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Pedofilia su Internet di nuovo nel mirino

Numerosi CD e altri supporti a contenuto pedofilo erano stati sequestrati durante l'operazione "Genesis" Keystone Archive

Una nuova operazione di polizia è stata condotta in Svizzera per lottare contro l'acquisizione e la messa in circolazione sulla rete di materiale pedopornografico.

Negli ultimi mesi, le autorità giudiziarie di 19 cantoni e della città di Zurigo e Berna hanno controllato oltre un centinaio di persone sospette.

«Gli agenti hanno interrogato i sospetti, fra cui alcuni minorenni, e perquisito il loro domicilio. Ora dovranno analizzare più attentamente il materiale sequestrato», ha indicato l’Ufficio federale di polizia (fedpol).

L’operazione – condotta dalle polizie e dalle autorità di perseguimento penale di 19 cantoni e delle città di Zurigo e Berna con l’appoggio della Polizia giudiziaria federale – ha rappresentato un ulteriore passo nella lotta contro la pornografia infantile su Internet.

Sospetti identificati in Italia e Norvegia

Nel mirino degli investigatori elvetici, le persone sospettate di essersi procurate o di aver messo in circolazione materiale pedopornografico sulla rete mondiale.

Originariamente, le indagini attualmente in corso sono state avviate in Norvegia e in Italia. Sorvegliando Internet, le autorità di questi Paesi hanno riscontrato le attività sospette di alcune migliaia di persone sparse su tutto il globo.

Dopo aver ricevuto le informazioni dai colleghi all’estero, la Polizia giudiziaria federale ha potuto analizzarle ed elaborarle per i cantoni.

Il metodo utilizzato sarebbe stato quello delle “borse di scambio”, programmi informatici normalmente usati per trasmettere file musicali o cinematografici da un computer all’altro.

Multe fino a 15’000 franchi

Nel recente passato, le forze di polizia svizzere avevano condotto a più riprese vaste operazioni di questo genere.

L’ultima nel settembre 2004, con l’operazione denominata “Falcon”. Allora erano state controllate circa 400 persone.

In base a quanto comunicato da Cantoni e fedpol, sono stati finora giudicati in prima istanza 56 casi. Le prime sentenze sono state pronunciate per casi meno complessi, per i quali il numero delle sospensioni dell’istruttoria è per esperienza alto.

Sono tuttavia già state decretate 18 pene detentive fino a 90 giorni sospese condizionalmente e 12 multe fino a 15 000 franchi.

Per trattare gli altri circa 350 casi dell’operazione “Falcon” ci vorrà però ancora del tempo, soprattutto perché la quantità dei dati sequestrati e da analizzare è notevolmente maggiore rispetto all’operazione “Genesis”, nel corso della quale erano state controllate circa 1000 persone.

swissinfo

La legge svizzera non proibisce di visionare dei siti a contenuto pedofilo, ma punisce chi registra questo tipo di materiale sul proprio computer.
Le pene detentive sono al massimo di un anno e il giudice può stabilire eventuali multe.
La vendita d’immagini a sfondo pedofilo può essere punita con tre anni di detenzione.
L’abuso di minori costa fino a cinque anni di prigione (articolo 187 del codice penale).

Negli ultimi mesi, anche un gruppo di lavoro composto da specialisti della Confederazione, dei Cantoni e di organizzazioni non governative si è occupato in modo approfondito del tema “Pornografia infantile su Internet”.

Sotto la direzione del Centro svizzero di prevenzione della criminalità, il gruppo sta preparando una campagna nazionale di prevenzione il cui messaggio principale è che la pedopornografia non è un reato senza vittime, poiché non si tratta solo di immagini.

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