Micheline Calmy-Rey e le spie turche
La prevista visita in Turchia della ministra svizzera degli esteri sarebbe stata annullata per presunti contatti della Calmy-Rey con organizzazioni curde.
La notizia, pubblicata in Svizzera durante il weekend, rivela anche un presunto intrigo in seno al consiglio federale. Ma la stampa turca smentisce.
Tre delle quattro principali testate dedicano domenica ampio spazio alla vicenda che ha visto implicata la ministra socialista.
Durante un rinfresco in margine a una conferenza della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), alla fine di agosto a Losanna, la ministra degli esteri era stata avvicinata da un esponente curdo, per un breve colloquio che non sarebbe passato inosservato ai servizi segreti turchi.
E secondo il «Tages-Anzeiger», sarebbe proprio quell’incontro all’origine dell’annullamento da parte di Ankara, alla fine di settembre, della prevista visita della Calmy-Rey in Turchia.
Per la stampa turca si tratta di un gioco politico interno elvetico
Dal canto suo, lunedì il quotidiano turco Hürriyet scrive che le presunte attività del servizio segreto di Ankara in Svizzera sono solo un gioco politico interno elvetico.
La testata a forte tiratura cita fonti dell’ambasciata turca di Berna, secondo cui nel rinvio della visita prevista per inizio ottobre i contatti di Calmy-Rey con organizzazioni curde non c’entrano per niente. La decisione va invece ricondotta a quanto deciso dai parlamentari vodesi il 23 settembre, che hanno riconosciuto il genocidio armeno per mano dell’Impero ottomano.
Il ministero pubblico indaga
Per il giornale zurighese, il vero motivo della cancellazione non sarebbe stata la decisione del parlamento vodese di riconoscere il genocidio armeno del 1915, bensì i presunti contatti troppo ravvicinati della responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) con alcune organizzazioni curde bandite in Turchia.
A detta del «Tages Anzeiger», i servizi segreti turchi avrebbero trasmesso informazioni in tal senso al ministero svizzero di giustizia e polizia.
E ora il Ministero pubblico della Confederazione (MPC), che apparentemente non ne era al corrente, ha annunciato che indagherà sulla vicenda, per appurare se effettivamente la consigliera federale è stata spiata dai servizi segreti turchi.
Secondo il suo portavoce, Hansjürg Wiemer, l’MPC cercherà «chiarimenti per confrontarli con i fatti evidenziati dal giornale».
Se le ipotesi dovessero rivelarsi corrette, le autorità giudiziarie apriranno un’inchiesta penale per attività vietate di servizi di informazione stranieri su suolo svizzero.
Intrigo a palazzo?
Contrariamente alla «prassi normale da seguire in questi casi», si legge in tre testate della stampa domenicale, le informazioni dei servizi segreti turchi non sarebbero però state verificate presso la diretta interessata.
Al contrario, la ministra di giustizia e polizia, Ruth Metzler, avrebbe trasmesso il rapporto al presidente della Confederazione, Pascal Couchepin. Il quale, sempre secondo articoli di stampa, ha indetto una seduta straordinaria per chiarire l’argomento, senza informare preventivamente la Calmy-Rey.
Alcuni commentatori denunciano tale atteggiamento, definendolo un intrigo nei confronti della ministra socialista. Ma la stessa Calmy-Rey, citata in alcuni articoli, considera oramai conclusa la vicenda.
Mentre la consigliera federale Ruth Metzler si chiede come mai l’affare, concluso con la seduta governativa dello scorso 3 ottobre, sia ora riproposto sulla stampa.
Una domanda retorica che ben illustra le tensioni in vista del rinnovo del consiglio federale, nel quale il seggio della democristiana Metzler sembra minacciato dalla probabile entrata in governo di un secondo rappresentante UDC.
swissinfo, Fabio Mariani
Secondo un articolo nel «Tages Anzeiger» di sabato, la ministra svizzera degli esteri, Micheli Calmy-Rey, sarebbe stata sorvegliata dai servizi segreti turchi.
Che avrebbero informato il Dipartimento federale di giustizia e polizia su un incontro della Calmy-Rey con un esponente curdo.
Un incontro che avrebbe indotto il governo di Ankara ad annullare la prevista visita in Turchia di Micheline Calmy-Rey.
Le informazioni in tal senso fornite dai servizi segreti turchi al Dipartimento federale di giustizia e polizia sarebbero poi state trasmesse al presidente della confederazione, Pascal Couchepin, senza avvertire la diretta interessata.
Un atteggiamento denunciato sulla stampa domenicale come «intrigo» contro la Calmy-Rey.
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