Lo svizzero che portò la passione dello sci in Italia
Tra gli svizzeri entrati di diritto nella storia del Piemonte vi è Adolfo Kind, giunto a Torino nel 1891. Grande appassionato di montagna, fece conoscere lo sci nella regione e nel 1901 fondò il primo club italiano di sci a Torino. Una capanna alpina ricorda il "padre degli sciatori italiani".
Figlio di un pastore protestante, Adolfo Kind nacque nel 1848 a Coira, nel canton Grigioni. Dopo aver lavorato per alcuni anni come ingegnere a Venezia, nel 1891 si trasferì a Torino, dove creò una fabbrica di lucignoli e stoppini per candele.
Nel 1897 fu uno dei primi a calzare gli sci – o meglio gli ‘ski’, come si diceva all’epoca – in Piemonte. Kind fece rapidamente dei proseliti e nel dicembre del 1901 diede vita allo Ski club di Torino, di cui divenne anche presidente.
A Sauze D’Oulx, in Val di Susa, una capanna alpina rende ancora oggi omaggio alla passione di colui che viene considerato un po’ il “padre degli sciatori italiani”. La capanna si trova nella frazione di Sportinia, su un balcone soleggiato situato ad un’ottantina di chilometri dalla città di Torino.
Oltre che buone piste di sci, adatte soprattutto ai principianti, il sito offre una vista stupenda sulla valle e le montagne. Il rifugio rudimentale, che ospita un ristorante e una locanda, è un tributo al primo uomo che mostrò sul suolo italiano come si poteva scivolare sulla neve con due pezzi di legno posti sotto i piedi.
Oggi, migliaia di sciatori passano ogni giorno di fronte alla vecchia capanna senza nemmeno rivolgere uno sguardo all’immagine di uno dei più grandi precursori dello sci in Italia. La gente vi si ferma semplicemente per mangiare o riposare e solo pochi notano il busto di Kind, dipinto sulla facciata del rifugio, sopra una terrazza in cui i dipendenti del ristorante servono senza pausa tazze di tè e cioccolata calda.
Sci in casa a Torino
Con un paio di sci che aveva portato con sé da una visita in Svizzera, Adolfo Kind impartì prime lezioni di sci a degli amici nell’inverno del 1886, nella sua stessa villa in via Nizza a Torino. “Invitò dei conoscenti e mostrò loro i suoi sci. Gli amici, piuttosto increduli e curiosi, calzarono gli sci e si misero a imitare i suoi movimenti, come se stessero sciando veramente”, scrisse alcuni anni dopo l’italiano Emilio Santi
Mentre gli sci erano già diffusi in Norvegia e in altri paesi nordici, dove venivano impiegati anche dalle truppe militari, in Italia mossero letteralmente i loro primi passi con Adolfo Kind. L’espatriato elvetico aveva importato gli sci dal produttore di attrezzature Jakober nel cantone di Glarona: due listelli in legno di 215 centimetri con punte sollevate di 20 centimetri, suole e solette costruite con l’ausilio di canne e cinghie di cuoio.
Passare da casa sua alle colline di Torino fu questione di poco tempo. Durante il giorno Kind si esercitava sui monti vicini a Lereno, di notte provava gli sci nel Parco del Valentino, poco distante dalla sua residenza. Lo sciatore svizzero si esibiva volentieri in pubblico, cercando di entusiasmare altre persone alla sua disciplina sportiva.
Interesse dell’esercito
Tra i testimoni della passione di Adolf Kind vi è Luciano Roiti, ufficiale dell’esercito italiano e amico dell’espatriato elvetico. Il 12 marzo del 1897 pubblicò un articolo sulla rivista “L’Esercito italiano”, in cui raccontava le sue impressioni.
