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Mondiali: una Svizzera senza classe e idee

Tranquillo Barnetta e compagni a terra dopo la partita contro l'Honduras Keystone

Incapace di sviluppare un gioco offensivo, priva di classe, di idee e di creatività: così la stampa giudica la nazionale elvetica dopo l'eliminazione ai campionati del mondo di calcio in Sudafrica. Per molti commentatori, non si poteva però attendere realisticamente molto di più dalla Svizzera.

“Chi non riesce a segnare una rete contro una squadra così modesta quanto l’Honduras, non merita di passare il turno”, osserva amaramente il Tages Anzeiger, per il quale gli svizzeri sono semplicemente “crollati sulla loro incapacità”. Non sono nemmeno riusciti a “gestire i tre punti conquistati nella prima partita contro la Spagna, definiti un regalo dall’allenatore Ottmar Hitzfeld”.

“Questa fallimento è una delusione, una grande delusione. Non si addice all’ego e all’orgoglio dell’allenatore e neppure alla consapevolezza dei giocatori, che tendono spesso a sentirsi migliori di quanto non siano in realtà”, aggiunge il quotidiano zurighese, annotando come neppure l’aura di Hitzfeld sia bastata alla selezione elvetica.

“Ciò che è mancato a questa squadra è un pezzo di classe e di qualità, sono giocatori in grado di essere creativi e opportunisti. Non è un caso che Hitzfeld abbia puntato soprattutto su un calcio difensivo: era cosciente dei limiti del gioco offensivo della nazionale e dell’assenza di pedine pericolose. Ieri questi limiti si sono rivelati fatali”.

Troppo rinunciataria

“Senza idee e senza coraggio”, così la Berner Zeitung ha visto la Svizzera di ieri. “La nazionale ha perso l’occasione di disputare un ottavo di finale da sogno contro il Brasile. Ma non l’avrebbe comunque meritato. Dopo un’altra debole prestazione contro l’Honduras, gli svizzeri concludono questi mondiali da perdenti”.

A detta del giornale bernese, le colpe non vanno ricercate soltanto nella mancanza di creatività e di cultura agonistica, ma anche nella rinuncia a giocare un calcio più offensivo. “Ottmar Hitzfeld non si è rivelato abbastanza flessibile: ha puntato troppo su calciatori fuori forma, mentre contro l’Honduras la Svizzera aveva bisogno di una squadra con i giocatori più forti”.

Vittoria storica

Più indulgente nei confronti di Hitzfeld il Blick, che si consola ricordando come la Svizzera sia riuscita a qualificarsi per questi mondiali, quale miglior squadra del proprio gruppo. E come in Sudafrica abbia conquistato il record, detenuto finora dall’Italia, di minuti giocati ai campionati del mondo senza incassare una rete (558 minuti).

“La delusione è grande, ma non dobbiamo dimenticare le cose positive. La nazionale ci ha regalato molte gioie a questi mondiali. Innanzitutto con l’incredibile successo, per 1 a 0, contro la Spagna, una vittoria storica. Addirittura la più grande nei 105 anni di storia della nazionale elvetica”, si esalta il foglio popolare.

Senza giocatori di classe

Più realista la Neue Luzerner Zeitung: “La selezione elvetica è rimasta veramente al di sotto delle proprie possibilità in Sudafrica? Chi risponde di sì a questa domanda, non conosce la realtà nel mondo del calcio”.

“La Svizzera non è una potenza calcistica. Neppure con “Gottmar” (Gott: dio in lingua tedesca) Hitzfeld, come è stato chiamato dopo l’eroica vittoria contro la Spagna. Anche sotto la sua direzione, la Svizzera può solo vincere con grande forza di lavoro e disciplina. E non dispone nemmeno di un solo giocatore di campo appartenente all’élite del calcio mondiale”.

