Le recriminazioni dei detenuti di Champ-Dollon
I carcerati della sovraffollata prigione ginevrina di Champ-Dollon denunciano le pessime condizioni di reclusione e l'uso eccessivo della forza da parte della polizia.
I detenuti avevano minacciato di intraprendere uno sciopero della fame nel caso in cui non avessero potuto esprimere le loro recriminazioni alla Lega svizzera dei diritti dell’uomo e a dei deputati ginevrini.
«La prigione è talmente sovrappopolata in questo momento che anche un piccolissimo problema potrebbe degenerare in qualcosa di ben più serio», afferma Doris Leuenberger, vicepresidente della Lega svizzera dei diritti umani (LSDU).
L’avvocata ginevrina faceva parte di un gruppo di quattro persone che lunedì ha incontrato una delegazione di sette carcerati nella prigione ginevrina di Champ-Dollon. La visita era stata domandata dagli stessi detenuti, che in una petizione indirizzata alle autorità ginevrine all’inizio dell’anno avevano esposto una lunga serie di recriminazioni.
Procedure troppo lunghe
In particolare, i detenuti protestano per un uso eccessivo della forza contro dei sospetti in occasione di arresti e interrogatori, una pratica che anche l’Osservatorio ginevrino delle pratiche poliziesche – un’associazione nata alcuni mesi fa allo scopo di vegliare su eventuali abusi delle forze dell’ordine – stima essere «molto estesa».
Un’altra recriminazione concerne la lentezza delle procedure giudiziarie: spesso il tempo passato in carcere preventivo supera quello della pena poi inflitta.
Doris Leuenberger ha menzionato l’esempio di un prigioniero che ha trascorso otto mesi in detenzione preventiva a Champ-Dollon per poi essere condannato a due mesi quando il suo caso è approdato in tribunale.
Tra le raccomandazioni che la LSDU trasmetterà alle autorità ginevrine vi è la creazione – sul modello francese – di un tribunale per i delitti in flagrante, che dovrebbe permettere di trattare più velocemente i casi minori.
Inoltre, la LSDU proporrà di installare delle telecamere nei locali della polizia e di aumentare il numero di giudici d’istruzione.
Minacce di sciopero della fame
«Se la situazione nella prigione non verrà risolta, vi saranno problemi maggiori», ha messo in guardia Doris Leuenberger.
I detenuti avevano già minacciato di intraprendere uno sciopero della fame nel caso in cui non avessero ricevuto la visita di una delegazione della LSDU, di parlamentari e di giornalisti. Una minaccia che resta in vigore se le autorità non daranno alcun seguito alle loro rivendicazioni.
Il carcere di Champ-Dollon è uno dei più sovraffollati del paese: è previsto per accogliere 270 detenuti, ma attualmente ve ne sono ben 485.
Il mese scorso le autorità hanno annunciato di voler costruire un nuovo blocco dal costo di 10 milioni di franchi nel terreno adiacente la prigione. Questo nuovo complesso dovrebbe poter ospitare 64 persone.
«Il problema del sovraffollamento significa che le condizioni normali non possono essere rispettate. Una delle recriminazioni regolari è la difficoltà di accedere a cure mediche», spiega a swissinfo Damien Scalia, membro del comitato prigioni della LSDU.
Costantin Franziskakis, direttore del servizio carcerario ginevrino, ammette dal canto suo che la situazione nei penitenziari del cantone è «molto difficile», ma confida nella costruzione della nuova infrastruttura, che dovrebbe alleggerire un po’ la situazione a Champ-Dollon.
swissinfo, Adam Beaumont, Ginevra
(traduzione ed adattamento di Daniele Mariani)
Secondo l’Ufficio federale di statistica, la popolazione carceraria svizzera ha superato per la prima volta quest’anno le 6’000 persone.
Rispetto all’anno precedente, l’incremento è stato del 15%.
Su 122 centri di detenzione, circa 40 sono pieni e nove sono sovraffollati.
Il carcere di Champ-Dollon ha il tasso di occupazione più alto, ossia il 162%.
Previsto per 270 detenuti, ne accoglie attualmente 438.
Gli stranieri rappresentano oltre la metà della popolazione carceraria.
L’articolo 48 della Costituzione federale stabilisce che i cantoni possono concludere trattati intercantonali (o concordati) nei settori di loro competenza.
I cantoni si avvalgono ad esempio di questa possibilità per coordinare il sistema penitenziario. A livello nazionale, esistono tre concordati che definiscono le linee direttive dell’esecuzione delle pene, uno per ogni regione: Svizzera orientale, Svizzera centrale e settentrionale, Romandia e Ticino.
Nella Confederazione ci sono 9 stabilimenti chiusi, 10 penitenziari semiaperti e numerose prigioni regionali e centri di detenzione preventiva.
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