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Operazione Russia

Bambini detenuti in condizioni pietose, donne alla mercè dei maltrattamenti dei propri familiari, torture nelle stazioni di polizia.

E in Cecenia, civili torturati, violentati, uccisi quotidianamente: la denuncia di Amnesty International è chiara.

La Russia, anche dopo la caduta del muro e l’insediamento di un governo democratico continua ad essere un Paese dove la violenza gratuita, i soprusi e le continue violazioni dei diritti umani la fanno da padrone.

La Giornata internazionale dei diritti umani è pertanto dedicata alla Russia. L’organizzazione per la difesa dei diritti umani vuole in primo luogo far conoscere all’opinione pubblica l’attuale situazione.

Rafforzare la società

Nel Paese stesso il lavoro di sensibilizzazione è ancora all’inizio e i movimenti per la difesa dei diritti umani non sono ancora abbastanza forti e influenti.

In generale, tutta la società postcomunista russa non si è ancora consolidata, spiega a swissinfo Daniel Garcia, presidente della sezione svizzera di Amnesty International.

Ma AI non demorde. “Abbiamo inaugurato un centro a Mosca proprio per rafforzare i movimenti che lottano contro le violazioni dei diritti umani”, dice Garcia. Il movimento principale, con il quale AI lavora molto strettamente, si chiama Memorial ed è molto attivo soprattutto nell’ambito della situazione in Cecenia.

L’organizzazione sostiene anche finanziariamente questo centro, che non è riconosciuto, per il momento, dalle autorità russe. Amnesty International sta comunque raccogliendo firme, a livello mondiale, per una petizione che verrà consegnata in gennaio al presidente russo Vladimir Putin.

Con questa operazione AI spera di ottenere una reazione dal governo russo. Contemporaneamente vuole indurre il capo dello Stato russo ad impegnarsi pubblicamente in favore del rispetto dei diritti umani.

Elena Altenburger, swissinfo

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