Le imprese vodesi si mobilitano per i richiedenti
Una trentina di imprese del Canton Vaud si rifiutano di licenziare centinaia di lavoratori stranieri le cui richieste d'asilo sono state respinte.
Se non metteranno in atto l’ordine di licenziamento entro fine mese, le ditte in questione rischiano sanzioni fino a 5’000 franchi per impiego di personale illegale.
Nello scorso mese di aprile, le autorità vodesi avevano annunciato che tutti i richiedenti l’asilo in attesa di espulsione non avrebbero più potuto lavorare nel Cantone, allineandosi quindi con la legge federale in materia d’asilo.
I datori di lavoro sono stati recentemente informati che il divieto sarebbe entrato in vigore a partire dal 31 luglio. Secondo i gruppi di sostegno, la misura interessa circa 400 persone, di cui circa 175 originari dell’Etiopia e dell’Eritrea.
Dal canto loro, le imprese che danno lavoro ai richiedenti l’asilo – attive nella ristorazione, nel settore alberghiero, in quello sanitario e nella pulizia – si sono rivolte per iscritto al Gran consiglio vodese, definendo “scioccante e assurdo” l’ordine di lasciare a casa gli impiegati.
“Ci viene chiesto di licenziare persone che hanno lavorato in Svizzera per anni, facendo grandi sforzi per adattarsi ai nostri costumi e al nostro modo di vivere, anche se hanno vissuto esperienze traumatiche in passato”, dicono nella lettera.
I datori di lavoro sottolineano in particolare il tempo e l’impegno profusi nella formazione del personale, la totale arbitrarietà della data scelta, il 31 luglio, e il fatto che i lavoratori dovranno affidarsi al “misero” contributo dell’aiuto sociale per la propria sopravvivenza.
Nessun cambiamento nella prassi
Un portavoce del cantone, Frédéric Rouyard, non ha voluto commentare i fatti, dato che il governo cantonale deve ancora leggere la lettera dei datori di lavoro. Ma ha detto a swissinfo che da aprile la prassi non è cambiata, e che i richiedenti d’asilo respinti non possono più lavorare.
La protesta dei datori di lavoro in favore dei propri impiegati arriva subito dopo una crisi del governo su questo tema. All’inizio del mese, anche se di stretta misura, il parlamento vodese aveva infatti votato in favore di un congelamento dei rimpatri di un gruppo di asilanti respinti.
La risoluzione chiedeva inoltre l’intervento di una commissione di esperti, nominati espressamente per riesaminare i casi di questi lavoratori. Ma appena 24 ore dopo, il governo cantonale aveva fatto sapere che non avrebbe discusso dell’argomento prima di agosto, quando tornerà a riunirsi.
Le espulsioni sono dunque programmate per l’estate, come prevede la legge federale.
swissinfo, Adam Beaumont
Il canton Vaud, di lingua francese, ha una lunga tradizione di assistenza umanitaria. È stato l’unico cantone a non rimpatriare richiedenti respinti, disobbedendo alle leggi federali.
Ma l’anno scorso è stato messo sotto pressione dal governo federale di Berna perché si allinei alla prassi seguita dagli altri cantoni.
In settembre il canton Vaud ha dunque annunciato che avrebbe cominciato a rimpatriare tutti coloro che non hanno il permesso di soggiorno.
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