Negative le reazioni americane alla decisione
La reazione negativa degli avvocati americani che difendono le cause collettive contro le ditte svizzere non si è fatta attendere.
All’indomani della comunicazione del governo svizzero di bloccare gli archivi, hanno levato il loro coro di proteste.
«Incomprensibile»: così giudicano gli avvocati americani che rappresentano gli interessi delle vittime dell’apartheid la decisione del Consiglio federale di bloccare temporaneamente i documenti coi nomi delle ditte che avevano relazioni d’affari col Sudafrica segregazionista.
Angieszka Fryszman, dello studio legale Cohen, Milstein & Hausfeld, che ha inoltrato una denuncia collettiva a nome dell’associazione di aiuto alle vittime dell’apartheid «Khulumani» si è detta «molto delusa». Le denunce sono state sporte proprio per far luce sulla vicenda, ha ricordato l’avvocata. «Non vedo come la restrizione possa essere utile alla ricerca della verità».
Lo studio Cohen, Milstein & Hausfeld intendeva consultare gli archivi, ha aggiunto. Benché non sia ancora stata fissata alcuna data per la comparsa in tribunale, il procedimento procede in modo «lento ma sicuro», ha affermato.
Sei studi legali coinvolti
La denuncia collettiva depositata alla fine di marzo dallo studio Lynn Lincoln Sarko a New York, che comporta le accuse più gravi, secondo la Fryszman è «molto fondata». L’avvocata non ha voluto dire se i due studi legali collaboreranno.
In totale sei studi d’avvocatura rappresentano le vittime dell’apartheid o i loro discendenti negli Stati Uniti. I querelanti accusano le società finite nel loro mirino di aver sostenuto la segregazione razziale in Sudafrica, conclusasi nel 1994 con l’elezione di Nelson Mandela quale primo presidente nero del paese, facendo affari con il regime di allora.°
swissinfo e agenzie
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