Migliora la situazione sul fronte dell’aviaria
Il canton Ginevra, il primo ad essere stato colpito dall'influenza aviaria, ha revocato le misure di protezione che aveva adottato.
Presto, anche la Confederazione potrebbe allentare, o revocare, l’obbligo di rinchiudere il pollame. La temuta epidemia non si è infatti manifestata.
La decisione delle autorità ginevrine fa seguito all’attenuazione del dispositivo di sicurezza nel vicino dipartimento francese dell’Ain.
“Dal momento che nessun nuovo caso di H5N1 è stato registrato nell’Ain da oltre 21 giorni, abbiamo potuto revocare le misure di sorveglianza e di protezione”, ha indicato Gottlieb Dändliker, ispettore cantonale della fauna.
“Anche se rinveniamo di tanto in tanto uccelli morti – l’ultimo è un cigno, inviato al laboratorio di Zurigo per essere analizzato – la situazione è grosso modo tornata alla normalità”, ha detto Dändliker.
Ciò nonostante, il Dipartimento cantonale del territorio ha indicato che continuerà ad osservare vigilmente gli uccelli migratori e il loro stato di salute.
A Ginevra, il bilancio dall’inizio della crisi è di 71 uccelli morti inviati a Zurigo per analisi. Un solo caso è però risultato positivo al virus H5N1: lo smergo maggiore trovato a fine febbraio, il primo caso di aviaria in Svizzera.
Il vicino canton Vaud ha pure annunciato di voler revocare le misure di sorveglianza e di protezione a partire da lunedì 24 aprile.
Polli in libertà?
Nonostante la situazione sul fronte dell’influenza aviaria sia migliorata (nessun nuovo caso registrato in aprile; flusso migratorio di uccelli selvaggi quasi terminato), permane, in tutta la Svizzera, l’obbligo di tenere rinchiuso il pollame.
La decisione di un’eventuale revoca – dopo l’introduzione del confino il 20 febbraio scorso – spetta al Consiglio federale.
“La situazione è decisamente migliorata. Ci attendiamo una decisione del governo per fine aprile o inizio maggio”, dichiara a swissinfo Marcel Falk, portavoce dell’Ufficio federale di veterinaria (UFV).
Il Consiglio federale potrebbe decidere di levare completamente l’obbligo di confinare i volatili, per la gioia degli allevatori. Potrebbe però anche optare per una limitazione dell’ordinanza alle regioni acquatiche in cui sono stati segnalati casi di influenza aviaria, in particolare nei pressi del lago di Costanza, nella Svizzera orientale.
La Germania ha invece comunicato che le misure di confino rimarranno in vigore per una durata indeterminata.
Dal canto suo, la Francia manterrà l’obbligo fino al 31 maggio, sebbene alcune regioni vi abbiano già rinunciato, a particolari condizioni.
La lotta continua
Secondo l’UFV, è auspicabile attuare delle misure di contenimento mirate, visto che il rischio di una rapida diffusione del virus tra i volatili di allevamento sussisterà ancora a lungo.
“Certo, non abbiamo riscontrato nuovi casi, ma siamo abbastanza sicuri che il virus rimarrà nella popolazione di uccelli selvaggi per i prossimi 5 o 20 anni”, avverte Falk.
Per questa ragione, il portavoce dell’UFV non esclude il ripristino dell’obbligo di confino nelle regioni colpite.
swissinfo e agenzie
Dall’inizio dell’epizoozia nel 2003, una sessantina di Paesi – di cui 10 in Europa – hanno annunciato casi di influenza aviaria negli uccelli selvatici o di allevamento.
Su un migliaio di volatili analizzati in Svizzera, sono stati riscontrati 32 casi di virus H5 (concernenti esclusivamente uccelli acquatici). Tra questi, 4 presentavano la temuta variante N1.
La diffusione del virus agli esseri umani è estremamente rara. Finora, indica l’Organizzazione mondiale della sanità, la malattia ha infettato poco più di 200 persone nel mondo e causato 113 vittime.
Secondo uno studio finanziato dal gigante farmaceutico Roche, Svizzera, Germania, Francia, Paesi Bassi, Gran Bretagna e Irlanda sono i Paesi europei meglio preparati per lottare contro il virus.
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