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Poco impegno della Svizzera per Alinghi

La base di Alinghi a Valencia. SP

Il prodigio elvetico, che ha inaugurato recentemente la sua base operativa a Valencia, non riceve alcun sostegno politico o finanziario dalla Confederazione.

La popolazione svizzera, annotano invece alcuni esperti interpellati da swissinfo, segue con grande interesse e simpatia l’avventura di Alinghi.

Sostenuto da molti sponsor svizzeri, Alinghi non riceve alcun aiuto dalla Confederazione e dai cantoni. Cantoni che d’altronde, ad esclusione di Ginevra, non fanno certo a gomitate per essere fisicamente presenti nella zona portuale di Valencia in occasione della gara che si terrà nel 2007.

È stato un recente articolo del periodico Bilan a mettere in rilievo l’assenza di Svizzera Turismo e di Presenza Svizzera – le due istituzioni che hanno il compito di promuovere all’estero l’immagine del paese. Il giornale romando non si trattiene da usare al proposito parole forti, come “naufragio” e “occasione perduta”.

Ma è davvero sensato ritenere che la Svizzera ufficiale stia perdendo un’occasione da sogno per la promozione del paese – o si tratta piuttosto di un atteggiamento che ha le sue fondate ragioni d’essere? In definitiva: la Confederazione sta sfruttando Alinghi, pur non investendo nell’impresa manco un centesimo? Domande fondate, che abbiamo girato ad alcuni esperti del settore.

Non denaro, ma riconoscimenti

“È vero che, a giudicare dal comportamento delle istituzioni, si può dedurre che forse il paese non è disposto a investire denaro in questa avventura. Ma a parte ciò, credo che i successi di Alinghi ricevano in patria adeguato riconoscimento”, esordisce Marco Solari.

Attuale presidente del Festival internazionale del Film di Locarno, membro del direttivo di Svizzera Turismo e a suo tempo delegato del governo nazionale per i 700 anni della Confederazione, il ticinese Solari ne ha avuto recentemente una dimostrazione tangibile in occasione di un ricevimento in onore di Alinghi organizzato dall’ambasciata svizzera a Roma per un centinaio di Vip, “opinion leaders” e “decision makers”.

Marco Solari ritiene che Alinghi sia diventato “un simbolo della Svizzera che vince”. “Ma dobbiamo essere sinceri: è evidente che è il tipico caso da sponsoring privato. D’altronde, non sta scritto da nessuna parte che i poteri pubblici debbano partecipare a ogni iniziativa possibile”, sostiene.

“Sarebbe giusto se lo facessero, laddove Alinghi non fosse in grado di provvedere autonomamente alle sue necessità – cosa che non é. D’altronde”, conclude Solari, “trovo che nel nostro paese il finanziamento pubblico e quello privato abbiano raggiunto un equilibrio invidiabile”.

Tecnologia, multiculturalismo e organizzazione

Una posizione che trova eco nel mondo dell’impresa. Xavier Comtesse dirige Avenir Suisse, il think tank finanziato dai privati, e ritiene che la valorizzazione degli exploit sportivi si potrebbe rivelare persino ingombrante per le autorità.

Secondo Comtesse, invece, Alinghi rende un ottimo servizio all’immagine della Svizzera, su tre diversi livelli. Anzitutto, il sapere tecnologico viene da un istituto svizzero (l’EPFL di Losanna). In secondo luogo si tratta di una barca svizzera, che però è portatrice di uno spirito assolutamente multiculturale – e questo rappresenta un segno di grande apertura. Terzo, l’organizzazione è nelle mani della Società nautica ginevrina e questo porta alla ribalta saperi organizzativi tipicamente elvetici.

“Considerata la situazione”, continua Comtesse, “non vedo assolutamente la necessità di cavalcare ulteriormente l’evento. I ricaschi positivi vengono da sé e trovo che l’atteggiamento distaccato ma determinato della Svizzera ufficiale denota piuttosto classe e rispetto – nei confronti di un ambito che appartiene al mondo dell’impresa privata”.

“La gente non è mica idiota”, conclude Xavier Comtesse. “E per questo, non vedo assolutamente l’utilità di stare continuamente a ripetere che Alinghi è un prodotto made in Switzerland”.

swissinfo, Mathias Froidevaux
(traduzione: Serena Tinari)

La 32esima edizione della Coppa America si è aperta nel 2004 e si concluderà nel 2007.
Forti del punteggio che avranno accumulato, gli sfidanti si incontreranno poi nel 2007 per la Coppa Louis Vuitton.
Il vincitore sfiderà infine lo svizzero Alinghi, che detiene il titolo mondiale, nella finale della Coppa America.

La base operativa di Alinghi, costata complessivamente 7 milioni di euro, è stata inaugurata il 14 ottobre a Valencia alla presenza di Samuel Schmid, presidente di turno della Confederazione e titolare del dicastero allo sport.

La Coppa America è il più celebre trofeo del mondo della vela. Nata nel 1851, è la prima competizione nella storia internazionale di questo sport.

Ad esclusione della vittoria australiana nel 1983, la coppa è rimasta saldamente in mano agli americani dal 1851 al 1995. La Nuova Zelanda l’ha conquistata nel 1995 e nel 2000. Alinghi nel 2003.

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