Prospettive svizzere in 10 lingue

Per ora nessun soldato svizzero in Libano

Un contingente di soldati indonesiani pronti a rinforzare le truppe Onu Keystone

Nonostante faccia parte delle Nazioni Unite, la Svizzera non invierà truppe in Libano, nel quadro della Forza multinazionale. Almeno non nell'immediato.

Eppure la Svizzera aveva reagito positivamente alla risoluzione adottata venerdì a New York dal Consiglio di sicurezza dell’ONU, che prevede di rinforzare con più di 10’000 soldati gli effettivi dell’UNIFIL in loco.

Per ora la Svizzera non prenderà parte alla forza multinazionale in Libano: prima di un’eventuale decisione in merito, che spetta al Consiglio federale e al parlamento, dovrebbero essere soddisfatte una serie di condizioni, secondo il portavoce del dipartimento federale della difesa (DDPS), Sebastian Hueber.

“Innanzitutto bisognerebbe sapere se il cessate il fuoco tiene ed è stabile”, ha detto all’ATS Hueber, precisando: “La Svizzera non invierà truppe da un giorno all’altro”.

Secondo la legislazione militare elvetica, occorre una decisione dell’ONU e una domanda ufficiale a Berna, dopodiché, al termine di consultazioni tra i dipartimenti della difesa e degli affari esteri, il governo può raccomandare al parlamento di prendere una decisione. Per tutto questo iter ci vorrebbero parecchi mesi.

Ricorso alla forza

Altro punto importante: dovrebbe trattarsi di una forza per il mantenimento della pace e non per la sua imposizione. La risoluzione 1701 approvata sabato dal Consiglio di sicurezza dell’ONU prevede che la Forza delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL) sia aumentata da 2000 a 15mila unità, e abbia un mandato più ampio dell’attuale.

Le truppe ONU già in loco sono state autorizzate a “prendere tutte le misure necessarie”, ciò che potrebbe includere anche il ricorso alla forza e quindi andare oltre il solo mantenimento della pace, ha detto il portavoce del DDPS.

Da parte sua il dipartimento federale degli affari esteri ha indicato che la Svizzera continuerà a fornire sostegno finanziario all’UNIFIL, nell’ambito del suo contributo regolare all’ONU.

Forze internazionali in breve tempo

Secondo l’alto rappresentante dell’Unione europea Javier Solana l’Onu potrà dispiegare 4.000 uomini in un periodo di tempo molto breve.

Una Unifil ampliata dovrà essere dispiegata nel Libano sud insieme a 15.000 soldati dell’esercito libanese nelle aree da cui si ritireranno le forze israeliane, in base alla risoluzione del consiglio di sicurezza Onu.

La Francia potrebbe prendere la direzione delle operazioni, mettendo a disposizione fino a 5000 soldati, l’Italia ne ha promessi 2000.

Il ministro della Difesa spagnolo José Antonio Alonso ha dichiarato che Madrid è disponibile a “dare una mano” al Libano con l’invio di 700 soldati, che andranno ad aggiungersi ai caschi blu del contingente Unifil.

Canada, Germania, Spagna, Portogallo Finlandia e Australia stanno esaminando l’invio di militari, mentre alcuni paesi musulmani, fra cui la Turchia, la Malaysia e l’Indonesia, hanno dichiarato di essere disponibili a contribuire alla Forza.

Il 31 agosto è prevista in Svezia una conferenza internazionale sugli aiuti al Libano, alla quale sono stati invitati rappresentanti di 60 governi e organizzazioni.

swissinfo e agenzie

Il budget Onu per le operazioni di mantenimento della pace dal 1° luglio 2005 al 30 giugno 2006 era di 5 miliardi di dollari.

La Svizzera finanzia l’1%
Gli Stati Uniti il 26%
Il Giappone il 19%
La Germania il 9%
La Francia il 7%
La Gran Bretagna il 7%

L’Onu dispone di molti caschi blu nel mondo. In totale 64 200 militari e 7500 agenti di polizia partecipano a 18 operazioni di mantenimento della pace.

In Darfur l’Onu cerca di mettere in piedi una vasta operazione, vista l’insufficienza delle forze dell’Unione africana, ma il dispiegamento delle truppe è stato ritardato.

Più di un centinaio di paesi membri dell’Onu forniscono truppe all’organizzazione. I caschi blu provengono principalmente dal Bangladesh (10’000), Pakistan (9’600), India (9’000), Giordania (3’700) e Nepal (3’500).

Sono decine i militari svizzeri che hanno partecipato ad operazioni Onu, in Corea, Medio oriente, Georgia, Congo, Afghanistan, Etiopia ed Eritrea.

220 soldati della Swisscoy sono impiegati dal 1999 in Kosovo.

La Svizzera ha messo a disposizione della Forza europea (EUFOR) una ventina di soldati, per operazioni di osservazione in Bosnia.

Dal 1996 al 2000 i “berretti gialli” svizzeri hanno appoggiato la missione dell’OSCE in Bosnia.

In seguito allo tsunami, nel 2005 circa 120 militari svizzeri hanno partecipato ad una missione umanitaria sull’isola indonesiana di Sumatra,

Decine di agenti di polizia sono ancora o sono stati in passato impiegati all’estero, in Macedonia, Bosnia, Kosovo, Georgia e Congo.

Articoli più popolari

I più discussi

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR