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No del governo all’iniziativa per una pensione flessibile

Pensionamento flessibile: anche a 98 anni, Adolf Hui lavora nel suo salone da parrucchiere Keystone

L'iniziativa popolare dell'Unione sindacale svizzera che propone di instaurare un sistema di pensionamento più flessibile non è compatibile con l'evoluzione demografica, sostiene il governo svizzero.

La modifica costituzionale genererebbe inoltre «oneri finanziari insostenibili» stimati a circa un miliardo di franchi all’anno.

Il Consiglio federale ha deciso giovedì di respingere l’iniziativa popolare «Per un’età di pensionamento flessibile» dell’Unione sindacale svizzera (USS), senza opporvi un controprogetto diretto.

Il testo non è compatibile con l’evoluzione demografica e costituirebbe un «onere finanziario insostenibile per il primo pilastro», indica un comunicato del Dipartimento federale dell’interno (DFI).

Proposte ingannevoli e antisociali

La modifica costituzionale proposta dall’USS chiede che, qualora cessino la loro attività lucrativa, le persone che conseguono un reddito annuo sino a 116’000 franchi ricevano una rendita non ridotta da 62 anni.

Per il governo, un «sì» all’iniziativa provocherebbe una riduzione generale dell’età di pensionamento, dal momento che la maggior parte della popolazione attiva risponde ai criteri esposti dall’USS.

«Le proposte dell’USS sono ingannevoli e antisociali, siccome non è possibile tirare avanti soltanto con una rendita vecchiaia AVS, la quale ammonta tra i 1’000 e i 2’000 franchi», ha commentato il responsabile del DFI, Pascal Couchepin.

«Ad essere favorite sarebbero soprattutto le persone agiate. Le donne che lavorano a tempo parziale, ad esempio, non potrebbero invece beneficiarne», ha aggiunto il consigliere federale.

Considerando l’allungamento della speranza di vita e il disequilibrio tra lavoratori e pensionati creatosi con il calo della natalità, il governo osserva che bisognerebbe al contrario incoraggiare le persone di una certa età a rimanere attive fino ad almeno 64-65 anni (l’attuale età legale di pensionamento).

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Fattura salata

Il Consiglio federale critica poi il silenzio degli inizianti sul modo di compensare l’aumento dei costi.

L’esecutivo valuta la fattura globale della proposta dell’USS a 919 milioni di franchi se l’età di pensionamento delle donne è portato a 65 anni (di cui 779 milioni unicamente per l’AVS) e a 1,316 miliardi in caso di status quo (1,26 miliardi per l’AVS).

Il governo preferisce così puntare sull’undicesima revisione dell’AVS bis, che può essere considerata un contro-progetto indiretto all’iniziativa. Essa prevede tra l’altro l’unificazione dell’età di pensionamento a 65 anni per uomini e donne e la flessibilizzazione dell’anticipazione e del rinvio della rendita.

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Prestazioni inadeguate

Reagendo alla bocciatura del Consiglio federale, l’USS ha indicato in una nota che «chiaramente il governo non vuole vedere i problemi a cui sono purtroppo confrontati oggi i lavoratori anziani sul mercato del lavoro».

Le «prestazioni di prepensionamento» avanzate nell’ambito dell’undicesima revisione dell’AVS sono inoltre giudicate inadeguate per risolvere i problemi dei lavoratori.

Secondo l’organizzazione sindacale, non si può rimandare il problema alla dodicesima revisione, perché sono ormai 10 anni che governo e parlamento promettono un pensionamento flessibile e sociale.

La palla è ora nel campo del parlamento, il quale dovrà decidere se trattare l’iniziativa dell’USS e il progetto di legge separatamente o in parallelo.

swissinfo e agenzie

Dalla sua creazione nel 1948, l’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS) ha conosciuto undici revisioni. L’ultima è stata bocciata dal popolo svizzero nel 2004, in particolare a causa dei mezzi finanziari minimi previsti per finanziare il pensionamento flessibile.

A fine 2005, il governo svizzero ha proposto al parlamento un’undicesima revisione bis.

Questa nuova revisione si prefissa, tra l’altro, di uniformare l’età di pensionamento di uomini e donne a 65 anni (oggi 65 e rispettivamente 64).

Prevede poi l’introduzione di un sistema di prepensionamento dai 62 anni per le persone meno abbienti.

Un’ulteriore revisione – la dodicesima – è inoltre in vista all’orizzonte 2008-2009.

L’AVS è direttamente dipendente dalla situazione e dall’evoluzione demografica.

Nel 2004 l’effettivo delle persone di età superiore ai 65 anni rappresentava già il 15,8% della popolazione.

Questa percentuale è destinata ad aumentare. Secondo alcuni scenari dell’Ufficio federale di statistica, entro il 2050 il numero di persone di più di 65 anni dovrebbe aumentare in una percentuale compresa tra il 60 e il 120%.

Attualmente, per ogni pensionato ci sono 4 persone attive. Fra 30 anni ci saranno solo 2,5 lavoratori per un pensionato.

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