirettore di Svizzera Turismo Michel Ferla.

Non solo cultura però nel menù della Svizzera urbana. «Nella maggior parte delle città, il 70% del business è legato a uomini e donne d’affari o all’organizzazione di congressi», ricorda Brentel, un settore particolarmente toccato dalla crisi economica. «I turisti veri e propri si concentrano soprattutto nel finesettimana e per questo è fondamentale migliorare l’offerta nei centri, ampliando magari gli orari di apertura dei negozi. La Svizzera ha le sue carte da giocare anche nella corsa allo shopping, soprattutto nelle grandi città come Zurigo, e dobbiamo sfruttare al meglio queste opportunità».

Secondo Brentel, saranno proprio le città a dare un nuovo slancio al turismo svizzero a partire dal 2011. Le destinazioni di vacanza come i Grigioni o il Vallese, anch’esse duramente colpite dalla crisi, seguiranno probabilmente a traino. Da qui l’invito rivolto ai giornalisti a scoprire una Svizzera “più naturale che mai” e a trasformarsi in ambasciatori del patrimonio ambientale ai quattro angoli del mondo.

Stefania Summermatter, swissinfo.ch

In Svizzera il turismo rappresenta il quarto settore economico d’esportazione e genera il 10% degli impieghi.

Nel 2008 i turisti esteri hanno speso 15,6 miliardi di franchi, ossia quasi un miliardo di più rispetto all’anno precedente.

Gli svizzeri rappresentano il 42% dei pernottamenti del settore alberghiero svizzero (2008), la Germania il 16%, la Francia il 4% e l’Italia il 3%.

Per quanto riguarda gli ospiti esteri, la Germania assicura il 29%, la Francia il 7% e l’Italia il 5%.

Svizzera Turismo è un ente pubblico che conta 220 collaboratori in 28 paesi.

La crisi finanziaria ha tagliato le gambe anche al settore turistico europeo.

In Francia, la principale destinazione turistica a livello mondiale, nel mese di luglio e agosto del 2008 i turisti stranieri sono diminuiti del 30% dopo un calo del 15,5% nei primi cinque mesi dell’anno.

La Spagna se la cava megliio, con un calo dei turisti stranieri dell’11,4 % nei primi sette mesi dell’anno.

L’Italia parla di una contrazione dell’8,3% tra maggio e ottobre.

Dal 31 agosto al 5 settembre, Svizzera Turismo organizza un viaggio per la stampa internazionale alla scoperta delle bellezze naturali della Svizzera.

All’appello hanno risposto 160 giornalisti provenienti dai quattro angoli del mondo.

Per una settimana, avranno occasione di visitare i parchi naturali svizzeri, come quello vallesano di Binntal, e i siti iscritti nella lista del patrimonio dell’Unesco, dai castelli di Bellinzona alla biosfera dell’Entlebuch.

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