Perché la gente volta le spalle alle notizie?
Un numero record di persone nel mondo evita di leggere, ascoltare o guardare le notizie di attualità. È a causa della stanchezza, delle preoccupazioni legate alla salute mentale o della paura dell'intelligenza artificiale (IA)? Abbiamo scavato nell'ultimo Digital News Report – e scoperto alcuni fatti sorprendenti sulla Svizzera.
Il Digital News Report 2024Collegamento esterno, pubblicato dall’Oxford University’s Reuters Institute il 17 giugno, documenta le dimensioni di queste sfide in 47 Paesi, tra cui la Svizzera, basandosi su un sondaggio che ha coinvolto circa 100’000 persone.
Una delle principali conclusioni è che il numero di coloro che evitano di consumare notizie ha raggiunto livelli record. Quasi quattro su dieci (39%) affermano di evitarle di tanto in tanto, e spesso in modo attivo. Un dato in crescita dal 27% del 2017.
“C’è stata la pandemia, sono scoppiate delle guerre. È una reazione piuttosto naturale della gente voltare le spalle alle notizie per proteggere la propria salute mentale o semplicemente per la volontà di andare avanti con la propria vita”, ha affermato l’autore principale del rapporto, Nic Newman, a BBC news.
Alcune persone si sentono sempre più travolte e confuse dalla quantità di notizie, mentre altre sono stanche della politica, ha aggiunto.
In Svizzera, il 36% di chi ha risposto ha detto di evitare di consumare notizie perlomeno qualche volta, un aumento del 3% rispetto al rapporto del 2023, ma del 10% se si guarda al periodo precedente alla pandemia di coronavirus.
L’interesse per le notizie è calato in Svizzera negli ultimi anni. Nel rapporto 2024, il 48% ha detto di essere molto interessato alle notizie. Si tratta di due punti percentuali in più del 2023, ma dell’11% in meno rispetto al 2016.
“La cosiddetta ‘news deprivation’ [deprivazione di notizie, il fatto di non accedere, o quasi, alle notizie nella vita quotidiana] è aumentata in Svizzera, ma così non ha fatto il gruppo di persone che consumano in modo intenso le notizie”, ha dichiarato a persönlich.com Linards Udris, ricercatore dell’Università di Zurigo che ha contribuito al rapporto.
La proporzione di chi evita le notizie è più altra tra le donne (39%) che tra gli uomini (33%). La ricerca mostra che molte donne non si sentono abbastanza rappresentate nei media, secondo Udris.
“Molte donne non si sentono coinvolte nelle tematiche e nel tipo di copertura mediatica. Preferiscono accedere alle notizie facendosele raccontare da amici e amiche”, ha detto.
Ci possiamo fidare dei media?
La fiducia generale nelle notizie è del 40%, il 4% in meno rispetto al periodo pre-pandemico, indica il rapporto.
In Svizzera, la fiducia nelle notizie è leggermente maggiore, al 41%. Tuttavia, è comunque una percentuale del 9% più bassa di quella del 2016. La Società svizzera di radiotelevisione (SSR, di cui fa parte anche SWI swissinfo.ch) e le sue unità regionali SRF e RTS continuano a essere i media considerati più affidabili, seguiti dai quotidiani Neue Zürcher Zeitung (NZZ), Tages-Anzeiger e Le Temps.
Un’altra sfida per le aziende mediatiche è la scarsa volontà del pubblico di pagare per accedere alle notizie online. Dopo una crescita nel periodo della pandemia, solo il 17% di chi ha risposato in 20 Paesi afferma di pagare per le notizie online, una percentuale rimasta invariata negli ultimi tre anni. Il dato per la Svizzera è anch’esso del 17%.
Una proporzione significativa delle persone che sottoscrivono un account lo fa tramite promozioni. In Svizzera, il 47% di chi paga per accedere alle notizie online spende meno del prezzo intero.
A livello globale, dal rapporto è emerso che il pubblico che consuma fonti di informazione tradizionali come la televisione o la carta stampata è diminuito nell’ultimo decennio. La gioventù preferisce accedere alle notizie online o tramite social media. Il video sta diventando un canale d’informazione sempre più importante, specialmente tra le fasce più giovani della popolazione.
In Svizzera, quasi tre quarti (74%) dicono di informarsi online, rispetto al 51% che ricorre alla televisione e il 34% che preferisce la carta stampata. Il numero di lettori e lettrici di giornali stampati è crollato di quasi il 50% in 10 anni.
Circa il 37% della popolazione svizzera si informa esclusivamente attraverso i social media, un dato il calo del 10% rispetto al 2016. La piattaforma più importante è Whatsapp (25%) seguita da YouTube (23%), Facebook (20%) e Instagram (17%).
Nel mondo, il consumo di notizie sta crescendo su piattaforme come Instagram, Telegram e TikTok, mentre cala per le reti sociali più vecchie come YouTube e Facebook, mostra il rapporto.
“Le persone giovani in particolare ritengono che le piattaforme più recenti siano più indirizzate a loro”, afferma Udris. Su questi social media, le persone interpellate affermano di non consumare necessariamente notizie di aziende mediatiche, ma piuttosto i contenuti di personalità famose o di influencer.
Impatto dell’IA generativa
L’uso e l’impatto dell’intelligenza artificiale nelle aziende mediatiche è un altro tema caldo. Le redazioni di tutto il mondo stanno riflettendo a cosa fare con l’IA generativa in un momento in cui grandi compagnie tecnologiche come Google e OpenAI mettono a disposizione strumenti che possono fornire dei riassunti dell’informazione, assorbendo il traffico dai siti web di notizie.
Il rapporto fa stato di un crescente scetticismo del pubblico rispetto al modo in cui l’IA potrebbe essere utilizzata nella copertura giornalistica, specialmente per temi come la politica e le guerre.
“C’è più comprensione nei confronti dell’utilizzo dell’IA per la trascrizione e la traduzione e, in generale, per gli ambiti in cui si tratta di dare supporto al giornalista anziché sostituirlo”, indica il rapporto.
In Svizzera, sono state formulate delle linee guida per il settore mediatico e tutte le grandi aziende del settore hanno nominato persone responsabili dell’IA, creato dipartimenti specializzati o lanciato procedure per implementare l’utilizzo di questa tecnologia
Tuttavia, in uno sondaggio del 2023, le persone interpellate in Svizzera hanno dichiarato di non voler pagare per notizie generate dall’IA e che, secondo loro, l’utilizzo di questa tecnologia permette alle aziende di ridurre i costi.
Il Digital News Report di quest’anno mette in luce anche la preoccupazione nei confronti della disinformazione su internet. La percentuale di persone che nutrono dubbi su cosa sia vero e cosa falso nelle notizie online è in rialzo del 3% rispetto allo scorso anno, con circa sei persone su dieci (59%) che dicono di essere preoccupate. Questa proporzione è molto più alta in Sudafrica e negli Stati Uniti (rispettivamente 81% e 72%), Paesi in cui quest’anno si tengono delle elezioni, indica il rapporto.
A cura di Balz Rigendinger/ts
Traduzione: Zeno Zoccatelli
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