Nessun indizio di tortura
Il Comitato del Consiglio d'Europa per prevenzione della tortura non ha constatato nessun caso di maltrattamenti gravi nella sua ultima visita in Svizzera.
Accogliendo il rapporto con soddisfazione, il governo svizzero intende migliorare le condizioni dei detenuti all’aeroporto di Zurigo-Kloten.
Il Consiglio federale ha preso atto con soddisfazione del fatto che il Comitato europeo per la prevenzione delle torture e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) non abbia riscontrato alcun indizio di tortura o maltrattamenti gravi in occasione della sua ultima visita in Svizzera.
Nell’ottobre 2003, una delegazione del Comitato del Consiglio d’Europa aveva compiuto un’ispezione di cinque giorni nella zona di transito dell’aeroporto di Zurigo-Kloten e nella prigione dello scalo aeroportuale che ospita le persone in attesa del rinvio forzato (carcere 2).
Giudizi positivi
Già al termine della sua visita, la delegazione aveva comunicato a rappresentanti della Confederazione e del Cantone di Zurigo di non aver constatato alcun indizio di tortura o maltrattamenti gravi.
Nel rapporto, presentato al governo svizzero nel marzo 2004, il Comitato si è espresso dettagliatamente in merito alle condizioni riscontrate nel carcere e ha rivolto una serie di raccomandazioni alle autorità.
Secondo il rapporto, non sono emersi casi di maltrattamento da parte del personale penitenziario nel carcere n° 2, né da parte del personale di sorveglianza negli spazi destinati ai richiedenti l’asilo e nel Centro per passeggeri inammissibili (INAD).
Anzi, numerosi detenuti e richiedenti l’asilo hanno espresso giudizi positivi sul trattamento a loro riservato dal personale.
Critiche e raccomandazioni
In seguito alla sua visita, il CPT ha tuttavia formulato alcune critiche e raccomandazioni, alle quali il governo svizzero ha ora dato una risposta.
Nel suo rapporto, redatto con le autorità zurighesi, il Consiglio federale assicura che i richiedenti l’asilo e i passeggeri dichiarati inammissibili trattenuti nella zona di transito durante un «periodo prolungato» avranno diritto ad almeno un’ora quotidiana di esercizio all’aperto dall’inizio dell’anno prossimo.
Attualmente, per uscire, gli interessati devono presentare una domanda. Luogo e ora della passeggiata sono in seguito fissati in funzione della disponibilità dei servizi di sicurezza.
Critiche respinte
Su altri aspetti le autorità elvetiche respingono le critiche del Comitato.
Ad esempio si distanziano dalla constatazione secondo cui il carcere 2 sarebbe sovrappopolato: il centro può accogliere 130 persone e questo numero non lede i diritti delle persone in attesa del rinvio, scrive il governo.
Le autorità di Zurigo insistono altresì sul fatto che i tentati suicidi e le automutilazioni «non sono affatto frequenti alla prigione dell’aeroporto».
Questa osservazione del CPT risulta verosimilmente da un «malinteso», secondo il Cantone.
Riguardo alla raccomandazione di ricordare ai funzionari di polizia «che sono tenuti a rispettare strettamente i diritti degli stranieri e che le accuse di maltrattamento saranno oggetto d’inchieste appropriate e di severe sanzioni», il governo afferma che trasmetterà una circolare ai cantoni e ai servizi federali competenti.
Iniziativa svizzera
Il Comitato per la prevenzione della tortura si fonda sulla «Convenzione europea per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti», adottata su iniziativa della Svizzera e ratificata da 45 Stati membri del Consiglio d’Europa.
Il CPT – che mira a migliorare le condizioni di detenzione degli Stati visitati in collaborazione con le loro autorità competenti – organizza, in tutta indipendenza, visite regolari negli Stati membri.
La Svizzera è già stata visitata nel 1991, nel 1996 e nel 2001.
swissinfo e agenzie
Il Comitato europeo per la prevenzione delle torture e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) ha visitato la prigione di Zurigo-Kloten dal 20 al 24 ottobre 2003.
Il centro di detenzione può accogliere fino a 130 persone.
Il CPT ha presentato il suo rapporto alle autorità svizzere nel marzo 2004.
Il Comitato aveva già visitato la Svizzera nel 1991, 1996 e 2001.
La Confederazione ha ratificato la Convenzione delle Nazioni unite contro la tortura, le pene e i trattamenti inumani o degradanti il 2 dicembre 1986.
Il 7 ottobre 1988 la Svizzera ha inoltre ratificato la Convenzione europea per la prevenzione della tortura.
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