“Avendo letto qualche tempo fa un articolo nel Bollettino del club di alpinismo svizzero, ero curioso di sapere se gli sci potessero venir impiegati anche dall’esercito italiano nelle escursioni in alta montagna per evitare di sprofondare continuamente nella neve. Mi recai quindi con due amici a Balme, nella valle di Lanzo, per seguire le dimostrazioni di Kind”.
“La neve era coperta da uno strato di ghiaccio, incapace di sopportare il peso di un uomo in piedi. Eppure, con gli sci riuscimmo a compiere un lungo tragitto in meno di un’ora, lasciando dietro a noi solo i segni del profilo questi pattini di legno”, scrisse Roiti.
Adolfo Kind diede un grande impulso allo sviluppo dello sci a Balme. Il villaggio al confine con la Francia, situato a 55 chilometri da Torino, divenne un luogo di grande attrazione per coloro che volevano sperimentare il nuovo sport all’inizio del XXesimo secolo.
L’introduzione degli sci in questa regione, tradizionale luogo di passaggio del contrabbando, aprì tra l’altro nuove prospettive per coloro che attraversavano illegalmente la frontiera a piedi. In molti luoghi, era meglio scivolare sulla neve piuttosto che affondarvi i piedi e rischiare di cadere nelle fessure coperte da strati di ghiaccio. Fu anche così che si diffuse lo sci-alpinismo.
Una placca deposta nel 2008 ricorda ancora oggi il ruolo pionieristico di Adolfo Kind. E a Torino un museo dedicato alle guide di montagna conserva oggetti, attrezzature e abbigliamenti di quel tempo.
Primo club in Italia
L’entusiasmo per lo sci portò in seguito alla creazione del primo club in Italia. Nel dicembre del 1901, 29 alpinisti e sciatori, guidati dallo svizzero Adolfo Kind, fondarono lo Ski Club di Torino, una sezione del Club Alpino Italiano, nato quasi 40 anni prima.
In Italia lo sci divenne popolare non tanto come sport su pista, ma piuttosto grazie all’avvento dello sci-alpinismo per le escursioni tra le montagne. Il primo corso di sci vero e proprio venne organizzato nel 1906 dallo Ski Club di Torino a Sportinia, dove Adolfo Kind costruì il primo rifugio alpino.
Al corso, di quattro giorni, presero parte assieme ad alcuni soci del club anche dei militi del reggimento alpino dell’esercito italiano. Da allora, lo sci è diventato col passare degli anni uno sport molto popolare anche in Italia.
E a questo sviluppo è legato in buona parte il nome della famiglia svizzera Kind. Dopo la morte di Adolfo, perito nel 1907 durante una scalata del Pizzo Bernina, il figlio Paolo riprese la presidenza dello Ski club di Torino e fondò l’Unione ski clubs italiani, da cui nacque nel 1908 l’attuale Federazione italiana sport invernali.
Nato a Coira nel 1848, figlio di un pastore protestante, Adolfo Kind studiò chimica, prima di seguire una formazione di ingegnere.
Nel dicembre 1901 fondò lo Ski club di Torino, la prima associazione del genere in Italia, seguendo l’esempio di club sciistici nati in Svizzera e Austria.
Alcuni anni dopo creò il primo rifugio alpino a Sauze D’Oulx, che venne rinnovato interamente nel 1958.
Gli sci di Adolfo Kind sono esposti ancora oggi nel Museo della montagna di Torino.
Adolfo Kind perse la vita nel 1907, mentre tentava di scalare la parete nord del Pizzo Bernina.
In Italia risiede la quarta comunità di svizzeri all’estero in ordine di grandezza, dopo quelle di Francia, Germania e Stati Uniti.
Alla fine del 2009 erano registrati 48’638 cittadini elvetici nei tre consolati svizzeri in Italia. I due terzi vivono nel nord del Paese.
La colonia italiana è la comunità straniera più numerosa in Svizzera: oltre mezzo milione di persone possiedono la cittadinanza italiana o la doppia cittadinanza.
Traduzione Armando Mombelli
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.