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Ostaggi FARC: la Svizzera lavora nell’ombra

L'ex ostaggio Clara Rojas saluta la folla al suo arrivo all'aeroporto di Caracas Keystone

Micheline Calmy-Rey loda il contributo «discreto» che la Svizzera ha dato alla liberazione di due donne ostaggio delle FARC. La ministra degli esteri elvetica si distanzia dallo stile mediatizzato dei colleghi francesi.

Intanto, le drammatiche testimonianze di Clara Rojas e Consuelo Gonzales fanno il giro del mondo. Le due donne accusano i guerriglieri di «crimini contro l’umanità».

Parlando della liberazione di due ostaggi colombiani da parte delle FARC, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, la Consigliera federale Micheline Calmy-Rey, ha messo in risalto il lavoro svolto «con discrezione» dalla Svizzera.

«Abbiamo preparato il terreno che ha reso possibile questa liberazione» lavorando «nell’ombra», ha spiegato la responsabile del Dipartimento degli affari esteri (DFAE) in un’intervista pubblicata sabato dal quotidiano francofono Le Matin.

Interrogata sul ruolo della Svizzera, Calmy-Rey ha sottolineato che non è stato «senza rischi», perché «siamo andati sul posto, nella giungla, presso le FARC». La Svizzera era stata la prima, nel 2003, ad appurare che gli ostaggi erano ancora in vita. Da cinque anni la Confederazione è in contatto con i guerriglieri marxisti. Francia e Spagna l’hanno seguita sulla strada della mediazione.

Giovedì, nel corso di un’operazione sorvegliata dal presidente venezuelano Hugo Chavez e autorizzata da Bogotà, le FARC hanno liberato Clara Rojas e Consuelo Gonzalez. Anche il Comitato internazionale della croce rossa ha dato il suo contributo alla liberazione degli ostaggi.

Fare troppo rumore può essere controproducente

Nel corso dell’intervista, Micheline Calmy-Rey ha evocato anche il forte interesse dei media per Ingrid Betancourt, domandandosi «se non abbia un effetto negativo». L’ostaggio franco-colombiano, infatti, è diventato «il simbolo più in vista della FARC». Inoltre, «la pressione dei media rende il negoziato più difficile».

«I negoziati non possono essere un’operazione che si dà in pasto ai media per la propria gloria», aggiunge Calmy-Rey con una punta di polemica nei confronti della Francia che affronta in altro modo il dossier. «Diciamo che i nostri ruoli sono diversi», afferma parlando del presidente francese Nicolas Sarkozy.

La ministra degli esteri elvetica ricorda poi che se un primo passo è stato fatto, altri dovranno seguire: l’obiettivo è «ottenere la liberazione di tutti gli ostaggi e di tutti i prigionieri».

Sei anni di calvario

Dopo la liberazione, Consuelo Gonzales e Clara Rojas hanno cominciato a raccontare i loro sei anni di vita in mano ai guerriglieri delle FARC.

Consuelo Gonzales ha reso omaggio ai suoi compagni di detenzione, poliziotti e militari imprigionati da «ben più tempo di noi» e costretti a vivere incatenati. Per loro assistenza medica e farmaci sono una chimera e da mangiare non c’è altro che poco riso.

Per uscire conflitto interno che strazia la Colombia – ha detto Consuelo Gonzales – bisogna intraprendere la via dei negoziati, anche se ciò vuol dire dichiarare quello delle FARC un gruppo ‘non terrorista’ come ha auspicato il presidente venezuelano Hugo Chavez.

L’ex assistente di Ingrid Betancourt, Clara Rojas, ha raccontato la nascita di suo figlio Emmanuel, il 16 aprile 2004. Il bambino, frutto di una relazione amorosa con un guerrigliero, ha visto la luce dopo un cesareo di fortuna, praticato con un coltello da cucina nel cuore della giungla.

Clara Rojas ha avuto bisogno di più di 40 giorni per rimettersi dal parto. Poi, otto mesi dopo, il bambino le è stato portato via. Non ne ha più sentito parlare fino a due settimane fa.

La Rojas è stata separata da Ingrid Betancourt tre anni fa e da allora non ha più avuto sue notizie.

swissinfo e agenzie

La Svizzera è impegnata dal dicembre del 2005 insieme alla Francia e alla Spagna nella mediazione volta alla risoluzione del conflitto interno colombiano. I tre paesi hanno proposto la creazione di una zona smilitarizzata di 280 km2 per facilitare i negoziati tra governo e guerriglia, in particolare in vista di un accordo umanitario sugli ostaggi.

Le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC) combattono da ormai quattro decenni contro il governo colombiano. Si tratta del principale gruppo guerrigliero attivo nel paese e dispone di 17’000 combattenti. È stato creato negli anni Sessanta e oggi controlla oltre il 40% del territorio colombiano.

Riconosciute come organizzazione terrorista da Stati Uniti e Unione europea, le FARC sostengono di rappresentare i poveri del mondo rurale contro le classi più ricche. Si finanziano attraverso una serie di attività, fra cui l’estorsione, i rapimenti e la partecipazione – diretta o indiretta – al mercato della droga.

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