Per una scuola più uniforme
Governo e parlamento vogliono creare uno "spazio formativo nazionale", riformando il sistema educativo e armonizzando i programmi scolastici cantonali.
I nuovi articoli costituzionali sulla formazione su cui si vota domenica sono stati plebiscitati da camere e cantoni. Ma dal coro si staccano alcune voci discordanti.
Il carattere federalista della Svizzera si respira in molti ambiti. Ad esempio in quello fiscale, dove i cantoni sono autonomi nel definire le proprie regole ed i propri tassi d’imposizione per cittadini e aziende.
Un altro esempio lampante è quello dell’istruzione pubblica, di competenza cantonale sin dalla Costituzione del 1848. In Svizzera esistono dunque 26 sistemi scolastici diversi, uno per cantone.
Nella Svizzera plurilingue e pluriculturale, quello della formazione, “la principale materia prima del paese”, è da sempre un settore molto sensibile. L’assenza di omogeneità scolastica attuale, che a volte si spinge anche fino a programmi o calendari diversi tra i comuni dello stesso cantone, non viene però più ritenuta soddisfacente.
Rappresenta ad esempio un ostacolo alla mobilità delle famiglie, i cui figli, cambiando cantone e scuola, possono trovarsi confrontati a programmi e livelli d’insegnamento diversi, ed è stata additata quale una delle cause dei risultati poco brillanti ottenuti dai giovani svizzeri nell’ambito dei confronti internazionali nati dai rapporti PISA.
Omogeneità della formazione
Dopo anni di lavori preparativi, dibattiti e consultazioni (la prima iniziativa parlamentare sul tema risale al 1997), nel dicembre 2005 le camere federali hanno adottato un decreto su una modifica costituzionale che segna una parziale rivoluzione nella scuola svizzera.
In sostanza, l’obiettivo della nuova norma è quello d’istituire uno spazio formativo svizzero omogeneo per garantire qualità e permeabilità al sistema.
Con la revisione della Costituzione, i cantoni mantengono la loro sovranità in materia d’istruzione pubblica. Ma, ed è questa la novità principale, sono obbligati ad armonizzare tutta una serie di parametri fondamentali, quali l’età d’inizio della scolarità e dell’istruzione obbligatoria, la durata e gli obiettivi dei vari livelli d’insegnamento, il passaggio da una fase all’altra e il riconoscimento dei diplomi.
Nel caso in cui i cantoni non dovessero riuscire a trovare un accordo, la Confederazione avrebbe la facoltà d’intervenire ed imporre l’armonizzazione dall’alto.
Il progetto prevede anche una riforma del settore universitario, nel quale saranno integrate le Scuole universitarie professionali e che sarà gestito in modo coordinato tra Confederazione e Cantoni.
Un ulteriore elemento è il rafforzamento della posizione della formazione professionale, una strada che viene scelta dai due terzi dei giovani svizzeri.
Ampio sostegno
Il Consiglio federale, a favore della modifica costituzionale, sottolinea come un sistema più omogeneo e di migliore qualità sia nell’interesse di un paese come la Svizzera, dove, secondo le parole del ministro dell’Interno Pascal Couchepin, “l’educazione è uno dei pilastri della prosperità del paese”.
A prova dell’ampio sostegno di cui gode la revisione sottoposta al popolo, praticamente tutti i partiti e le organizzazioni invitano ad accettarla.
In dicembre 2005, il Consiglio nazionale (camera del popolo) l’ha approvata per 173 voti contro 3. Il Consiglio degli Stati (camera dei Cantoni) per 44 a 1.
Anche la maggioranza dei cantoni si è detta a favore delle nuove norme. Coscienti della necessità di sopprimere almeno una parte delle differenze, i cantoni stessi hanno inoltre presentato un ulteriore piano per armonizzare la scuola obbligatoria: il cosiddetto progetto HarmoS.
Federalismo e democrazia
Il vasto schieramento a favore della modifica costituzionale non ha tuttavia spento le poche voci che, fuori dal coro, contestano l’oggetto.
Da destra giungono critiche al suo presunto centralismo, che potrebbe tradursi in una maggior burocrazia e in una perdita di sensibilità pedagogica locale, e a quello che viene definito un attacco al federalismo.
A sinistra c’è invece chi ritiene che la riforma sia stata dettata dall’economia alla politica e teme l’istituzione di un sistema formativo antidemocratico, posto fuori portata da ogni controllo parlamentare e popolare.
Trattandosi di una modifica costituzionale, per essere adottato l’oggetto necessiterà della doppia maggioranza di popolo e cantoni.
swissinfo, Marzio Pescia
In Svizzera esistono 26 sistemi scolastici diversi.
I nuovi articoli costituzionali vogliono creare un sistema formativo uniforme e sono stati difesi dal governo e sostenuti da tutti i gruppi parlamentari alle camere federali.
Nello spirito del “federalismo cooperativo”, la Confederazione e i cantoni si ripartiscono le competenze nel settore dell’insegnamento.
Di norma, i 26 cantoni e semicantoni godono di grande autonomia, variabile a seconda del tipo di istituzione e del livello di studio.
A livello preprimario (asili) e di scuola obbligatoria (grado primario e grado secondario I), i cantoni sono i soli responsabili.
A livello secondario II la Confederazione è responsabile della formazione professionale. L’insegnamento generale, in particolare i licei, sottostà invece alla responsabilità dei cantoni.
Competenze suddivise anche nell’insegnamento superiore. Secondo la nuova Costituzione (1999), la Confederazione legifera sulla formazione professionale superiore. Anche il settore dei politecnici federali e il promovimento della ricerca sono di sua competenza.
Da parte loro, i cantoni sono responsabili delle loro università, che in totale sono dieci. Queste ultime sono sostenute finanziariamente dalla Confederazione.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.