Nessun bluff nel successo dilagante del poker
Molta abilità ed un pizzico di fortuna sono gli ingredienti indispensabili per vincere a poker. Come in tutta Europa, il più celebre tra i giochi di carte sta spopolando anche in Svizzera.
Da qualche anno il poker vive una seconda vita. Finita l’epoca dei tornei nei saloon del lontano West, si gioca ora in televisione, su internet, nei casinò e a casa di amici.
Mozziconi di sigarette sul pavimento, due dita di whisky sul fondo di una bottiglia, quattro assi in mano e diversi bigliettoni sul tavolo. La posta in palio è alta. Nemmeno le note del pianista nell’angolo o le allegre risate delle ballerine al secondo piano riescono a smorzare la tensione. Sotto il cappello, qualcuno sta sudando. La Colt, riposta nella fondina di cuoio, è pronta a far fuoco.
Questa l’immagine tipica del poker tramandataci dai film western di oltre oceano. Chi collega ancora il celebre gioco di carte all’ambiente fumoso di un saloon americano – o a cacciatori di taglie e cavalieri solitari – è però in ritardo.
Oggi il poker si gioca dappertutto e ad essere attirati dal fascino delle carte – e dalla possibilità di vincere parecchi soldi – sono studenti, manager, operai, casalinghe, disoccupati o politici.
«Il poker coinvolge gente di ogni età e di tutte le classi sociali», ci conferma Christophe Mirabile, fondatore della Lega svizzera di poker, l’unico club ufficiale che raduna i giocatori di poker del paese.
Il boom del poker
Dopo aver invaso diversi Stati europei – in particolare Gran Bretagna. Francia, Italia e Germania – la pokermania ha contagiato da circa un anno anche la Svizzera.
«La richiesta è enorme: nel 2005 abbiamo organizzato sei tornei di poker, nel 2006 oltre 170», indica Christian Kusch, responsabile del poker al Casinò di Baden (canton Argovia), la prima casa di gioco elvetica ad aver organizzato un torneo nazionale.
Ma è soprattutto su internet che il poker sta letteralmente spopolando. Nel mondo, i siti online che organizzano tornei si contano a centinaia, i giocatori a milioni.
Un paese che interessa molto da vicino i gestori della rete è proprio la Svizzera, come ha sottolineato qualche tempo fa Conrad Brunner, manager di uno dei maggiori portali di poker online: «La Svizzera è uno dei mercati che cresce più rapidamente, siccome vi sono numerose connessioni a banda larga ed un elevato livello di formazione».
Secondo alcune stime, gli appassionati di poker nella Confederazione rappresenterebbero il 3-5% della popolazione, quindi tra le 220 e le 370mila persone. I giocatori professionisti sono invece poche decine.
Una vincita da 12 milioni di dollari
Nato alcuni secoli fa (vedi riquadro), il poker sta vivendo oggi una seconda vita. La sua rinascita deve molto alla ripresa della variante statunitense detta Texas Hold’em, che a differenza del poker tradizionale (cinque carte in mano) prevede per ogni giocatore due carte coperte – vale a dire nascoste agli avversari – e cinque carte scoperte sul tavolo.
«È una variante molto più strategica e spettacolare», rileva Michele Foletti, responsabile marketing presso il Casinò ticinese di Lugano.
Il suo successo deve poi molto alla copertura mediatica concessa da alcune reti televisive private, che più volte alla settimana ritrasmettono tornei da ogni angolo del pianeta. Mini telecamere sul tavolo e indicazioni grafiche sulle chances di vittoria rendono il poker un appassionante spettacolo d’intrattenimento.
E poi ci sono i soldi. Si calcola che nel 2005 siano state effettuate scommesse online per oltre 70 miliardi di franchi. Memorabile la vincita dell’americano Jamie Gold, che nel World Series of Poker (sorta di campionato mondiale) del 2006 ha incassato ben 12 milioni di dollari. Quasi il doppio dei montepremi vinti dal tennista Roger Federer nella passata stagione.
Fortuna o abilità?
Il poker è un gioco psicologico, che necessita di un certo feeling per la matematica e molta esperienza. Senza dimenticare l’arte del bluff e l’aiuto concesso dalla dea bendata. Se si può vincere con una sola regina, si può anche perdere con quattro assi.
Ma allora, è un gioco di fortuna o di abilità? «È una questione delicata: se si tratta di un gioco di abilità i cantoni possono gestirlo autonomamente e incassare le tasse sul gioco. Se è un gioco d’azzardo sottostà invece alla legge federale sulle case da gioco», spiega a swissinfo Michele Foletti.
«In Ticino è per ora considerato un gioco d’azzardo, ma ad esempio nella Svizzera francese la faccenda è ancora aperta: alcuni cantoni romandi stanno discutendo sulla definizione con le autorità federali», prosegue.
Una cosa è certa: al di fuori dei casinò, giocare a poker puntando soldi è proibito. Ritrovarsi tra le mura di casa per una partita tra amici comporta quindi, teoricamente, una sanzione. Chi intende trasformare il proprio salotto in una «bisca» è avvertito….
swissinfo, Luigi Jorio
Le origini del poker non sono ben chiare. Molti concordano che assomiglia ad un gioco di carte persiano del XVI secolo, conosciuto con il nome di As-Nas.
Il poker avrebbe cominciato a diffondersi ad inizio Ottocento, a New Orleans: si presume che i colonizzatori francesi siano stati affascinati dal gioco insegnato loro da marinai persiani.
Altri individuano invece l’antenato del poker in un gioco francese chiamato «Poque» (nome che deriva da «pocher», in italiano «ingannare, bluffare»).
Una terza teoria colloca poi le origini del poker in Italia, dove si sarebbe evoluto dallo Zarro, un gioco di carte in voga nell’epoca rinascimentale.
In Svizzera, il gioco del poker è regolamentato da uno speciale organo di sorveglianza, la Commissione federale delle case da gioco.
La legislazione definisce il poker come un gioco d’azzardo ed in quanto tale è riservato esclusivamente ai casinò.
Essa proibisce inoltre di ospitare (hosting) siti internet che organizzano tornei con scommesse in denaro e sanziona i cittadini elvetici che gestiscono indirizzi di poker online all’estero.
Gli organizzatori rischiano fino a 500mila franchi di multa o la prigione.
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