Il "Pavillon of Reflections" figura tra le opere più imponenti della biennale d'arte contemporanea in corso per 100 giorni a Zurigo.
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Il padiglione è il frutto del lavoro di un anno del professore di architettura Tom Emerson e del suo team di assistenti. "Non abbiamo mai realizzato con i nostri studenti un progetto così grande", ha indicato Emerson.
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Nel quadro di Manifesta, il Kunsthaus di Zurigo propone una retrospettiva dell'artista Francis Picabia, tra i più grandi ispiratori dell'arte contemporanea, soprattutto con diverse sue opere d'impronta dadaista. Zurigo festeggia quest'anno anche la nascita del movimento Dada, sorto proprio nella città sulla Limmat.
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Installazione con sculture di legno dell'artista Werner Büttner presso il centro d'arte Löwenbräukunst.
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Vernissage in occasione dell'inaugurazione di Manifesta 11 presso il museo Helmhaus di Zurigo.
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L'opera realizzata dall'artista americano Mike Bouchet con 80 tonnellate di escrementi prodotti dagli abitanti della città di Zurigo. Löwenbräukunst.
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Un'altra immagine del padiglione "Pavillon of Reflections", costruito quale isola galleggiante sul Lago di Zurigo.
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Caricatura murale al centro di esposizione Löwenbräukunst alla Limmatstrasse 270 di Zurigo.
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Radiografie della mano destra e della testa di Michel Houellebecq: lo scrittore francese si è confrontato con il lavoro dei medici della clinica Hirslanden di Zurigo.
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Scena dell'esposizione "Um die Ecke denken" presso il centro Haus Konstruktiv, un evento organizzato in parallelo alla Manifesta.
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Anche l'Università di Zurigo ha ospitato fino al 10 luglio un "Hotspot" della biennale Manifesta 11. Con la mostra "Transactions" (foto a sinistra) l'istituto universitario si è chinato sui legami tra l'arte e la ricerca. A destra, un'altra scena di "Um die Ecke denken" presso il centro Haus Konstruktiv.
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Istallazione sonora di Fritz Hauser nel quadro della mostra "Transactions" organizzata presso l'Università di Zurigo.
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Inaugurazione della hnc agency, un'agenzia di performance, creata in occasione della Manifesta 11.
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Radiografia del cranio di Michel Houellebecq (a sinistra) e un'opera di Evgeny Antufiev intitolata "Garden of Eden".
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Nel quadro della mostra "Transactions", l'Università di Zurigo ha trasformato il suo edificio principale in uno spazio di sperimentazione artistica e scientifica.
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Un'altra immagine di "Transactions" presso l'Università di Zurigo.
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L'emblema di Manifesta 11: il padiglione "Pavillon of Reflection" presso la piazza del Bellevue.
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Istallazione sonora di Fritz Hauser all'Università di Zurigo (a sinistra) e una scena dell'agenzia di performance hnc agency.
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Opera esposta nel quadro di "Transactions" all'Università di Zurigo.
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Scena di "5-Uhr-These" con Margaretha Debrunner, ospite dell'artista Shelly Nadashi presso l'Helmhaus di Zurigo.
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Vendita all'asta muta durante l'inaugurazione di hnc agency (a sinistra) e l'opera "Garden of Eden" di Evgeny Antufiev, .
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Scena della mostra "Um die Ecke denken" presso Haus Konstruktiv.
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Zurigo accoglie per 100 giorni la biennale europea d’arte contemporanea ManifestaCollegamento esterno, una piattaforma collettiva di esposizioni e di scambi culturali a livello continentale. Il tema scelto per l’11esima edizione di questa manifestazione, approdata per la prima volta in Svizzera, è “What People Do For Money”, ossia cosa fa la gente per guadagnare soldi? Una domanda a cui cercano di rispondere una trentina di artisti internazionali, tra cui lo scrittore Michel Houellebecq.
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Il controverso autore francese si è fatto radiografare presso la clinica medica Hirslanden di Zurigo. Radiografie della sua testa e della sua mano destra, estraniate artisticamente, sono ora appese presso il museo Helmaus, che si affaccia sulla Limmat. Nella Wasserkirche, una delle più vecchie chiese di Zurigo, l’artista russo Evgeny Antufiev espone invece degli oggetti del ricordo. Tra questi, una grande farfalla, sospesa in mezzo alla chiesa, che vuol essere un omaggio allo scrittore russo Vladimir Nabokov, collezionista di farfalle.
“Gli zurighesi si identificano molto nel loro lavoro”: così il curatore e artista video Christian Jankowski ha motivato la scelta del tema di questa Manifesta in un’intervista accordata alla “Neue Zürcher Zeitung” (NZZ). Una trentina di artisti sono stati invitati ad illustrare una professione praticata a Zurigo, tra i circa mille mestieri diversi con i quali gli abitanti guadagnano i loro soldi. Con un’offerta così grande di arte non poteva mancare un pizzico di provocazione: lo scultore americano Mike Bouchet espone un’opera prodotta con 80 tonnellate di escrementi provenienti dall’impianto di depurazione Werdhölzli di Zurigo.
ManifestaCollegamento esterno, considerata una delle più grandi rassegne d’arte internazionali, viene organizzata ogni due anni in un’altra città europea. Per la sua 11esima edizione, che si tiene fino al 18 settembre 2016, sono attesi circa 100’000 visitatori da ogni parte del mondo che potranno dare uno sguardo alle opere di circa 130 artisti.
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