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Politica d’asilo nel mirino delle critiche

Un richiedente l'asilo aspetta il suo turno davanti all'ufficio di registrazione di Kreuzlingen Keystone

L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) critica severamente gli emendamenti tesi a rendere più severo il diritto all'asilo svizzero.

Già la settimana scorsa numerose organizzazioni e Chiese erano intervenute contro il disegno di legge. Sarà il parlamento a definire il testo definitivo.

L’organizzazione delle Nazioni unite per i rifugiati critica gli emendamenti alla legge sull’asilo politico annunciati dal ministro di giustizia e polizia Christoph Blocher. In una presa di posizione, inviata martedì all’Ufficio federale dei rifugiati, l’UNHCR si dice fortemente preoccupato. Alcune proposte sono, vi si afferma, contrarie allo spirito e al testo della Convenzione di Ginevra del 1951.

L’organizzazione internazionale risponde dunque con toni duri alle nuove proposte presentate dal Dipartimento federale di giustizia e polizia. La legge – preparata negli scorsi anni da Ruth Metzler, ministra che ha preceduto Blocher al Dipartimento di giustizia e polizia – prevedeva già maggiore rigore nella concessione dell’asilo politico.

Ma dopo i primi dibattiti al Consiglio nazionale – la camera bassa del parlamento si è occupata della legge in giugno – il neo-ministro ha annunciato delle misure aggiuntive ancora più restrittive. Dopo la consultazione, le aggiunte dovrebbero passare al Consiglio degli Stati, la camera alta che deve ancora cimentarsi con il testo.

Le critiche arrivate da Ginevra

Nella sua presa di posizione l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha insistito sulla necessità di un sistema di asilo efficace che rispetti il principio di imparzialità della procedura.

Per ridurre il numero dei rifugiati che una volta in Europa cercano di entrare in Svizzera, sarebbe più opportuno focalizzare maggiormente l’attenzione su come risolvere i problemi esistenti nelle regioni da cui i richiedenti l’asilo provengono, invece di concentrarsi su una revisione restrittiva del diritto, ha osservato l’UNHCR. Tanto più – ha aggiunto – che in tutta l’Europa, Svizzera compresa, il numero dei richiedenti l’asilo è diminuito.

L’Alto Commissariato si è detto particolarmente preoccupato per le proposte restrittive di accesso a una procedura di asilo normale per persone che non sono in grado di presentare i documenti di viaggio e di identità validi entro le 48 ore. Ciò potrebbe portare a violazioni della Convenzione del 1951, ha affermato.

Occorre infatti tener presente, ha sottolineato l’UNHCR, che molti rifugiati non hanno le possibilità di ottenere un passaporto nazionale o documenti prima di fuggire dal loro paese. Se sono perseguitati dalle autorità non possono rivolgersi a queste ultime per richiedere il rilascio di documenti di identità.

In molti paesi inoltre, ha continuato l’UNHCR, le persone non sono mai state in possesso di tali documenti o gli sono stati confiscati e distrutti dalla rete dei trafficanti ai quali i rifugiati si sono affidati.

Tradizione umanitaria in pericolo?

L’UNHCR ha espresso inoltre critiche riguardo alle proposte di segnalare i dati sui richiedenti l’asilo ai paesi di origine, dopo che è stata emessa una decisione di prima istanza. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite lo scambio di informazioni dovrebbe essere autorizzato solo quando è definitivamente stabilito che la persona non rischia di essere perseguitata nel suo paese, cioè dopo la completa conclusione della procedura di asilo, comprendente una possibilità di ricorso.

Le sfide che riguardano la migrazione e i sistemi di asilo europei necessitano di un approccio globale nei prossimi anni, non possono essere affrontate in modo isolato. Alle regioni in crisi devono essere concesse maggiori risorse in modo da prevenire i conflitti in fase iniziale e fornire più aiuti ai paesi che accolgono la maggior parte dei rifugiati.

Già la settimana scorsa, Amnesty international, Caritas, il Soccorso Operaio svizzero, le Chiese evangeliche e altre organizzazioni non governative avevano espresso il loro disappunto verso le proposte del consigliere federale Christoph Blocher.

Al timore di un abbandono completo della tradizione umanitaria svizzera, si aggiungono tutta una serie d’argomenti che la presa di posizione dell’UNHCR rafforza. Adesso, con l’intervento dell’importante organismo internazionale, il fronte si serra contro le intenzioni del nuovo ministro in carica da gennaio.

swissinfo e agenzie

Con le modifiche, il Consiglio federale intende adeguare la procedura d’asilo, le decisioni di allontanamento e l’esecuzione della legge sull’asilo. Gli sviluppi avvenuti nell’UE impongono inoltre un adeguamento delle normative.

La revisione parziale della legge porta al contempo un irrigidimento delle condizioni d’accesso in Svizzera. Toccati sono soprattutto i richiedenti senza documenti validi.

La modifica risponde ad un mutato clima politico in Svizzera e in Europa. Forti critiche arrivano soprattutto dal fronte delle organizzazioni non governative e ora anche dall’UNHCR.

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