Muro israeliano: si pronunci l’Aia
La Svizzera è dell’avviso che il muro di protezione costruito da Israele nei territori occupati violi il diritto internazionale pubblico.
Il Consiglio federale chiede ufficialmente al Tribunale internazionale dell’Aia di chiarire le implicazioni giuridiche del muro israeliano.
La storia è piena di muri, cortine e barriere, simboli, quasi sempre infelici, di una volontà d’isolamento e protezione. L’ultimo, in ordine di tempo, è il muro che Israele sta costruendo in Cisgiordania con la speranza di tamponare gli attentati suicidi sferrati dai palestinesi contro la popolazione dello stato ebraico.
La costruzione israeliana è criticata da più parti, la si accusa in particolare di violare il diritto internazionale pubblico. Anche il Consiglio federale è di questo parere e ritiene che la questione debba essere valutata dal Tribunale internazionale dell’Aia, come chiesto dall’Assemblea delle Nazioni unite in dicembre.
La Svizzera vuole che il Tribunale internazionale analizzi le conseguenze giuridiche della costruzione del muro israeliano nei territori occupati. Secondo il capo della Direzione del diritto internazionale pubblico, Paul Seger, la Confederazione avrebbe comunicato al Tribunale internazionale dell’Aia la sua posizione in merito.
In particolare, la Svizzera chiede al Tribunale internazionale, di chiarire se la Quarta convenzione di Ginevra per la protezione della popolazione civile in tempo di guerra, possa essere applicata nei territori palestinesi.
La pressione d’Israele, degli Stati uniti e di altri paesi che si sono espressi contro la competenza in materia del Tribunale internazionale, potrebbe portare quest’ultimo a rinunciare alla stesura di un rapporto. La Svizzera invita il Tribunale internazionale a non compiere questo passo e a stabilire «una volta per tutte» – così Paul Seger – che la Quarta convenzione di Ginevra è applicabile anche nei territori palestinesi.
La vita di tutti i giorni trasformata dal muro
Già all’inizio di febbraio, il Consiglio federale aveva fatto riferimento alla Quarta convenzione di Ginevra e alla necessità del rispetto del diritto internazionale pubblico. Una forza d’occupazione deve garantire l’integrità territoriale delle zone che sono sotto il suo controllo: così il Consiglio federale aveva risposto ad un’interrogazione parlamentare della consigliera nazionale Ruth-Gaby Vermot.
Inoltre chi detiene il potere deve garantire alle persone che risiedono nei territori occupati la possibilità di continuare a condurre una vita normale. La costruzione del muro ostacola la libertà di movimento dei palestinesi e il loro accesso al lavoro, ai campi, alle infrastrutture sanitarie e alle scuole.
Ruth-Gaby Vermot è soddisfatta del modo in cui il Consiglio federale ha agito. «Il Governo si è espresso chiaramente contro il muro», dice a swissinfo. «È un segnale molto importante, perché attualmente molti altri stati “guardano attraverso il muro”, lo accettano senza reagire. Questo muro deve sparire, perché mina ogni iniziativa di pace».
Comunità internazionale divisa
All’inizio di dicembre, l’Assemblea generale delle Nazioni unite aveva incaricato il Tribunale internazionale di pronunciarsi in merito alle implicazioni giuridiche del muro di sbarramento israeliano. La prima udienza all’Aia è prevista per il 23 febbraio.
Secondo il Ministero degli esteri israeliani, però, ben 33 stati si oppongono attualmente a che il Tribunale internazionale deliberi in merito al muro israeliano. Tra questi ci sarebbero, oltre agli Stati uniti e all’Unione europea, anche Germania, Francia, Gran Bretagna e Russia.
Gli USA e l’UE, pur criticando il percorso seguito dal muro israeliano, si oppongono all’intervento del Tribunale internazionale perché ritengono che la questione sia politica e non giuridica. Dello stesso avviso Israele che reclama il diritto all’autodifesa e che ha già annunciato il boicotto delle udienze che si terranno all’Aia.
swissinfo e agenzie
2002: Israele decide la costruzione di un muro di sbarramento in Cisgiordania
Il muro dovrebbe misurare 600 km di lunghezza e 8 m di altezza
200 km di muro sono già stati costruiti
La Svizzera ritiene che la costruzione del muro israeliano violi la Quarta convenzione di Ginevra per la protezione della popolazione civile in tempo di guerra, di cui è depositaria.
Per la costruzione del muro, Israele ha espropriato molta terra. La barriera non si trova infatti lungo il confine, ma alcuni chilometri all’interno dei territori occupati.
Il muro ostacola l’accesso al lavoro di molti palestinesi. Secondo gli osservatori umanitari, la vita di 800’000 palestinesi è condizionata dal muro.
In seguito alla costruzione dello sbarramento, i palestinesi avrebbero perso, secondo l’Onu, 83’000 ulivi e alberi da frutto, centinaia di metri quadrati di terreni irrigati e 37 chilometri di canalizzazioni.
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