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Le prigioni svizzere non son fatte per i minorenni

In Svizzera un minorenne incarcerato ha forti probabilità di finire in una prigione per adulti Ex-press

Troppo spesso i minorenni incarcerati finiscono in prigioni per adulti. È quanto emerge da uno studio dell'Ufficio federale di giustizia, che tira il campanello d'allarme.

La situazione è particolarmente critica nella Svizzera francese, dove mancano le strutture d’accoglienza specializzate.

“Durante la carcerazione preventiva i minori devono essere collocati in un istituto speciale o in un reparto speciale del carcere giudiziario, separati dai detenuti adulti”. L’articolo 6 del Diritto penale minorile svizzero è chiaro, ma è raramente applicato.

La maggior parte dei minorenni posti in detenzione preventiva si trova infatti in una situazione preoccupante, stando ad uno studio pubblicato lunedì dall’Ufficio federale di giustizia (UFG).

In mancanza di strutture appropriate, i giovani di età inferiore ai 18 anni sono spesso imprigionati con detenuti adulti senza un sostegno socio-educativo.

Standard non rispettati

La situazione è particolarmente problematica nella Svizzera francese, dove i minori sono più facilmente messi in detenzione preventiva rispetto a quanto avviene nel resto della Svizzera, indica l’analisi dell’UFG.

Secondo il rapporto, in generale gli standard della nuova legge penale dei minori non sono rispettati.

Nel 2005, su 1’005 minori posti in detenzione preventiva, 726 si trovavano in prigione, 273 in istituti specializzati e sei in ospedali. La maggior parte delle prigioni – si precisa nello studio – non dispone di strutture adatte ai minorenni e negli istituti specializzati vi è una carenza di posti.

Un altro aspetto allarmante rilevato dall’indagine dell’UFG è il fatto che numerosi ragazzi di età inferiore ai 18 anni, in prigione frequentano dei detentuti adulti. E ciò avviene sia nell’ambito di una detenzione preventiva sia dopo la sentenza.

Berna interverrà

L’UFG sottolinea che solo un numero ridotto di strutture di detenzione prevede una separazione a livello archittettonico tra minori e adulti e ciò vale anche per la gestione quotidiana dei detenuti.

Secondo l’UFG, il regime della detenzione, basato in primo luogo su misure di sicurezza, non garantisce ai minori un sostegno socio-educativo adeguato.

Sulla base di questi elementi, la Confederazione ha deciso di esercitare pressione sui cantoni al fine di accelerare la costruzione di sezioni per giovani inferiori ai 18 anni, previste dai nuovi standard.

Dal gennaio 2008 sarà introdotto un sistema di “malus”: se un cantone non garantisce prigioni conformi al diritto federale, le sovvenzioni alla costruzione destinate ad altre istituzioni dello stesso cantone potranno essere ridotte o addirittura rifiutate.

Terre des Hommes inquieta

La fondazione per l’aiuto all’infanzia “Terre des Hommes” si è detta inquietata da questa situazione.

“All’estero ci battiamo affinché i minorenni abbiano diritto ad un altro tipo di giustizia, quando in Svizzera la Convenzione dei diritti del bambino e il Codice penale dei minorenni non sono rispettati”, ha deplorato uno dei suoi responsabili, John Orlando, intervistato dalla Radio della Svizzera francese.

“Dagli anni ’70 alcuni cantoni tardano a creare gli istituti appropriati per minorenni”, sottolinea l’organizzazione in un comunicato, dicendosi disposta ad appoggiare le azioni delle autorità, volte a far applicare le convenzioni.

swissinfo e agenzie

La nuova legge sul diritto penale dei minori, entrata in vigore nel gennaio del 2007, stabilisce che la detenzione prima della sentenza deve essere limitata per quanto possibile.

Se si trovano in carcere, i giovani di età inferiore ai 18 anni devono essere posti in una struttura specializzata o in un braccio della prigione separato da quelli in cui si trovano i detenuti adulti. Inoltre deve essere assicurato un supporto socio-educativo.

L’UFG ha condotto l’indagine presso 66 strutture in tutta la Svizzera (9 carceri minorili, 51 prigioni e 6 ospedali). I due terzi hanno risposto.

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