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No all’autonomia in materia di naturalizzazioni

La procedura di naturalizzazione rimane un tema politico scottante Keystone Archive

Il Consiglio nazionale ha rifiutato lunedì un'iniziativa parlamentare che chiedeva l'autonomia per i comuni e i cantoni sulle procedure di naturalizzazione.

I deputati hanno stimato che ciò sarebbe stato contrario all’articolo costituzionale che garantisce la non discriminazione.

Il tema delle naturalizzazioni è tornato lunedì sui banchi del Consiglio nazionale, sottoforma di un’iniziativa parlamentare del consigliere nazionale dell’Unione democratica di centro (UDC) Rudolf Joder.

Il deputato bernese chiedeva che i comuni e i cantoni rimanessero autonomi in materia di procedura per concedere la cittadinanza e che i tribunali non potessero sostanzialmente esaminare decisioni relative alla naturalizzazione.

Il testo – che va nella stessa direzione dell’iniziativa popolare lanciata dall’Unione democratica di centro – è però stato respinto dalla Camera bassa per 104 voti contro 73.

Autonomia anticostituzionale

L’iniziativa faceva seguito a due sentenze del Tribunale federale, che aveva dichiarato anticostituzionale la procedura di concessione della cittadinanza attraverso il voto popolare.

Negli ultimi anni aveva suscitato particolare scalpore il caso del comune lucernese di Emmen: a più riprese la popolazione aveva accordato la naturalizzazione a delle persone di origine italiana, ma l’aveva sistematicamente rifiutata a degli originari dei Balcani.

Il progetto di Joder si è urtato a un’opposizione che ha riunito estrema sinistra, socialisti, Verdi e parte dei radicali e dei popolari democratici.

Una simile preponderanza dell’autonomia comunale sarebbe contraria alla garanzia costituzionale di non discriminazione, ha argomentato il deputato popolare democratico sangallese Felix Walker.

Per molta gente – ha da parte sua affermato la socialista zurighese Vreni Hubmann – un cognome che evoca origini balcaniche è sufficiente a giustificare un rifiuto della naturalizzazione.

In arrivo altra iniziativa parlamentare

Il dibattito sulla naturalizzazione è però ben lungi dall’essere concluso: da un lato vi è l’iniziativa popolare dell’UDC, che ha tempo fino al 18 novembre per raccogliere le 100’000 firme necessarie, dall’altro una seconda iniziativa parlamentare attualmente al vaglio della commissione preparatoria del Consiglio degli Stati.

La proposta del consigliere agli Stati Thomas Pfisterer, radicale argoviese, chiede che siano i cantoni a poter decidere l’istanza abilitata ad accordare la cittadinanza.

I cantoni potrebbero così scegliere se a dover statuire su una richiesta di naturalizzazione debba essere il popolo attraverso una votazione, l’esecutivo comunale oppure il legislativo comunale.

Inoltre, l’iniziativa Pfisterer chiede che le decisioni di naturalizzazione siano motivate e che i ricorsi in giustizia siano ancora possibili, contrariamente a quanto ad esempio domanda l’iniziativa popolare dell’UDC.

swissinfo e agenzie

Nel 2003, il Tribunale federale ha sentenziato che i candidati alla cittadinanza svizzera che si sono visti rifiutare la domanda hanno diritto a una motivazione.

I giudici hanno così di fatto stabilito che la procedura di naturalizzazione attraverso un voto popolare è illegale.

Oltre all’iniziativa parlamentare di Rudolf Joder, in Consiglio degli Stati è pendente un’altra proposta per stabilire nuove regole in materia di attribuzione della cittadinanza.

L’Unione democratica di centro sta da parte sua raccogliendo le firme per un’iniziativa popolare denominata “per delle naturalizzazioni democratiche”.

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