“In verità è già un bel successo il fatto di poter prendere parte ad un grande torneo come questo”, rileva il quotidiano lucernese. “E dal 2004 è già la quarta volta di seguito che la Svizzera è presente agli europei e ai mondiali. In Sudafrica ha apportato più o meno esattamente quanto si poteva attendere, tenendo conto del suo potenziale. E con il successo contro gli spagnoli, perfino qualcosa di più”.

Gioco stagnante

Partecipando regolarmente ai campionati mondiali ed europei di calcio, la Svizzera “si muove da anni su un livello non abituale per le sue possibilità”, annota anche la Neue Zürcher Zeitung. “Dal profilo del gioco sta però stagnando già da molti tempo”.

“Il fatto di non riuscire a qualificarsi per gli ottavi di finale in un gruppo che includeva la Spagna e il Cile, non può essere visto come un’umiliazione. Soprattutto quando i due finalisti degli ultimi campionati del mondo, l’Italia e la Francia, sono già stati esclusi a loro volta dal torneo”.

Demoni del passato

“Il calcio non è soltanto difendere e correre. Deve essere anche esprimersi con il pallone, costruire, innovare”, rammenta Le Matin. “Ieri sera, la piccola Svizzera ha ritrovato i demoni che l’accompagnavano dalla sua qualificazione: condannata a giocare, non è stata in grado di approfittare della fortuna di poter determinare il proprio destino”.

“Per finire rimane un inutile exploit contro la Spagna”, si rattrista il giornale romando. “Gli svizzeri dovranno però inchinarsi di fronte agli slovacchi, che hanno tolto loro l’Oscar simbolico del più grande exploit, superando e rimandando a casa gli italiani, detentori del titolo mondiale”.

Frustrazioni e rammarichi

Amarissima La Liberté, che intravede quasi soltanto frustrazioni, rammarichi e incomprensioni. “La frustrazione è enorme, i rammarichi colossali e l’incomprensione attanaglia i nostri spiriti”.

Il quotidiano friburghese addossa buona parte delle responsabilità a Hitzfeld. “Il miglior allenatore del mondo ha deluso in questi mondiali. Per la prima volta nella sua favolosa carriera. Da uomo intelligente saprà però trarre le lezioni da questo insuccesso. Anche perché il tempo stringe: in settembre iniziano già le qualifiche per l’Euro 2012”.

Anche la Tribune de Genève rileva l’insuccesso dell’allenatore tedesco: “Autore di miracoli, come quello contro la Spagna, Hitzfeld non è un mago. Pur essendo un abile stratega, non è riuscito a trasformare un bunker difensivo in una carica eroica”.

Dall’altare alla polvere

“Respinti, dopo essere stati guardati con profonda ammirazione. Dall’altare della pagina di storia scritta contro la Spagna alla polvere di dieci giorni dopo, nella quale la Svizzera deve razzolare, gettatavi dai propri limiti, riemersi con una puntualità stavolta tristemente elvetica”, deplora La Regione.

“Chiniamo la testa, quindi. Dopo aver impressionato il mondo candidandoci a un ruolo da co-protagonista, limiti evidenti ci ricacciano dietro le quinte, per manifesta incompatibilità con lo stadio successivo della manifestazione, con una platea che abbiamo illuso e poi deluso”.

Armando Mombelli, swissinfo.ch

Svizzera – Honduras 0-0

Bloemfontain, 28’000 spettatori
Arbitro: Baldassi (Arg)

Svizzera: Benaglio; Lichtsteiner, Von Bergen, Grichting, Ziegler; Barnetta, Inler, Huggel (78′ Shaqiri), Fernandes (45′ Yakin); Derdiyok; Nkufo (69′ Frei).

Honduras: Valladares; Bernardez, Chavez, Figueroa, Sabillon; Alvarez, W. Palacios, Je. Palacios (78′ Palacios), Thomas; Nunez (67′ Martinez), D. Suazo (87′ Turcios).

26.6
Uruguay – Corea del Sud
USA – Ghana

27.7
Germania – Inghilterra
Argentina – Messico

28.8
Olanda – Slovacchia
Brasile – Cile

29.9
Paraguay – Giappone
Spagna – Portogallo

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