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Lo sci svizzero ha sete di vittorie

Didier Cuche e Sonja Nef, due valori sicuri dello sci elvetico Keystone

La nuova stagione del circo bianco comincia questo fine settimana sulle pendici del ghiacciaio austriaco del Rettenbach.

Il drappello rossocrociato è piccolo, ma dopo alcune stagioni poco fortunate, i nuovi allenatori della nazionale sperano di ritrovare la strada del successo.

Per il quinto anno consecutivo, il circo bianco dà il via alla nuova stagione con due giganti disputati sulle nevi della stazione sciistica di Sölden.

Un anno fa, il prologo austriaco aveva segnato anche l’inizio dei festeggiamenti per il centenario della Federazione svizzera di sci. I patron dello sci elvetico speravano di coronare l’anniversario con una serie di risultati positivi.

Ma le loro speranze sono andate deluse. La Svizzera, un tempo nazione faro dello sci alpino, ha dovuto attendere a lungo prima di vedere uno dei suoi salire i gradini del podio.

In definitiva, il bilancio svizzero dell’ultima stagione di Coppa del mondo (due vittorie, due secondi posti e tre terzi posti) è piuttosto magro.

Il deludente bottino, purtroppo, non è una novità. Dopo il dominio senza discussioni degli anni Ottanta, i risultati dello sci svizzero hanno subito la stessa sorte dei ghiacciai: hanno continuato inesorabilmente a ritirarsi.

Mancanza di concorrenza interna

«Bisogna mantenere un atteggiamento positivo», afferma in tono conciliante Maria Walliser. «La Svizzera ha ancora degli ottimi sciatori in grado di ottenere dei risultati. Quella che si è avuta ai miei tempi – con Michela Figini, Erika Hess, Vreni Schneider, Brigitte Oertli, Pirmin Zurbriggen, Peter Müller o Karl Alpiger – era una costellazione eccezionale. Non è giusto fare dei paragoni».

Maria Walliser, già campionessa del mondo e medagliata olimpica, è un’osservatrice attenta dello sci elvetico. La sangallese si ricorda della concorrenza interna che regnava negli anni Ottanta in seno alla squadra svizzera, una situazione stimolante, che permetteva a tutti di superarsi.

«La presenza di più di un campione all’interno della stessa squadra ha un effetto motivante. Oggi ci sono meno atleti. Ma dobbiamo lavorare con questa realtà. In fin dei conti, al cancelletto di partenza, ogni sciatore si presenta da solo».

Ambizioni contenute

I nuovi allenatori, Marie-Theres Nadig in campo femminile e Martin Rufener in quello maschile, hanno imparato dagli errori dei loro predecessori e restano piuttosto vaghi quando si tratta di definire degli obiettivi. Si accontentano di affermare che puntano «a dei podi e a dei piazzamenti tra i primi dieci».

Con sciatori del calibro di Sonja Nef, Nadia Styger, Didier Cuche, Ambrosi Hoffmann e Bruno Kernen, qualche speranza di fare bella figura è lecita. Bisognerà però essere pazienti.

«Non bisogna attendersi troppo dl prologo di Sölden», afferma Maria Walliser. «Sul ghiacciaio del Rettenbach si disputeranno solo due giganti».

Un primo bilancio potrà essere fatto solo dopo le gare disputate sulle nevi americane. L’obiettivo principale restano i Campionati mondiali di Bormio: per gennaio la valanga rossocrociata dovrà aver ritrovato le sensazioni migliori.

swissinfo, Mathias Froidevaux
(traduzione, Doris Lucini)

La stagione sciistica 2004-2005 riparte il 23 ottobre a Sölden, in Austria
Nel 2003-2004, anno del centenario della federazione svizzera, gli atleti rossocrociati avevano ottenuto due primi posti, due secondi posti e tre terzi posti
La stagione culminerà con i Mondiali di Bormio (28 gennaio – 13 febbraio 2005)

Squadra nazionale maschile: Didier Cuche, Ambrosi Hoffmann, Bruno Kernen, Silvan Zurbriggen, Tobias Grünenfelder.
Paul Accola e Didier Défago sono stati retrocessi nel quadro A.

Squadra nazionale femminile: Nadia Styger, Fränzi Aufdenblatten, Sylviane Berthod.
Sonja Nef e Marlies Oester sono state retrocesse nel quadro A.

Quattordici atleti (donne e uomini) fanno parte del quadro C. Rappresentano le nuove leve dello sci svizzero.

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