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Medici e farmacisti richiamati all’ordine

Una confezione di Tamiflu costa oltre 80 franchi in Svizzera Keystone

Le associazioni dei medici e dei farmacisti svizzeri hanno chiesto ai loro membri di frenare la domanda "irrazionale" del medicinale anti-influenza Tamiflu.

In una lettera congiunta, ricordano che l’influenza aviaria ha colpito finora quasi soltanto gli uccelli e non vi sono stati casi di trasmissione tra esseri umani.

“Non c’è veramente alcun motivo che giustifichi attualmente la prescrizione o la consegna di Tamiflu a scopo profilattico o di scorta domestica in Svizzera”: lo sottolineano la Federazione dei medici svizzeri (FMH) e la Società svizzera dei farmacisti (SSF).

In un appello congiunto, rivolto venerdì ai propri membri e riportato domenica da vari media, le due organizzazioni rammentano che l’influenza aviaria colpisce quasi esclusivamente i volatili.

Finora soltanto 117 persone hanno contratto la malattia a livello mondiale. E, tra di loro, non è stato segnalato alcun caso di trasmissione del virus tra esseri umani.

“Attualmente il rischio di contrarre l’influenza aviaria è aneddotico”, sottolineano le due associazioni. Le sole persone esposte sono infatti gli allevatori di pollame nelle regioni in cui è stata rilevata l’esistenza del virus o le altre persone che hanno visitato questi allevamenti.

Medici e farmacisti non dovrebbero quindi prescrivere o consegnare il Tamiflu a tutti i pazienti che ne fanno richiesta senza ragione, come spesso avvenuto nelle ultime settimane in tutta la Svizzera.

“Anche la professione medica deve vendere per poter vivere. Ma dobbiamo anche assicurarci che i medicinali venduti non vengano impiegati inutilmente, con effetti dannosi”, ha dichiarato a swissinfo Dominique Jordan, presidente della Società svizzera dei farmacisti.

Informazioni confuse

“La situazione sarebbe diversa se il virus dovesse subire una mutazione, dando vita ad un nuovo ceppo virale trasmissibile da uomo ad uomo”, prosegue il comunicato.

In tal caso è già stata costituita in Svizzera “una scorta sufficiente di Tamiflu per permettere di curare le persone ammalate”.

Ma, dal momento che “questo non è il caso attuale”, le due associazioni raccomandano ai loro membri di pubblicare nelle sale di aspetto informazioni serie, semplici e chiare, allo scopo di frenare la corsa irrazionale al medicinale.

La popolazione svizzera ha sempre più difficoltà a capire le informazioni diffuse dai media in merito all’influenza aviaria, annotano ancora la FMH e la SSF.

“Tra la popolazione serpeggia un certo panico, senza alcuna ragione valida. Attualmente l’unico problema è dovuto ai media che hanno cercato di far leva sulla paura per aumentare le loro vendite”, ha sottolineato Dominique Jordan.

Ne consegue una recrudescenza nella domanda di Tamiflu. Una domanda considerata inutile, dal momento che le autorità sanitarie svizzere hanno già preparato un piano di approvvigionamento in caso di pandemia.

Scetticismo sull’utilità del farmaco

Ricercatori scientifici hanno peraltro messo in dubbio l’efficacia del farmaco, nel caso in cui il virus subisse una mutazione e diventasse trasmissibile da uomo a uomo.

Le perplessità sono state sollevate in seguito a un possibile caso di una bambina in Vietnam.

Gli scienziati che esprimono scetticismo rammentano che l’efficacia del Tamiflu in caso di mutazione del virus non ha potuto essere testata e perciò al momento è solo ipotetica.

Da parte sua, la Roche, produttrice del Tamiflu, ribadisce che il farmaco resta «la migliore opzione» contro l’influenza «stagionale» e che quello della bambina vietnamita è un caso isolato.

Inoltre spetta alle autorità sanitarie di ogni Paese scegliere i medicamenti, ha dichiarato il portavoce della Roche Daniel Piller.

Affari d’oro per la Roche

Come in molti altri Paesi, dopo l’apparizione dell’influenza aviaria in Europa la domanda di Tamiflu in Svizzera è aumentata, facendo salire notevolmente anche le quotazioni del titolo Roche.

Per soddisfare la forte domanda, la Roche prevede di raddoppiare la produzione del 2005 rispetto a quella del 2004. Nel 2006 dovrebbe essere da 8 a 10 volte superiore a quella del 2003.

Le scorte attuali costituite in Svizzera bastano per trattare 2 milioni di persone. Secondo la FMH e la SSF sono da considerare sufficienti, dal momento che non si registra mai il caso in cui “tutta la popolazione contrae la malattia allo stesso momento”.

Le due associazioni rilevano inoltre che non è neppure necessario che tutta la popolazione si faccia vaccinare contro la classica grippe stagionale.

Basta che lo facciano gli anziani, i malati cronici e le persone esposte, conformemente alle direttive dell’Ufficio federale della sanità pubblica.

swissinfo e agenzie

L’influenza aviaria ha cominciato a diffondersi nel 2003 tra il pollame in Asia, in particolare in Vietnam, Indonesia, Cambogia, Cina, Thailandia e forse anche in Laos.
In seguito, il virus H5N1 è stato identificato questa estate in Russia e Kazakhstan. Negli ultimi giorni anche in Turchia e Romania.
Casi di trasmissione all’uomo sono stati rilevati in Vietnam, Thailandia, Cambogia e Indonesia.
Finora, a livello mondiale, 65 persone sono morte in seguito all’influenza aviaria.
Dall’inizio della pandemia tra i volatili, 150 milioni di uccelli sono morti o sono stati uccisi a titolo preventivo.

Per prevenire un’eventuale trasmissione dell’influenza aviaria in Svizzera, le autorità sanitarie elvetiche hanno vietato l’importazione di pollame dai paesi in cui è stato identificato finora il virus.

L’Ufficio federale della sanità pubblica raccomanda inoltre la vaccinazione contro l’influenza “classica” a tutte le persone attive nell’allevamento di pollame.

Il mese scorso, gli esperti della Confederazione hanno cominciato inoltre a sorvegliare attentamente gli uccelli migratori per verificare l’eventuale presenza del virus H5N1.

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