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Nessun fallimento dei dialoghi attorno al muro

La barriera di sicurezza israeliana è al centro di una profonda controversia Keystone

L'ambasciatore elvetico all'ONU non condivide la tesi secondo cui le consultazioni sulla barriera di sicurezza israeliana, condotte dalla Svizzera, sono state inutili.

Intervistato da swissinfo, Peter Maurer sottolinea che la Svizzera, oltre ad aver svolto il mandato affidatole, ha anche avanzato proposte specifiche.

Nel giugno 2004, l’Assemblea generale dell’ONU ha adottato una risoluzione che chiede ad Israele di smantellare la barriera di sicurezza in Cisgiordania. Il muro era stato ritenuto “illegale” dalla Corte internazionale di giustizia.

Secondo lo Stato ebraico si tratterebbe invece di una struttura temporanea la cui presenza si giustifica con ragioni legate alla sicurezza.

In quanto depositaria delle Convenzioni di Ginevra (che stabiliscono tra l’altro il rispetto dei diritti dei palestinesi nei Territori occupati), l’anno scorso la Svizzera è stata incaricata dall’Assemblea generale di condurre una consultazione in merito e di stilare un rapporto, conformemente alle leggi umanitarie nella regione.

Il rapporto, terminato a fine giugno, è stato pubblicato dalle Nazioni Unite la settimana scorsa. Ai microfoni di swissinfo, l’ambasciatore svizzero all’ONU a New York Peter Maurer spiega perché le critiche al testo elvetico sono infondate.

swissinfo: È corretto affermare che le consultazioni condotte dalla Svizzera non hanno portato a risultati soddisfacenti?

Peter Maurer: Non credo. La Svizzera ha assolto in modo completo il mandato limitato affidatole dall’Assemblea generale. Come si può notare nel rapporto, ci siamo impegnati a fondo per tentare di trovare risposte e soluzioni concrete.

swissinfo: Israele e Autorità palestinese non hanno tuttavia concordato nessun incontro diretto per discutere dei problemi legati al muro…

P. M.: È vero, le due parti respingono attualmente la proposta di incontrarsi per tentare di eliminare i disaccordi. Ma questa non è una grossa sorpresa: non ci si può certo aspettare che israeliani e palestinesi si ritrovino improvvisamente d’accordo su una qualsiasi “formula magica”.

Da parte nostra, abbiamo avanzato delle proposte, le abbiamo sottoposte agli Stati firmatari delle Convenzioni di Ginevra e ai diretti interessati, ed in seguito abbiamo raccolto le loro reazioni.

swissinfo: La Svizzera propone di creare due gruppi di discussione, uno attorno a Israele e l’altro attorno ai palestinesi. Con quale obiettivo?

P. M.: L’idea è che gli Stati che hanno un certo interesse o che comunque esercitano un’influenza su israeliani e palestinesi possano intervenire per fornire impulsi e aiuti concreti in favore del rispetto delle Convenzioni di Ginevra.

Non vogliamo riunire le due parti attorno al tavolo delle discussioni, ma coinvolgere gli Stati che hanno aderito alle Convenzioni e vedere in quale modo possono modificare la visione israeliana e palestinese sulla questione dei diritti umanitari.

swissinfo: Avete affermato che non è il momento ideale per convocare un incontro tra gli Stati firmatari. Perché?

P. M.: Non si tratta di una considerazione che viene dalla Svizzera, ma è quanto emerge dalle reazioni raccolte. Gli Stati che hanno risposto alle nostre domande sono fortemente convinti che la priorità del momento sia il ritiro israeliano da Gaza. Convocare una conferenza ora non porterebbe a nulla.

swissinfo: Il rapporto chiede a Israele di impegnarsi formalmente a smantellare il muro una volta constatato un miglioramento della sicurezza. Che garanzie esistono che Israele agirà effettivamente in questo modo?

P. M.:La politica ufficiale di Israele ha sempre affermato che la barriera in Cisgiordania è la risposta agli attacchi esterni che minacciano la sicurezza del paese. Mi sembra quindi logico e coerente che il giorno che tali minacce dovessero ridimensionarsi, Israele riconsidererà la necessità del muro. Una considerazione che ben emerge anche dalle consultazioni svolte.

swissinfo, intervista di Morven McLean
(traduzione e adattamento: Luigi Jorio)

L’Assemblea generale dell’ONU ha chiesto nel giugno 2004 lo smantellamento della linea di sicurezza israeliana in Cisgiordania.

La risoluzione ha fatto seguito alla decisione della Corte internazionale di giustizia, che ha definito il muro illegale.

In quanto depositaria delle Convenzioni di Ginevra, alla Svizzera è stato affidato il mandato di condurre consultazioni in merito al rispetto dei diritti umani nella regione mediorientale.

I risultati delle consultazioni, condotte con Israele, palestinesi e Stati firmatari delle Convenzioni di Ginevra, sono stati raccolti in un rapporto, consegnato a metà luglio all’Assemblea generale.

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